Le imprese globali stanno attuando piani strategici di rafforzamento e rilocalizzazione dei siti produttivi e dei centri di ricerca negli Stati Uniti, a seguito dell’inasprirsi delle guerre commerciali. Il colosso svizzero Roche, per esempio, ha annunciato un piano quinquennale di investimenti da 50 miliardi di dollari negli USA.
Vi segnalo queste notizie perché possiate ascoltare anche “un’altra campana”. Quello di Roche è solo l’ultimo annuncio in una lunga serie di dichiarazioni da parte di multinazionali intenzionate a rafforzare la loro presenza produttiva sul suolo americano.
Le tariffe di Trump e il consolidamento americano
Molte aziende scelgono di spostarsi negli Stati Uniti anche per evitare le barriere tariffarie volute da Donald Trump. È evidente che uno degli obiettivi di queste barriere è proprio quello di riconsolidare l’economia statunitense. Si tratta di piani di lungo termine che fanno pensare che le aziende non si aspettino cambiamenti radicali nelle condizioni commerciali nemmeno dopo il termine del quadriennio dell’attuale presidente. Potrebbe essere un trend destinato a cambiare lo scenario globale. Sebbene sia prematuro fare previsioni certe, si nota un rallentamento negli scambi internazionali e una crescita economica instabile, che potrebbero, per contro, provocare chiusure e perdite di posti di lavoro.
L’UE sotto accusa: le imprese minacciano la fuga
Vi segnalo anche che altre imprese, come Pfizer, Johnson & Johnson e diverse case farmaceutiche europee, hanno minacciato un esodo verso gli Stati Uniti se l’Unione Europea non adotterà regolamentazioni più favorevoli verso il settore. Questa è un’informazione strategica, perché dimostra che le aziende stanno cominciando ad alzare la testa. Ovviamente lo fanno le multinazionali. Voi che mi seguite, piccole e medie imprese, non potete dire all’UE “smettila di rompere le scatole o me ne vado negli USA”. Tuttavia, potete fare pianificazione strategica e prepararvi, senza rimanere spiazzati.
L’industria si muove, l’Europa dorme
Hyundai ha annunciato un piano di investimenti da 21 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Toyota e Honda hanno già trasferito lì la produzione di alcuni modelli destinati al mercato americano. Anche nel mondo del lusso, il presidente di un grande gruppo francese ha dichiarato che sarà inevitabilmente costretto ad aumentare le produzioni americane. E ha aggiunto che, quando succederà, non si potrà dare la colpa alle aziende, ma a Bruxelles. Le notizie di oggi confermano ciò che dico da anni: le grandi imprese stanno dando voce a ciò che ripeto da tempo. L’Europa è contro le imprese. L’Unione Europea è contro le imprese. La politica degli Stati membri – Italia compresa – è serva dell’UE e ostile a imprese e professionisti. È urgente cambiare rotta. Intanto, tra poco incontrerò un’azienda per discutere di pianificazione strategica: quest’anno ha registrato un +80% rispetto all’anno precedente. Fortuna? No, competenza.
MALVEZZI QUOTIDIANI – L’ECONOMIA UMANISTICA SPIEGATA BENE CON VALERIO MALVEZZI
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link