Snam, illustrato il primo Innovation Plan che completa il quadro strategico per la transizione energetica insieme al Transition Plan e al Piano 2025-2029
Snam compie un nuovo passo nella sua strategia di lungo periodo presentando il primo Innovation Plan, un documento che, insieme al Transition Plan e al Piano Strategico 2025–2029, va a completare il quadro programmatico del Gruppo. Una vera e propria roadmap dell’innovazione trasformativa che si propone di affrontare in modo sistemico le sfide della transizione energetica.
“L’innovazione è da sempre nel DNA di Snam, sin dai suoi primi anni, ma le complessità crescenti della fase attuale, caratterizzata dalla fragilità degli equilibri complessivi e da un percorso di transizione energetica sempre meno lineare, hanno ulteriormente accresciuto l’importanza di un costante upgrade tecnologico di asset, processi e sistemi, sviluppando un innovativo modello di gestione e visione della prospettiva”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato Stefano Venier. “Nasce sotto questi presupposti anche il nostro Innovation Plan, una roadmap flessibile che include e mobilita risorse sia interne che esterne, che condividono con noi l’idea di non subire il cambiamento, ma di avere l’ambizione di guidarlo”.
L’Innovation Plan prevede investimenti complessivi in innovazione pari a 400 milioni di euro entro il 2029, con una crescita del 15% rispetto al piano precedente. Questi investimenti si articolano in due linee guida: proven innovation (338 milioni di euro) e explorative innovation (62 milioni di euro), con un approccio duale che consente a Snam di operare tanto sulle tecnologie mature quanto su quelle emergenti.
Elemento centrale della proven innovation è SnamTEC, programma attivo dal 2018 che include oltre 50 progetti orientati a rendere più efficienti e sicuri gli asset industriali. Tra i risultati già ottenuti, spicca la Asset Control Room, piattaforma digitale che integra intelligenza artificiale e monitoraggio remoto per oltre 2.000 operatori. Oggi, il 15% degli applicativi aziendali utilizza IA, percentuale che salirà al 40% entro cinque anni.
Durante la presentazione dell’Innovation Plan, Claudio Farina, Chief Strategy and Technology Officer di Snam, ha dichiarato: “In un contesto operativo sempre più complesso e in rapida evoluzione, influenzato da fattori tecnologici, geopolitici e regolatori, Snam adotta un approccio flessibile e multilivello basato sul modello dual track. Questo integra due direttrici: da un lato la proven innovation, che punta su tecnologie mature, scalabili e già disponibili sul mercato, sviluppate anche grazie al programma strutturato SnamTEC con 340 milioni di euro investiti e oltre 70 progetti, e dall’altro la explorative innovation, focalizzata su tecnologie emergenti sviluppate in collaborazione con università, centri di ricerca e startup. A supporto, due piattaforme tecnologiche: una digitale, per valorizzare i dati industriali attraverso sensoristica, AI e infrastrutture avanzate; l’altra orientata alla decarbonizzazione, con soluzioni per gas a basso impatto carbonico. Centrale nel modello di Snam è anche l’apertura all’ecosistema esterno, in un’ottica di open innovation che promuove ascolto, apprendimento e collaborazione“.
Complessivamente, dal 2000 a oggi, il 100% dei principali processi operativi è stato digitalizzato, abilitando lo sviluppo di progetti di cybersecurity e la creazione di digital twin tridimensionali utili per test, simulazioni e formazione.
Nell’ambito della explorative innovation, Snam guarda a tecnologie non ancora pienamente mature ma ad alto potenziale. Attraverso iniziative come Centrale delle Idee, HyAccelerator, Innova.Lab e Decarbonisation Research Program, l’azienda collabora con startup, università e centri di ricerca per sviluppare soluzioni su temi come idrogeno verde, CCUS, LDES, robotica, IA generativa e clean tech.
A collegare le due anime dell’innovazione c’è il T.LAB, che si occupa di scalare le tecnologie emergenti e integrarle nel core business. Alcuni esempi di progetti in fase di valutazione includono: il Methane detector, una telecamera iperspettrale per rilevare perdite di gas su scala industriale; una Sensoristica meteo marina avanzata nei rigassificatori di Panigaglia e Ravenna; un Laser scanner per il monitoraggio della biodiversità; una Valvole a zero emissioni regolabili da remoto; infine, Nuove tecnologie elettrolitiche per abbattere i costi dell’idrogeno verde.
L’Innovation Plan non è solo tecnologia, ma anche cultura aziendale. È stato pensato in ottica “people-centric”, ovvero finalizzato a valorizzare le competenze interne e colmare i divari generazionali attraverso formazione e aggiornamento continui.
In conclusione, Stefano Venier ha riassunto l’essenza dell’Innovation Plan in tre assi portanti. Il primo è lo sviluppo di tecnologie che rendano le infrastrutture più efficienti, flessibili e pronte a gestire diverse molecole, dal gas all’idrogeno. Il secondo è l’impiego di automazione e robotica per operare in ambienti complessi e poco accessibili. Il terzo, cruciale, è il ruolo delle persone: “Anche con piani definiti, è il contributo quotidiano delle persone che ci porterà davvero agli obiettivi”.
L’intervista a Claudio Farina, Chief Strategy and Technology Officer di Snam
Claudio Farina, Chief Strategy and Technology Officer di Snam ha dichiarato: “L’Innovation Plan di Snam è un documento innovativo: è la prima volta che lo realizziamo ed è una vera e propria roadmap, che indica la direzione degli investimenti e delle tecnologie in cui crediamo e che rappresentano il pilastro tecnologico della nostra strategia per i prossimi dieci anni. Il piano esplora due grandi famiglie di tecnologie su cui stiamo lavorando e continueremo a investire: le tecnologie digitali e le clean technologies“.
“Già oggi“, ha proseguito Farina, “stiamo implementando diverse soluzioni nei nostri asset per renderli più sicuri, più efficienti, ridurre le emissioni e prepararli ad accogliere gas decarbonizzati. Parallelamente, sviluppiamo tecnologie digitali basate su IoT, cloud computing e Intelligenza Artificiale per rendere sempre più automatizzate e data-driven le decisioni operative e gestionali“.
“Il nostro approccio è il dual track: da un lato l’innovazione proven, realizzata in collaborazione con partner tecnologici consolidati e focalizzata su tecnologie mature, affidabili e immediatamente implementabili – su cui prevediamo investimenti per 340 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Dall’altro lato, l’innovazione explorative, più sperimentale e rivolta alla frontiera tecnologica, su cui investiremo circa 50-60 milioni di euro, operando in sinergia con un ecosistema meno strutturato composto da centri di ricerca, università e startup. Le due traiettorie si alimentano a vicenda: le soluzioni più promettenti nate dalla ricerca vengono progressivamente implementate sulla nostra rete e nei nostri asset” ha concluso Claudio Farina.
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