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Bologna, Federmanager e Confindustria: Il mercato dell’AI in Italia vale 760 mln di euro e investimenti in crescita


(Sesto Potere) – Bologna – 8 maggio 2025 – L’intelligenza artificiale costituisce una delle innovazioni più trasformative del nostro tempo e la sua diffusione sta ridisegnando le modalità di produzione, i modelli di business e le dinamiche organizzative di individui e organizzazioni. 

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Secondo il Rapporto AI di 4.Manager, associazione costituita da Federmanager e Confindustria, il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia sta vivendo una fase di espansione.

Nel 2023, ha raggiunto un valore di 760 milioni di euro, segnando un incremento del 52% rispetto all’anno precedente e sottolineando l’importanza strategica dell’AI per lo sviluppo del Paese. Quasi 10.000 le imprese italiane che hanno già adottato tecnologie di AI, con un balzo di circa il 30% rispetto all’anno precedente, evidenziando una domanda di competenze che è aumentata del 157% in 5 anni.

Una porzione significativa del mercato dell’AI italiano è dedicata alle soluzioni per l’analisi e l’estrazione di informazioni dai dati (29%, Data Exploration & Prediction, Decision Support & Optimization Systems), seguita da progetti di interpretazione del linguaggio, scritto o parlato (27%, Text Analysis, Classification & Conversation Systems) e dagli algoritmi che suggeriscono contenuti agli utilizzatori in base alle loro preferenze (22%, Recommendation Systems).

Inoltre, il 10% del mercato è destinato all’analisi di video e immagini, il 7% ai Process Orchestration Systems e il 5% alla Generative AI.

Parallelamente a questa crescita del mercato dell’AI, l’Italia sta puntando sugli investimenti, con un particolare focus sul Venture Capital (VC). Negli ultimi anni, il Paese ha aumentato sostanzialmente il capitale investito in start-up e imprese innovative che sviluppano soluzioni basate sull’AI, rispecchiando un trend positivo che posiziona l’Italia tra i principali ecosistemi tecnologici mondiali.

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I dati sono stati commentati in occasione del convegno “Dalla società del sapere alla società del capire” organizzato dalle Commissioni Sostenibilità e Industria 4.0 di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bologna, con il patrocinio di Rotary Bologna Nord, Rotary Bologna, Rotary Bologna Sud, Rotary Bologna Est, Ordine Ingegneri Ferrara e Ordine Ingegneri Ravenna intitolatoche si è svolto a Bologna il 7 maggio.

Di fronte a questa esplosione, l’incontro ha posto l’accento sull’importanza di fare in modo che le nuove generazioni mantengano la consapevolezza della centralità dell’essere umano, con la sua coscienza e la sua dignità di libero arbitrio, affinché lo strumento venga approcciato e utilizzato in modo corretto e rispettoso per l’umanità. Gli esperti coinvolti hanno messo in luce potenzialità e rischi, innescando una riflessione etica ma anche suggerendo un approccio pragmatico che parta da un’educazione e una formazione appropriate a tutti i livelli, al fine di garantire che il fattore umano continui a predominare su quello meccanico in un’ottica antropocentrica, come evidenziato tra l’altro dal regolamento sull’intelligenza artificiale, l’AI Act, il primo quadro giuridico globale in assoluto sull’IA a livello mondiale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 12 luglio 2024.

“Con questo convegno – hanno dichiarato Roberto Pettinari e Alberto Montanari, Commissioni Sostenibilità e Industria 4.0 di Federmanager Bologna-Ferrara-Ravenna e moderatori del convegno – non abbiamo voluto omologarci agli innumerevoli eventi che esaltano le paure e gli aspetti tecnici relativi al mondo dell’intelligenza artificiale, abbiamo bensì voluto proporre una riflessione su come l’essere umano non debba cadere nella trappola di competere con essa. Si tratta di un interesse pubblico di vitale importanza: tutti dovrebbero essere formati a tale riguardo, soprattutto i giovani e gli studenti.”

Gli aspetti etici sono stati evidenziati da Federmanager anche a livello nazionale nell’ambito del contributo dell’associazione ai lavori che hanno portato alla formulazione dell’Indagine conoscitiva sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro portata a termine dall’XI Commissione della Camera dei Deputati. Le proposte di Federmanager hanno infatti messo al centro il riconoscimento strategico del ruolo dei dirigenti industriali nella transizione digitale, sostenendo la necessità di varare un grande piano nazionale di formazione continua per i manager; la definizione di linee guida etiche per l’adozione responsabile dell’IA nelle imprese; l’istituzione di un Tavolo tecnico permanente sull’evoluzione delle competenze dirigenziali.

Accelerazione tecnologica e approccio Human AI Teaming

Ha aperto i lavori Tullio Patassini, capo segreteria presidente commissione Attività produttive della Camera dei Deputati, che ha sottolineato: “Con l’Intelligenza Artificiale siamo di fronte a un’accelerazione tecnologica che non ha eguali nella storia, una macchina che potrebbe sostituirsi all’uomo nella possibilità di scegliere tra opzioni disponibili, con profonde implicazioni di carattere etico. Ringrazio gli organizzatori del convegno odierno per aver evidenziato che l’innovazione, che è innata alla natura dell’uomo, va governata e non subita, al fine di massimizzarne i risultati contenendo i rischi sia di natura cybernetica che sociale. Cogliendo le potenzialità della tecnologia, è opportuna un’adeguata regolamentazione pubblica che tuteli tutti i cittadini senza limitare la velocità di ricerca, fondamentale elemento competitivo nazionale in un mondo globalizzato.”

