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“Il congresso anticipato?. No a regolamenti di conti”


Senatore Alessandro Alfieri, coordinatore dell’area riformista che rappresenta in segreteria, si profila una resa dei conti congressuale nel Pd? “La necessità di un Pd unito, capace di costruire alleanze larghe e realizzare un’alternativa di governo, non collima affatto con un congresso anticipato”.

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Eppure le divergenze sono lampanti. Perché non portarle alla luce? “Dobbiamo rimanere concentrati sulle sfide che abbiamo davanti: le imminenti amministrative e soprattutto le regionali di ottobre, che influenzeranno in positivo o in negativo le politiche del 2027. Abbiamo bisogno di un Pd capace di costruire un’alternativa credibile e vincente, come stiamo facendo in molti territori. Parallelamente dobbiamo continuare a denunciare le pessime riforme di questo governo su sicurezza, giustizia e premierato. E consolidare l’impegno sull’agenda sociale: dai salari, a cominciare da quello minimo, alla battaglia per la scuola e la sanità pubblica; promuovendo un modello di sviluppo sostenibile all’altezza di questa fase di impetuosa transizione ecologica e digitale”.

In molti evocano un “chiarimento” interno. Se non il congresso, un’assemblea? E quando? “Leggo dai giornali. A me nessuno ha posto il tema. Immagino che un’assemblea possa svolgersi utilmente dopo amministrative e referendum. Non per regolare conti interni, ma per rivolgersi al Paese con le nostre proposte”.

Presentarsi divisi sui referendum sociali, a rischio quorum, non è un ulteriore segno d’insipienza? “Penso che la questione sia stata derubricata col passaggio in direzione con cui Schlein ha riconosciuto agibilità politica a chi la pensa diversamente sul Jobs act. Secondo me servirebbero interventi legislativi più che i referendum. Ma sono sinceramente per guardare avanti. Perciò l’assemblea nazionale è importante per sintonizzare l’azione verso il 2027”.

Il Nazareno che punta su Roberto Fico in Campania per blindare il patto coi 5 Stelle non prelude già al futuro? “Non mi sfugge l’importanza dell’alleanza con i 5 Stelle. Ma serve riconoscimento reciproco. E finora ho visto tanta generosità da parte del Pd, ma non altrettanta da parte del M5s: basti vedere come in molte prossime elezioni comunali campane questo sostegno latiti. Resto ottimista e spero che si possano creare le condizioni per lavorare insieme, a partire dal riconoscimento degli obiettivi raggiunti dalla giunta De Luca”.

E nelle altre Regioni? “In Puglia c’è un consenso largo intorno a Decaro. E lo stesso accade nelle Marche con Ricci. Hanno già dimostrato di essere ottimi amministratori”.

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Giani in Toscana aspetta ancora l’investitura del Pd… “Giani e la sua giunta hanno lavorato molto bene. Attestati di stima arrivano dalla Cgil fino al mondo delle imprese. È una scelta naturale”.

Europa, pace e guerra rimangono temi controversi dentro e fuori i dem… “Ci sono punti che non potranno essere elusi. E’ chiaro che non potremo condividere tutte le battaglie coi 5 Stelle: ci snaturerebbero con tratti populisti. Ma anche su quel fronte si possano trovare sintesi avanzate”.

Ma anche il Pd si è diviso sul RearmEu… “Sull’investimento nella difesa europea siamo tutti d’accordo, è sul come che si sono manifestate delle differenze. Ma nessuno condivide un aumento delle spese nazionali per la difesa non vincolato ad acquisti e programmi in ambito comunitario”.

Tutti contro l’austerità, come esorta Draghi e rilancia Schlein? “Esattamente. È un punto che ci unisce profondamente”.



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