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Gestione patrimoniale e passaggio generazionale: la sfida del futuro


  • In questi anni stiamo assistendo a un massiccio passaggio di ricchezza creata dagli anziani verso le giovani generazioni;
  • ricevere grandi eredità significa saperle gestire correttamente, ma siamo uno dei Paesi meno alfabetizzati in materia finanziaria;
  • per il ceto medio imparare a gestire il patrimonio di famiglia sarà una delle chiavi per affrontare tempi di incertezza e mantenere gli standard di vita avuti finora.

Quando si parla di passaggio generazionale si pensa quasi sempre al ricambio nelle imprese familiari che spesso – forse troppo spesso – fanno fatica a sopravvivere al proprio fondatore. Ma c’è un altro fenomeno, silenzioso e diffusissimo, che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo occidentale: il più grande trasferimento di ricchezza della storia tra generazioni.

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In tutto il mondo miliardi di euro stanno passando di mano e anche l’Italia partecipa a questo fenomeno che nel nostro Paese assume una forma ben precisa: immobili, che valgono più della metà della ricchezza privata secondo Banca d’Italia, conti correnti e beni mobili di vario tipo. 

Il tutto è accompagnato da una scarsa copertura mediatica e da una poco diffusa attività di consapevolezza e pianificazione.

The Prince Charles Paradox

A differenza di quanto accaduto fino a qualche decennio fa, chi eredita oggi non è più un giovane all’inizio della propria vita adulta. Al contrario, spesso si tratta di persone tra i 45 e i 60 anni, con una carriera già avviata, una rete familiare strutturata e abitudini economiche consolidate.

È il cosiddetto “Paradosso del principe Carlo”, ormai diventato re ma a lungo noto a tutti come il principe erede al trono: dopo una vita passata in attesa, si riceve un’eredità quando si è già nel pieno della maturità

Il momento potrebbe sembrare favorevole, perché a una certa età si dovrebbe essere un po’ più esperti, ma la gestione non è sempre semplice. Integrare un patrimonio rilevante nella propria situazione può essere complicato, soprattutto se manca una preparazione adeguata.

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Educazione finanziaria: il grande assente

Secondo l’OCSE1, l’Italia presenta uno dei livelli più bassi di alfabetizzazione finanziaria in Europa. Ciò crea una frattura pericolosa: patrimoni anche significativi finiscono nelle mani di persone che, pur essendo mature, non sempre hanno strumenti o conoscenze per proteggerli.

Il risultato è inevitabile: decisioni inefficaci, assenza di strategia e, in molti casi, esposizione al rischio di truffe.

La mancanza di competenze finanziarie, infatti, non espone solo a errori ma anche a veri e propri raggiri. Secondo i dati più recenti della Polizia Postale, nel 2024 le truffe online hanno causato perdite per oltre 181 milioni di euro, con un incremento del 5% rispetto al 2023. 

Non basta ereditare: serve una corretta gestione

L’Italia è afflitta da decenni di salari stagnanti e da un generale senso di smarrimento circa le opportunità di crescita economica futura, soprattutto nei giovani.

In un contesto del genere il trasferimento di ricchezza in corso può significare una manna dal cielo, seppur in maniera randomica e diseguale. Ma ricevere un’eredità non garantisce, di per sé, benessere o stabilità perché senza una gestione oculata il patrimonio rischia di erodersi in tempi molto rapidi. 

Per avere un’idea di quanto tutto questo sia impattante possiamo analizzare i dati di Banca d’Italia sulla ricchezza pro capite degli italiani, che è passata dai 144 mila euro del 2005 ai 191 mila euro del 2023.

Una crescita importante in termini nominali che, però, non deve trarre in inganno: se corretta per l’inflazione, infatti, la ricchezza reale pro capite è diminuita del 2% nello stesso periodo.

Il dato non sorprende più di tanto se consideriamo che la metà degli attivi è rappresentata dagli immobili che, solo nell’ultimo decennio, hanno perso a livello nazionale il 9,5% in termini nominali e il 27,8% in termini reali.

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Insomma, mentre sui social si discute dei temi che generano engagement e polemica nazional popolare, è in corso il più grande trasferimento di ricchezza della storia a livello intergenerazionale.

Il fenomeno riguarda milioni di Italiani che sono sistematicamente indietro nelle classifiche internazionali che misurano l’alfabetizzazione finanziaria. Già adesso, in termini reali, la ricchezza pro capite sta diminuendo, anche a causa della cattiva gestione generale e della pessima performance di alcuni asset come l’immobiliare.

Per molte famiglie la permanenza nel ceto medio e il mantenimento del proprio standard di vita dipenderanno – oltre che dalla carriera – dalla propria capacità di adeguare le proprie scelte d’investimento al contesto attuale.



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