Ha evidenziato gli aspetti che caratterizzano un approccio vincente Human AI Teaming Emanuele Frontoni, professore ordinario di Informatica all’Università di Macerata e co-director del VRAI Vision Robotics & Artificial Intelligence Lab, che ha spiegato: “Human-AI Teaming rappresenta un paradigma collaborativo in cui esseri umani e sistemi di intelligenza artificiale operano in sinergia, ciascuno valorizzando le proprie capacità distintive. L’obiettivo non è la sostituzione dell’intelligenza umana, bensì il suo potenziamento attraverso l’integrazione di strumenti intelligenti in grado di amplificare l’efficacia decisionale, l’efficienza operativa e la personalizzazione dei processi. Tale cooperazione si fonda su una distribuzione funzionale dei compiti: l’AI si occupa di elaborazioni complesse, gestione di grandi moli di dati e identificazione di pattern, mentre l’umano esercita giudizio etico, pensiero critico e responsabilità. Affinché questo modello possa realizzarsi in modo sostenibile ed etico, è necessario promuovere trasparenza algoritmica, accountability condivisa e una formazione mirata per sviluppare competenze tecniche, cognitive e relazionali. Questa non è solo una strategia tecnologica, ma una visione culturale e organizzativa del futuro del lavoro, dell’apprendimento e della cittadinanza.

Gli impatti giuridici e sociali della trasformazione digitale

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Luna Bianchi, CEO e Co-founder Immanence, membro del World Economic Forum Working Group for Metaverse Governance, è intervenuta sugli impatti giuridici e sociali della trasformazione digitale e ha evidenziato: “L’IA non è neutra: amplifica bias, automatizza disuguaglianze e ridefinisce il potere decisionale nelle nostre società. Per questo il rischio etico è oggi una componente fondamentale sia a livello di strategia aziendale, sia di costruzione sociale. Essere consapevoli e comprendere che l’IA ci pone davanti a sfide non solo tecnologiche, ma soprattutto culturali, sociali ed etiche è l’unica soluzione per costruire un futuro giusto e sostenibile”.

Intelligenza Artificiale: lo stato dell’arte. L’AGI? Un problema di rappresentazione della conoscenza

Luisella Giani, Expert admitted to participate in the drawing-up of the first General Purpose AI Code of Practice, ha fornito un quadro sullo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale e sull’AGI, ovvero l’intelligenza artificiale generale, che rappresenta la frontiera più ambiziosa della tecnologia AI, con l’obiettivo di replicare le capacità cognitive umane.

“Siamo all’inizio di un cambiamento radicale nel modo di lavorare. Non si tratta solo di automazione – ha sottolineato Giani -, ma di una nuova alleanza tra persone e agenti intelligenti capaci di supportare decisioni, ottimizzare i flussi e generare valore. Non più strumenti, ma veri collaboratori digitali in grado di agire e coordinarsi. Lavorare con l’IA significa ripensare ruoli e competenze. L’impatto non riguarda solo la produttività, ma la comprensione del proprio flusso di lavoro: l’IA non sostituisce, potenzia il contributo umano.”

Intelligenza Artificiale e Intelligenza Umana: cosa ci rende veramente umani?

Della straordinaria convergenza tra le moderne scoperte scientifiche di meccanica quantistica, Platone e le filosofie religiose orientali ha invece trattato l’intervento di Fabrizio Bartoli, professore di fisica, classicista e appassionato di Platone: “C’è un collegamento tra nuove scienze, come fisica quantistica ed epigenetica, e antica filosofia, soprattutto con Platone, riferimento per i filosofi venuti dopo. A lui dobbiamo il concetto dell’interconnessione espresso nel Timeo con la Nutrice, matrix, intreccio, che in fisica si chiama entanglement. Noi non siamo come abbiamo spesso creduto separati, ci sono continue interazioni tra tutte le cose che sono nel cosmo. Anche l’AI è un esempio di questo intreccio, nello specifico tra l’umanità ed enormi raccolte di dati, nel quale la macchina favorisce il collegamento, ma i dati li abbiamo forniti noi.”

Ha chiuso la giornata lo speech di Padre Natale Brescianini, monaco e coach spirituale, Eremo di Monte Giove, che ha chiuso i lavori toccando aspetti legati a spiritualità e tecnoumanesimo: aspetti complementari che, se opportunamente gestiti, possono esaltarsi vicendevolmente.

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“Da sempre – ha spiegato – la condizione dell’essere umano è tecno-umana e ogni sviluppo tecnologico ha cambiato il modo e la prospettiva di capire la realtà. Grazie alla tecnologia possiamo comprendere l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo; ora con l’AI possiamo comprendere e gestire l’infinitamente complesso. Siamo chiamati a capire la particolarità e l’unicità delle diverse intelligenze per entrare in una logica non di sostituzione o competizione, ma di collaborazione (cit. B. Giovanola). L’intelligenza artificiale ha bisogno di dati, di velocità nella elaborazione e ha come risultato delle informazioni e delle previsioni. L’intelligenza umana ha bisogno di relazione, esperienza, di una qualità del tempo profonda per giungere ad una comunicazione che non è solo scambio di informazioni. Abbiamo bisogno di sapienza pratica, che parte innanzitutto dal saper porre le domande giuste.”      

Foto in alto: da sinistra Massimo Melega, Emanuele Frontoni, Padre Natale Brescianini, Luisella Giani, Roberto Pettinari, Luna Bianchi, Fabrizio Bartoli e Tullio Patassini.           



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