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“Azioni in vaste aree ma niente conquista di Gaza” – alanews


Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato un piano di espansione per le operazioni a Gaza. Questo piano, pur essendo ampio, esclude le aree con ostaggi

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L’operazione militare in corso a Gaza ha sollevato molte interrogazioni e preoccupazioni tra la popolazione israeliana e le famiglie degli ostaggi. Il 5 maggio, l’Israel Defense Forces (IDF) ha chiarito i dettagli delle sue operazioni, sottolineando che, sebbene il piano approvato dal gabinetto di sicurezza sia ampio, non prevede una conquista totale della Striscia. Questa dichiarazione arriva in un momento di crescente tensione e di richiesta di trasparenza da parte del governo israeliano.

Obiettivi dell’operazione

Secondo le informazioni fornite dall’IDF, le operazioni militari continueranno con incursioni mirate e bonifiche in aree strategiche, evitando quelle in cui si sospetta la presenza di ostaggi. Questo aspetto è cruciale poiché il governo israeliano sta cercando di bilanciare le esigenze di sicurezza nazionale con la necessità di proteggere la vita degli ostaggi. Il messaggio dell’IDF è chiaro: l’obiettivo principale non è la conquista di Gaza, ma l’interruzione delle operazioni di Hamas e la distruzione delle infrastrutture sotterranee utilizzate dai gruppi militanti.

Pressioni interne e internazionali

La situazione a Gaza è caratterizzata da una continua tensione, con il governo israeliano sotto pressione sia a livello interno che internazionale. La comunità globale esprime preoccupazione per la protezione dei civili, richiedendo maggiore attenzione alle conseguenze umanitarie delle operazioni in corso. Le attività di bonifica e le operazioni nei tunnel sono considerate un passo verso il rafforzamento della sicurezza, ma sollevano interrogativi sulla durata e sull’intensità del conflitto.

Le parole degli alti ufficiali

Gli alti ufficiali che hanno parlato con Ynet hanno spiegato che “la nuova fase includerà soprattutto il passaggio da incursioni a una presa di controllo di porzioni di territorio, bonifiche sopra e sotto terra, e operazioni nei tunnel, di cui solo un quarto è stato finora neutralizzato. Una delle questioni che preoccupa l’esercito israeliano è la mobilitazione delle riserve, poi la ripresa degli aiuti umanitari a Gaza, che sarà affidata a un fondo internazionale con supervisione rigida per evitare che le forniture finiscano nelle mani di Hamas”.

Il gabinetto non ha ancora deciso quando attuare questo meccanismo”, si spiega ancora. “I ministri Itamar Ben Gvir e Orit Strock si sono opposti, ma sono rimasti in minoranza. Il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha chiarito che non si tornerà ai livelli precedenti di circa 650 camion al giorno, ma verranno forniti solo beni essenziali sotto stretto controllo. Ha inoltre ribadito che i soldati israeliani non prenderanno parte alla distribuzione, come già concordato con il primo ministro Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz”.

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