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Cessione crediti fiscali

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1800 operai sono stranieri, il 42% al livello minimo


Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Il settore edile a Viterbo corre veloce, sospinto dai fondi del Pnrr e dal traino degli incentivi. Crescono i cantieri, aumentano i lavoratori e il territorio incassa quasi mezzo miliardo di euro per opere pubbliche. Ma, accanto a questi segnali di ripresa, c’è un dato che frena l’entusiasmo: in dieci anni, cinque operai sono morti sul lavoro nei cantieri della provincia. Una media di una vittima ogni due anni. Una ferita aperta.

Morti in cantiere

A lanciare l’allarme è la Filca Cisl, che ha presentato un’analisi dettagliata della situazione in occasione del 14esimo congresso regionale del sindacato. Secondo i dati diffusi, dal 2014 a oggi nel Lazio si contano 81 decessi nei cantieri edili, con Roma e provincia che ne concentrano 29. Ma il bilancio resta pesante anche nelle altre province: dodici morti a Frosinone, nove a Latina, cinque a Viterbo e tre a Rieti. Un dramma silenzioso che porta a 294 il numero totale delle vittime nei cantieri della regione dal 1999.

Le cause più frequenti? Sempre le stesse: cadute dall’alto, mezzi non in sicurezza, crolli strutturali, terreni che cedono. Incidenti spesso evitabili. Negli ultimi anni, a pagare il prezzo più alto sono stati sia i più giovani (dodici operai under 25 morti dal 2003) sia i più anziani, con otto vittime ultra 60enni solo nell’ultimo quadriennio.

L’identikit degli operai nella Tuscia

Nel frattempo, Viterbo vive un momento di grande fermento nel comparto costruzioni. I numeri parlano chiaro: sono 4mila 882 i lavoratori iscritti alle casse edili della provincia, quasi mille in più rispetto a due anni fa. Di questi, oltre il 36% sono lavoratori stranieri, con una forte presenza di operai provenienti da Egitto, Senegal, Marocco, Tunisia, Nigeria e Gambia. Una forza lavoro fondamentale, spesso però impiegata nei livelli più bassi del contratto: ben il 42% dei lavoratori viterbesi è inquadrato come “operaio comune”, la qualifica minima prevista.

I cantieri

Ma non è solo il lavoro a crescere. Con l’arrivo dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la provincia ha visto aprirsi opportunità impensabili fino a pochi anni fa. Viterbo ha ottenuto 464,4 milioni di euro, distribuiti su 538 progetti. Oltre duecento riguardano la scuola e la cultura, mentre 117 sono destinati alle infrastrutture. E proprio su questo punto la Filca Cisl lancia un monito: “”Saranno al centro della nostra attività nei confronti delle istituzioni e della politica, affinché si rediga un piano strategico di messa a terra dei finanziamenti e dei progetti che le riguardano”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Le priorità infrastrutturali sono note da anni: il raddoppio della Cassia bis, il completamento della Orte-Civitavecchia, il rilancio della ferrovia Viterbo-Roma e la riapertura della tratta Civitavecchia-Capranica-Orte. Opere cruciali per il rilancio dell’intero territorio, che però stentano ancora a decollare.

L’analisi della Filca Cisl

Ma è sul fronte della sicurezza che la Filca Cisl insiste con più forza. “Un casco non indossato e un gancio non controllato, è lì che si annida il pericolo, dove si fa la differenza tra la vita e la morte”, dichiara il segretario regionale Attilio Vallocchia. Il sindacato chiede un rafforzamento dei controlli, più formazione, il rilancio del ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e l’insegnamento della lingua italiana per gli operai stranieri. Una misura semplice, che potrebbe evitare incomprensioni fatali nei cantieri.

Il primo ottobre entrerà in vigore anche la “patente a crediti” per le imprese edili, un sistema pensato per premiare le aziende che rispettano le regole e sanzionare chi mette a rischio la vita dei lavoratori. Un passo avanti, certo, ma non ancora sufficiente. La sfida ora è attrarre nuove generazioni nel settore, che resta pesantemente segnato dall’invecchiamento della forza lavoro: nel Lazio solo il 12% degli operai ha meno di trent’anni. Per questo la Filca chiede di portare la cultura della sicurezza e dell’innovazione tra i banchi delle scuole, formando i tecnici del futuro e costruendo un’edilizia non solo più moderna ma anche più giusta e sicura.



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