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Prestiti usurari da ripagare con quote societarie: anche così le mafie penetrano nell’economia locale – Societa



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Tutto può iniziare da un semplice prestito. Un’impresa in difficoltà, magari colpita da una crisi economica, accetta l’aiuto “disinteressato” di un soggetto che offre liquidità immediata, senza passare dalle banche. Nessuna minaccia, nessun ricatto. Quando il debitore non riesce a restituire in tempo, l’accordo prevede il trasferimento di alcune quote societarie. Invece di minacce, ritorsioni, danni fisici ed economici si ricorre ad un passaggio, trasparente, formamente ‘legale’. E così, lentamente ma inesorabilmente, l’azienda – pur restando formalmente nelle mani del vecchio titolare – finisce sotto il controllo della criminalità organizzata.

È una delle dinamiche attuali e preoccupanti, che fanno parte dell’evoluzione con cui la criminalità organizzata si è prima infilitrata e poi radicata negli anni nel ricco tessuto economico dell’Emilia-Romagna e delle regioni del nord Italia, ripercorse questa mattina nel corso della presentazione dell’iniziativa “Modena disegna la legalità”, tenutasi in Municipio alla presenza del sindaco di Modena Massimo Mezzetti, dell’assessore comunale alla legalità Vittorio Ferraresi e del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore, Elio Tavilla.

Le aziende coinvolte in meccanismi di questo tipo continuano a operare alla luce del sole, i titolari restano spesso volti noti e rassicuranti sul territorio, ma dietro le quinte tutto cambia: la gestione passa in mani esterne, che impongono scelte, lavoratori, fornitori, appalti.

Un meccanismo favorito dalla crisi economica, dai ritardi nei pagamenti pubblici, dalla rigidità del sistema bancario e che segue comunque le fasi delle crisi economiche. Nel 2008, 2011, nel periodo della pandemia quando le difficoltà di imprenditori e imprese hanno trovato risposta nelle disponibilità economiche della criminalità organizzata. Non per connivenza, ma di fatto per disperazione di fronte all’alternativa di chiudere. Nel pubblico quali anticorpi sono stati sviluppati per contrastare questi meccanismi, o le insidie che si nascondono a subappalti ad imprese formalmente ineccepibili, magari mosse dagli straordinari interessi economici e finanziari generati per esempio dal grande afflusso di denaro generato dai fondi PNRR?

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Saldo e stralcio

 

Lo abbiamo chiesto ai presenti al tavolo di questa mattina ma in particolare al sindaco di Modena Massimo Mezzetti che da assessore regionale alla cultura con delega alla legalità aveva promosso il primo Testo Unico per la promozione della legalità approvato come testo di legge della Regione Emilia-Romagna nel 2019.

Il Testo Unico ha messo ordine e forza a una normativa articolata: dagli appalti alla trasparenza, dalla formazione alla prevenzione culturale. “Non possiamo più permettere che qualcuno dica ‘non sapevo’ – ha sottolineato – oggi gli strumenti esistono, e vanno usati” – ha affermato Massimo Mezzetti. ‘Il problema è spesso legato alla difficoltà di spare leggere anche la complessità della norma pr poi applicarla. Il Testo Unico archivia di fatto la normativa precedente e ciò rende più chiare le norme e la loro applicazione’

Il direttore di Giuriprudenza Tavilla ha posto l’accento sull’equilibrio necessario tra regole stringenti e semplificazione amministrativa. ‘L’incremento normativo – soprattutto in ambito PNRR e subappalti – è stato definito inevitabile ma anche potenzialmente problematico, se non accompagnato da formazione costante e consapevolezza del ruolo pubblico’
“Le mafie sopravvivono anche negli ambienti più regolati – ha spiegato Tavilla – per questo serve una cultura della legalità che vada oltre la norma, che formi i funzionari, i dirigenti, gli imprenditori, su ciò che significa veramente agire con responsabilità”.

Non si tratta solo di rispettare regole scritte, ma di saperle interpretare, cogliere segnali nascosti, leggere documenti apparentemente regolari in cui si nascondono tentativi di frode o di infiltrazione. “Il setaccio funziona – ha aggiunto Ferraresi – se chi lo usa è preparato”.
“Modena disegna la legalità” rappresenta dunque un esempio concreto di come la cultura della legalità possa diventare parte integrante della gestione quotidiana del bene pubblico, e non solo un tema da trattare in giornate commemorative.

Gi.Ga.



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