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Rapporto annuale Bce, nel 2024 rallentano i mutui e l’edilizia residenziale — idealista/news


Nel corso del 2024 l’economia dell’area euro ha continuato a fare i conti con gli effetti persistenti della stretta monetaria avviata negli anni precedenti, in un contesto segnato da un progressivo riassorbimento della liquidità in eccesso. Lo segnala il Rapporto annuale della Bce, secondo cui il credito al settore privato è rimasto debole, con l’allentamento dei tassi di riferimento che non si è ancora tradotto in un pieno rilancio della domanda. Ecco una sintesi delle principali dinamiche in atto nel sistema finanziario dell’eurozona, con particolare attenzione al settore immobiliare e ai mutui.

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La Bce rivede l’assetto operativo nel 2024

In un quadro di progressiva riduzione della liquidità, dovuta alla normalizzazione del bilancio dell’Eurosistema, la Banca Centrale Europea ha annunciato una revisione del proprio assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria. La BCE continuerà a orientare l’indirizzo monetario attraverso il tasso sui depositi presso la banca centrale, restringendo allo stesso tempo il differenziale con il tasso delle operazioni di rifinanziamento principali. In prospettiva, la liquidità sarà fornita mediante un ventaglio più ampio di strumenti, e nel 2026 il Consiglio direttivo riesaminerà i parametri fondamentali dell’impianto operativo, sulla base dell’esperienza accumulata.

Edilizia residenziale: contrazione e fattori di freno

Nel frattempo, l’effetto ritardato dell’inasprimento monetario si è manifestato con forza nel settore immobiliare. Nel 2024 gli investimenti nell’edilizia residenziale hanno registrato una contrazione del 4,0% rispetto al 2023, segnando il peggior calo annuale dal 2009, in piena crisi finanziaria globale. Le cause principali risiedono nell’aumento dei tassi sui mutui ipotecari, nell’inasprimento dei criteri di credito bancario e in una domanda debole, nonostante la ripresa del reddito reale e prezzi immobiliari ancora contenuti.

Mutui ipotecari: tassi in calo ma condizioni ancora rigide

Nel corso del 2024, i tassi sui mutui per l’acquisto di abitazioni hanno mostrato una moderata flessione, dopo aver raggiunto i massimi da quasi 15 anni nel 2023. A dicembre, il tasso composito sui mutui ipotecari si è attestato al 3,4%, in diminuzione di circa 60 punti base rispetto alla fine del 2023. Nonostante questo allentamento, le condizioni per ottenere un mutuo sono rimaste selettive: le banche hanno segnalato un irrigidimento dei criteri di concessione del credito al consumo per l’intero anno, mentre l’accesso al credito immobiliare ha visto miglioramenti solo parziali.

Intenzioni di acquisto casa

Secondo le indagini sulle aspettative dei consumatori, nella seconda metà del 2024 è cresciuta l’intenzione di acquistare casa, ma la percentuale di famiglie che ha riportato un peggioramento nell’accesso al credito è rimasta superiore a quella di chi ha indicato un miglioramento. Il ricorso ai mutui è stato più frequente tra le famiglie a reddito medio-alto, mentre il credito al consumo si è concentrato nelle fasce a reddito più basso.

Livelli post-pandemici e confronto con altri comparti

A fine 2024, gli investimenti residenziali restano comunque superiori dell’1,3% rispetto ai livelli pre-pandemia, seppur con una performance più debole rispetto ai consumi privati (+3,1%) e agli investimenti in beni strumentali non edilizi (+5,2%, al netto dei beni immateriali irlandesi). In Italia, il settore ha beneficiato inizialmente di forti incentivi fiscali post-pandemici, successivamente venuti meno.

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Condizioni di finanziamento ancora restrittive

Sul fronte più ampio del credito, le condizioni di finanziamento sono rimaste restrittive nell’area euro. Sebbene la BCE abbia iniziato a ridurre i tassi di riferimento, il costo dei prestiti ha solo parzialmente seguito il movimento. A dicembre 2024, il tasso composito sui prestiti bancari alle imprese non finanziarie si è attestato al 4,4% (in calo di 90 punti base rispetto a fine 2023), mentre quello applicato alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è sceso al 3,4% (–60 punti base). Il differenziale tra i tassi per imprese e famiglie, acuitosi durante la fase di stretta monetaria, si è ridotto solo marginalmente.

Ripresa limitata del credito e divergenze nei criteri bancari

La trasmissione della politica monetaria è comunque risultata ordinata nell’insieme dell’area euro, con una disparità tra i tassi dei diversi Paesi rimasta contenuta. Tuttavia, il credito bancario ha mostrato segnali solo moderati di ripresa. A dicembre, il tasso di crescita dei prestiti bancari alle imprese era pari all’1,7% su base annua, mentre quello alle famiglie si attestava all’1,1%, trainato soprattutto dai mutui.

Le indagini sul credito evidenziano un irrigidimento dei criteri di concessione per le imprese nell’ultimo trimestre del 2024, dopo una fase di relativa stabilità. Parallelamente, la disponibilità di prestiti è peggiorata nella parte finale dell’anno, dopo un temporaneo miglioramento. Anche i flussi netti di finanziamento esterno delle imprese sono rimasti inferiori alla media di lungo periodo, pur in presenza di una ripresa delle emissioni obbligazionarie e delle valutazioni azionarie.

Il Rapporto annuale della Bce completo qui



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