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Primo maggio di propaganda e di governo, altro video-spot di Meloni ma senza decreto


Dal Consiglio dei ministri nessun provvedimento ad hoc per la sicurezza sul lavoro, solo l’annuncio di altri 650 milioni per i bandi Inail. Gli incentivi rischiano di non produrre effetti: «Vanno a poche aziende strutturate». Sui salari la proposta della destra ferma al Senato

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Non c’è stato il piano sequenza, precursore della serie tv di successo Adolescence, che è stato il must del Primo maggio 2023, il primo del governo Meloni. Non c’è nemmeno il decreto Primo maggio, come nel 2024, che prevedeva una serie di mini incentivi.

Ma, puntuale come un rito laico, è stato pubblicato il video di Giorgia Meloni per celebrare la festa del lavoro e incensare il suo operato. Una festa di propaganda e di governo.

Mancano gli investimenti, con il salario minimo affossato nel cassetto al Senato, e ci sono misure che vanno in direzione contraria alla sicurezza sul lavoro (i subappalti a cascata). Eppure, il lavoro resta uno degli strumenti prediletti della narrazione governativa.

Anche se quest’anno il piatto piange in maniera particolare. «Abbiamo reperito insieme all’Inail altri 650 milioni di euro per mettere in campo nuove misure concrete che, insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail, portano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse disponibili per migliorare la sicurezza sui posti di lavoro», ha annunciato la premier nel filmato .

Dal cilindro – o meglio dal bilancio dell’istituto guidato da Fabrizio D’Ascenzo – sono venuti fuori 650 milioni di euro aggiuntivi. Il resto era già previsto. Non è tuttavia nota la destinazione degli stanziamenti. Agli atti non ci sono misure da leggere.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Insomma, se prima il governo aveva usato i decreti per garantirsi l’effetto annuncio, ora si è limitato all’annuncio. Per il provvedimento occorre pazientare. Almeno è stata fornita una risposta mediatica all’appello di Sergio Mattarella. Se ne parlerà il prossimo 8 maggio in un vertice con il sindacato e le imprese, che ha almeno il pregio di avviare un dialogo con le parti sociali.

Salari immaginari

La ministra del Lavoro Calderone ha fornito un’anticipazione, parlando di «uno sconto sulla contribuzione Inail» per le imprese che investono in sicurezza.

Il rischio spot è nelle cose, come già avvenuto con la patente a crediti: sette mesi dopo l’introduzione il bilancio è magro. «Gli incentivi spesso servono a poco. Vanno alle imprese che hanno progetti e ottengono finanziamenti», spiega a Domani Bruno Giordano, magistrato presso la Cassazione ed ex presidente dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Il problema è altrove.

«Ci sono aziende che non hanno alcuna progettualità, molte vedono la sicurezza come documenti da compilare», aggiunge Giordano, che lancia un’altra denuncia: «Abbiamo settori, come l’agricoltura, con 450mila lavoratori in nero. A cosa possono servire in questo caso gli incentivi?».

Di fronte all’offensiva propagandistica di Meloni, dalle opposizioni attaccano: «Servono salario minimo, badge elettronici nei cantieri, diritti nella catena dei subappalti», elenca Chiara Gribaudo, deputata del Pd.

Narrazione primo maggio

La narrazione sul lavoro è un caposaldo di Meloni. Nel 2023 l’hype era pure più alto, c’era da portare a casa lo scalpo del Reddito di cittadinanza.

All’interno di quel testo c’erano altri interventi tra incentivi e sgravi per le assunzioni. Il risultato è quello di un livello di disoccupazione ai livelli del governo Prodi, nel 2007, certo. «I salari reali sono cresciuti di più rispetto al passato, ha rivendicato Meloni.

La realtà racconta però di un impoverimento costante dei lavoratori: «Eurostat ci informa che il 9 per cento dei lavoratori full-time è in povertà, l’Istat ci dice che gli stipendi sono a -8 per cento sul 2021», ha ricordato il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte. Del resto in materia di stipendi, la destra si è caratterizzata sull’affossamento del salario minimo, a fine 2023.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

La ratio della proposta delle opposizioni, con la prima proposta firmata da Conte, è stata smantellata alla Camera con un emendamento di Walter Rizzetto, deputato di FdI. Resta una legge delega, impantanata al Senato.

A ottobre c’è stato un passaggio preliminare in commissione lavoro. Da allora è tutto fermo: il bilancio è oltre un anno e mezzo di immobilismo.

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