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Fincantieri intensifica il reclutamento e la formazione di giovani tunisini


Il colosso della cantieristica mondiale Fincantieri ha intensificato le proprie operazioni di reclutamento e formazione in Tunisia, identificando il Paese nordafricano come un bacino strategico per far fronte alla scarsezza di manodopera specializzata nei suoi cantieri italiani e sostenere la competitività del settore navalmeccanico. Questa mossa si inserisce in una più ampia strategia aziendale che include anche altri paesi come Ghana, Marocco, Filippine e Vietnam. L’azienda italiana ha intrapreso un ricco programma di formazione tecnica e civico-linguistica direttamente in Tunisia per un primo gruppo di 20 lavoratori, inquadrato nel contesto del Piano Mattei del governo italiano in Africa. Quest’iniziativa prevede corsi professionalizzanti, lezioni di lingua italiana ed elementi di educazione civica, con l’obiettivo di preparare i lavoratori tunisini non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per l’integrazione nel tessuto sociale e lavorativo italiano.

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I percorsi formativi sono strutturati grazie alla collaborazione con istituti scolastici, centri di formazione specializzati e, in alcuni casi, con il sostegno di organizzazioni come Confindustria Alto Adriatico e l’organizzazione non governativa Elis, quest’ultima già attiva in progetti simili insieme all’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). I corsi, della durata complessiva di circa 300 ore, spaziano dalla formazione tecnico-professionale all’apprendimento della lingua e della cultura italiana, includendo anche moduli sulla sicurezza sul lavoro e nozioni di contrattualistica italiana. Al termine del percorso, i partecipanti vengono assunti direttamente da Fincantieri o da aziende operanti nell’indotto, con contratti di lavoro regolari, rappresentando un canale di mobilità lavorativa legale e strutturato.

L’obiettivo di Fincantieri è quello di formare e inserire nel mercato del lavoro italiano migliaia di lavoratori qualificati nei prossimi anni, formati in Tunisia specificamente per i settori edile e navalmeccanico. Il progetto si pone anche l’importante obiettivo di contrastare i flussi migratori irregolari, offrendo percorsi legali e strutturati di mobilità lavorativa, garantendo al contempo la piena tutela dei diritti e della sicurezza dei lavoratori coinvolti. Fincantieri pone l’accento sulla responsabilità sociale d’impresa, promuovendo la regolarità contributiva e retributiva, il benessere e l’inclusione dei lavoratori stranieri interessati a un inserimento sul mercato del lavoro italiano. L’azienda investe significativamente anche nell’innovazione didattica, introducendo metodologie come la “gamification” e sfruttando tecnologie avanzate per la formazione e la sicurezza sul lavoro. Secondo quanto apprende “Agenzia Nova”, per facilitare l’integrazione dei nuovi assunti sono attivi sportelli di mediazione culturale e vengono offerti corsi gratuiti di lingua italiana, in collaborazione con le istituzioni del Sistema Italia operative in Tunisia, come l’Istituto italiano di cultura di Tunisi.

La governance di questo complesso progetto è multilivello e coinvolge attivamente istituzioni sia italiane che tunisine, enti di formazione come Formedil e Cesf, e associazioni di categoria come l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance). Quest’approccio sistemico mira a rispondere in maniera efficace sia alle esigenze delle imprese italiane, in cerca di personale qualificato, sia a offrire concrete opportunità di crescita professionale ai giovani tunisini, configurandosi come un modello virtuoso di cooperazione internazionale nel campo della mobilità lavorativa e dell’inclusione. In sintesi, l’iniziativa di Fincantieri in Tunisia rappresenta una risposta concreta e strutturata alle sfide del mercato del lavoro italiano e alle opportunità di una migrazione regolare e gestita tra i due Paesi.

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