BOLOGNA – Un piano energetico regionale che conta su 4,5 miliardi di risorse pubbliche. È su queste gambe che si reggono le politiche energetiche dell’Emilia-Romagna: dall’efficientamento degli edifici all’innovazione digitale, dalle reti di distribuzione di energia all’eolico, dagli investimenti sulla formazione alle misure per attrarre i cervelli. Senza dimenticare le sfide urgenti della nuova geopolitica che impongono scelte decise a tutti i livelli. «Se perdiamo questo treno, perderemo competitività», dice Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione con delega allo sviluppo economico, alla green economy, all’energia, alla formazione e alla ricerca. «Nel settore dell’energia ci sono grandi possibilità, anche nella creazione di posti di lavoro e nel raggiungimento della sostenibilità economica e sociale. Stiamo parlando di un ambito altamente remunerativo».
Che strada vuole intraprendere la Regione?
«Il futuro non sarà più fatto di grandi centrali, ma di energia di prossimità. Due esempi: pochi giorni fa abbiamo pubblicato un bando da 10 milioni per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici. E non parliamo solo di pannelli fotovoltaici. Presto ne pubblicheremo un altro, da 20 milioni, destinato alle piccole e medie imprese per l’efficientamento energetico. È così che possiamo aiutarle a rimanere competitive».
Ci sono questioni che coinvolgono anche il governo come la concessione per le reti di distribuzione elettrica.
«Con un blitz a dicembre il governo ha prorogato per altri 20 anni le concessioni, ma senza definire gli investimenti a cui il gestore avrebbe dovuto far fronte. Le reti sono sempre una condizione per ridisegnare in forma innovativa le politiche industriali italiane e anche le Regioni devono avere voce in capitolo. Per questo ho presentato un ordine del giorno approvato in Conferenza delle Regioni in cui si vincola il governo a fare un accordo con le stesse Regioni. In ballo ci sono miliardi di euro che finiranno nelle bollette degli italiani, tra l’altro tra le più alte d’Europa».
Dal rigassificatore al parco eolico di Ravenna, dall’idrogeno alle Comunità energetiche: la parola d’ordine, dunque, è diversificare?
«Sì. Sul parco eolico Agnes di Ravenna (75 turbine posizionate al largo della costa, ndr.) stiamo attendendo il bando del governo. Il tema della produzione di energia porta con sé quello degli stoccaggi che sono sempre più fondamentali. E in questo senso penso agli investimenti fatti sull’impianto di Minerbio. Le comunità energetiche? Il modello cooperativo sta funzionando, l’auspicio è che ne nascano sempre di più anche in dimensioni».
E l’idrogeno?
«Abbiamo finanziato con 19,5 milioni di euro un polo di produzione fino a 400 tonnellate a Modena in un’area industriale dismessa. Oggi l’idrogeno ha costi alti che si ridurrann facendo economia di scala. E noi dobbiamo esserci».
Il quadro sembra promettente, ma non è tutto rose e fiori.
«Abbiamo un gap digitale da colmare per non perdere competitività. Abbiamo bisogno di cervelli, per questo dobbiamo continuare a puntare su formazione e ricerca, con le università. Ma non basta: bisogna saper attrarre, pagando di più e ragionando anche sul sistema delle politiche abitative. Per questo l’assessore Paglia sta lavorando a un Piano casa che faccia leva su rigenerazione delle aree e recupero di case sfitte. Uno strumento utile che il governo potrebbe fornire è un fondo strutturale nazionale sulla casa».
Che cosa chiedete al governo?
«Di rendere l’Italia più protagonista su questi temi in Europa, di velocizzare le operazioni per agganciare questi investimenti. Stiamo parlando di una filiera strategica, per la quale le misure a spot non servono, serve una visione di lungo termine».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link