Aggiornare le regole nelle catene dei subappalti, più formazione per i lavoratori e i datori di lavoro, valorizzare le figure che in azienda sono deputati a gestire la sicurezza, potenziare il meccanismo “bonus-malus” e dare attuazione alla proposta di legge approvata a inizio anno di inserire nei corsi di educazione civica nelle scuole anche la voce sulla sicurezza in modo, da iniziare a formare sulle misure di prevenzione contro gli infortuni anche i più giovani. Questi i punti principali emersi durante l’incontro dell’8 maggio tra il governo e i sindacati sul potenziamento delle misure per la sicurezza sul lavoro e su come investire gli ulteriori 650 milioni di euro messi a disposizione, insieme all’Inail (l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) dall’esecutivo.
Un incontro durato quattro ore al quale ne seguirà un secondo con le imprese: «proseguiremo il confronto anche con le rappresentanze datoriali che avverranno a stretto giro. Vogliamo investire su quello che le aziende fanno in più rispetto agli obblighi di legge», ha detto la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone uscendo da Palazzo Chigi al termine dell’incontro tra Governo e sindacati.
Entrando nel dettaglio degli ambiti di intervento su cui il governo vuole concentrarsi c’è il potenziamento del meccanismo “bonus-malus” relativo al calcolo dei premi Inail (in sostanza, la riduzione del premio assicurativo in base all’andamento infortunistico dell’azienda), ma anche interventi «sulla formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro attraverso finanziamenti Inail ai fondi interprofessionali». A questi si aggiunge la volontà di voler rafforzare la conoscenza dei temi della sicurezza tra i più giovani, in ambito scolastico, «rendendo strutturale la copertura assicurativa Inail per allievi, personale docente e non docente di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, che questo governo ha introdotto nel 2023». La premier, Giorgia Meloni, durante l’incontro con i sindacati, ha inoltre spiegato come
«per migliorare gli interventi formativi, intendiamo creare un elenco nazionale dei soggetti formatori, a garanzia delle competenze di chi la effettua».
Inoltre, «vogliamo parallelamente valorizzare il ruolo di tutte quelle figure, come Rls, Rspp, Aspp, che sono deputate a gestire la sicurezza nei luoghi di lavoro». Altro ingrediente sul piatto, l’aggiornamento delle regole nella catena dei subappalti, con l’obiettivo di rafforzare i controlli e le responsabilità con particolare riguardo alla sicurezza dei lavoratori.
Inoltre il governo vuole lavorare su un aggiornamento delle regole nella catena dei subappalti con l’obiettivo di rafforzare i controlli e le responsabilità con particolare riguardo alla sicurezza dei lavoratori». Meloni precisa poi «di non aver alcun tipo di pregiudizio sulle proposte che arriveranno. L’auspicio, mio personale e di tutto il Governo, è quello di dar vita a un’alleanza tra Istituzioni, sindacati e associazioni datoriali per mettere la sicurezza sul lavoro in cima alle priorità dell’Italia.
Le reazioni e le richieste dei sindacati
Reazioni positive da parte dei sindacati all’incontro con il governo. Anche il segretario della Cgil, Maurizio Landini, sempre molto critico con questo esecutivo, al termine del tavolo tecnico ha sottolineato come «dal governo per la prima volta abbiamo trovato una disponibilità, almeno sulla carta, ad affrontare questi temi».
I temi su cui poi la Cgil si è concentrata e ha chiesto un impegno al governo sono:
- cancellare il subappalto a cascata, di mettere in discussione e riportale la responsabilità al committente. «La maggioranza dei morti sul lavoro riguarda lavoratori precari, avviene in piccole imprese che sono in subappalto», spiega Landini;
- rivedere il sistema della patente a crediti: queste deve essere estesa a tutte le attività;
- estendere l’indice di congruità anche ad altre attività a partire dall’agricoltura;
- superare la legge Bossi-Fini;
- più sostegno a chi rimane infortunato.
Positiva anche la Cisl con la segretaria generale, Daniele Fumarola, che all’uscita dall’incontro con il governo sottolinea come «la cosa più importante che ha annunciato la premier Meloni riguarda una strategia nazionale con la necessità di tenere insieme tutti i soggetti che devono occuparsene. Una strategia che noi abbiamo spesso proposto chiedendo un patto della responsabilità, mettendo al primo punto la salute e sicurezza sul lavoro. Credo, quindi, che questo sia un obiettivo che abbiamo raggiunto».
I punti dell’Ugl
L’Ugl ha proposto dieci piani nazionali per rafforzare sicurezza e ha giudicato positivo «la proposta del governo di stanziare 650 milioni di euro a sostegno della sicurezza nei luoghi di lavoro. È un passo avanti significativo che riconosce la centralità del tema e la necessità di interventi concreti e strutturali», dichiara Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, a margine dell’incontro fra governo e sindacati, sul tema della sicurezza sul lavoro.
I temi su cui poi l’Ugl si è concentrata e ha chiesto un impegno al governo possono essere così riassunti:
- Più formazione, prevenzione e rafforzare i controlli soprattutto nei settori ad alto rischio (dalla sostituzione dei dispositivi di protezione obsoleti, fino all’addestramento per i lavoratori in cassa integrazione e alla messa in sicurezza di scuole, ospedali e altri edifici pubblici);
- istituzione di una procura nazionale, o, in alternativa, di un coordinamento nazionale fra le procure, per il perseguimento dei reati connessi al mancato rispetto della normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro, al fine di superare le evidenti discrasie che si registrano sui vari territori;
- garantire l’applicazione dei contratti collettivi di riferimento, impedendo il ricorso improprio a subappalti;
- adottare un piano straordinario per contrastare le malattie professionali, con visite mediche specialistiche mirate e formazione continua, soprattutto in quei settori dove il rischio è amplificato da età, genere o mansioni;
- potenziare le banche dati e i sistemi digitali (Sinp) per garantire un’azione ispettiva più efficace e prevenzione mirata, anche attraverso l’intelligenza artificiale, rafforzando gli organici degli ispettori del lavoro e valorizzandone il ruolo economico e professionale.
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