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Gruppo Giva: «Investire per coltivare nuove nicchie» | Siderweb


RHO (Mi) – Investimenti, sostenibilità, crescita e internazionalizzazione. Questa la ricetta indicata a Made in Steel 2025 da Jacopo Vienna, presidente di Gruppo Giva, per riuscire ad affrontare le incognite e le sfide di un contesto geopolitico e di mercato dominato dall’incertezza.

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Il 2024 viene definito da Vienna come un «anno certamente particolare, arrivato dopo due anni molto positivi come il 2022 e il 2023. Nel secondo semestre 2024, in particolare, abbiamo visto un notevole calo su quei mercati che potremmo definire di commodity, dal nostro punto di vista». In particolare, a faticare sono stati settori come quelli della meccanica e del petrolchimico, causando «un risultato leggermente sotto le aspettative, ma comunque positivo. Abbiamo avuto aziende che hanno performato molto bene, in particolare quelle attive nei comparti dell’oil & gas, e altre che hanno sofferto maggiormente la congiuntura economica, soprattutto a causa del rallentamento di un mercato trainante per il nostro settore come quello della Germania». Pertanto, il bilancio «è stato chiuso in modo soddisfacente e ciò è potuto avvenire grazie alla nostra politica di diversificazione, che ci ha permesso anche di focalizzarci su nuove sfide». Rispetto al primo quadrimestre del 2025, Vienna ha spiegato di non aver notato differenza significative rispetto agli ultimi mesi del 2024 e, dunque, «non abbiamo assistito ad una ripresa». Ad influenzare il mercato, secondo il presidente del Gruppo Giva, sono stati fattori esogeni, dalle tematiche macroeconomiche all’incertezza geopolitica. Non da ultimi, a complicare il quadro sono intervenuti anche i dazi disposti dagli Stati Uniti, «portando ulteriori preoccupazioni e ritardando alcune scelte di investimento».

Tuttavia, Giva è riuscita a posizionarsi in alcuni mercati che, nonostante il contesto, sono riusciti a «mantenere una traiettoria positiva. E su questi puntiamo molto». In particolare, alcuni settori «considerati di nicchia, come il power generation, il nucleare, l’oil & gas, stanno riuscendo a mantenere un andamento performante. Inoltre, la nostra integrazione verticale per la produzione di valvole ci permette di assorbire una parte del fabbisogno di semilavorati». Un grande punto di domanda resta relativamente ai settori «più tradizionali». Per quanto riguarda gli Usa, Vienna ha sottolineato come le aziende di Giva abbiamo in America una «fetta abbastanza grande di mercato, che è cresciuto negli ultimi anni». Le maggiori preoccupazioni però sono legate alle conseguenze indirette: «Spesso il nostro prodotto non viene venduto direttamente negli Stati Uniti, ma spesso finisce all’interno di altri manufatti che poi vendono spediti oltreoceano. Ma, fortunatamente, lavorando con player internazionali crediamo che in qualche modo il tema dazi possa essere gestito», ha detto Vienna.

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Nonostante le incognite, il presidente di Giva ha espresso ottimismo per un «2025 che si prefigura come un anno di costruzione e di sviluppo di nuovi mercati alternativi, che crediamo di poter chiudere comunque positivamente». In questo senso, dei possibili mercati alternativi sono indicati da Jacopo Vienna in quelli del nucleare e, più in generale «in quelle nicchie dove la qualità viene riconosciuta».

Per farsi trovare pronti in un contesto globale sempre più sfidante, la politica d’investimento del gruppo «è stata massiva e all’inizio del 2024 abbiamo varato un piano corposo, supportato anche da un pool di banche, con un finanziamento da 150 milioni di euro, che ci ha permesso di dare un grande boost anche a quei progetti già in corso, e ci stiamo dunque focalizzando su alcuni segmenti. In particolare, con la nostra società Italfond ci siamo inseriti in una filiera unica in Europa come quella della produzione di leghe base nichel e ci siamo riusciti grazie all’installazione lo scorso anno di una pressa da 100.000 tonnellate unica al mondo, pensata e disegnata completamente al nostro interno, che ci permetterà di raggiungere anche altri mercati estremamente importanti per il nostro continuo percorso di crescita», ha spiegato Vienna.
Un piano di investimenti che non manca di mantenere un focus sulla sostenibilità, in particolare sull’efficientamento energetico: «Con il nostro Chief Energy and Sustainability Officer, l’ingegner Turi, abbiamo lo scorso anno stabilito la strategia green per i prossimi cinque anni  e il nostro obiettivo è quello di renderci sempre più indipendenti alle fonti fossili, fissando anche il target da qui a tre/quattro anni di avere una produzione di 30-40 Megawatt a livello di gruppo grazie al fotovoltaico. Parallelamente, stiamo lavorando all’efficientamento dei nostri impianti».

Gruppo che ha deciso di tornare a Made in Steel come «scelta strategica della famiglia perché qui, in questi padiglioni, riteniamo di poter veicolare i nostri sforzi diretti all’internazionalizzazione e, di conseguenza, non potevamo mancare ad un appuntamento che permette alla siderurgia italiana, europea e, per certi versi, mondiale di incontrarsi. Esserci non riguarda tanto aspetti commerciali, quanto piuttosto i benefici portati dal dialogo che qui si sviluppa e la condivisione di informazioni. Aspetti fondamentali per il business», ha concluso Jacopo Vienna.



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