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Con gli abusi edilizi, Italia ferma da 20 anni: demolizioni impossibili


In Italia demolire gli abusi edilizi è molto difficile. Delle oltre 83mila ordinanze di abbattimento di edifici costruiti senza rispettare le normative o in aree non adatte all’edificazione, solo il 15,3% è stato effettivamente eseguito. Lo riporta Legambiente, che sottolinea la necessità di una soluzione rapida a questa situazione sempre più emergenziale.

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L’area più a rischio in Italia è il Sud, in particolare CalabriaCampania, Lazio, Puglia e Sicilia. Le coste sono le zone in cui si concentra la maggior parte degli abusi edilizi e da cui proviene anche buona parte delle misure di demolizione. Tra i territori più sensibili, ci sono di conseguenza le isole minori.

I ritardi dell’Italia sugli abusi edilizi

Il rapporto di Legambiente sugli abusi edilizi in Italia rivela che buona parte delle ordinanze di demolizione emesse nel nostro Paese non viene eseguita. Tra il 2004 e il 2022 ne sono state emesse 83.430, ma soltanto una piccola parte è stata poi effettivamente portata a termine. Si tratta di un’ordinanza ogni 310 cittadini.

 “L’abusivismo edilizio è un’autentica piaga che tiene in ostaggio il territorio, la legalità e lo sviluppo del nostro Paese ormai da molti decenni. Parliamo di un fenomeno che, anche negli ultimi anni, nonostante la crisi edilizia e quella pandemica, si mantiene su livelli preoccupanti, addirittura in crescita nel 2022 come valori assoluti” dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente.

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“Il Governo di Giorgia Meloni,invece di annunciare nuovi possibili condoni, potenzi l’attività di demolizione delle case abusive e dia più ruoli e responsabilità ai prefetti. Da anni, Legambiente sostiene la necessità di non procrastinare un intervento nazionale e risolutivo” conclude Ciafani.

Le aree maggiormente a rischio di abuso

Di tutte le ordinanze di abbattimento di abusi edilizi in Italia, oltre 70mila sono state emesse da cinque regioni del Centro-Sud del Paese: Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia. Nonostante la grande attività amministrativa, però, negli ultimi 20 anni solo il 15,3% di queste ordinanze è stato effettivamente portato a termine.

Non tutte le aree di queste regioni sono però uguali. Le aree costiere sono le più martoriate da questo fenomeno. Nei comuni che si affacciano sul mare c’è un’ordinanza di demolizione ogni 12 abitanti, contro una media italiana di una ogni 310. Ne consegue che le isole minori, che hanno un rapporto tra coste ed entroterra molto squilibrato a causa delle loro dimensioni, siano tra i territori maggiormente a rischio.

Le isole però sembrano le più efficaci a procedere con le demolizioni. La percentuale delle ordinanze eseguite rimane però bassissima, soltanto il 20,5%. Un’altra area che si distingue in negativo è la città metropolitana di Roma. Da sola, questa provincia ha emesso 2.676 ordinanze per abbattere abusi edilizi, ma ne ha eseguite solo 323, il 12%.

Le regioni più virtuose

Le regioni più coinvolte nel fenomeno dell’abuso edilizio sono anche quelle che rispondono maggiormente alle richieste di intervento, una volta che la violazione delle norme di edificazione viene appurata. Il tasso di risposta migliore rimane comunque di molto inferiore alla metà delle istanze:

  • Lazio, tasso di risposta del 41,9%;
  • Sicilia, tasso di risposta del 39,4%;
  • Puglia, tasso di risposta del 26,8%;
  • Calabria, tasso di risposta del 25,9%;
  • Campania, tasso di risposta del 20%.





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