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La lega propone incentivi per assumere giovani under 30 e misura flat tax per chi torna in italia


Negli ultimi giorni il tema dei salari e delle condizioni di lavoro dei giovani italiani ha occupato le prime pagine. La Lega ha annunciato un disegno di legge che punta a favorire l’ingresso stabile nel mercato del lavoro e a trattenere i talenti tornati dall’estero. Il provvedimento riguarda anche l’adeguamento dei salari al costo della vita con meccanismi di defiscalizzazione e incentivi fiscali per imprese e lavoratori under 30.

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Flat tax al 5% per giovani lavoratori e il fenomeno dell’emigrazione

Non solo contratti più stabili. La Lega inserisce una flat tax al 5% per i primi cinque anni per giovani assunti con redditi fino a 40.000 euro. Questa agevolazione fiscale si propone come deterrente all’emigrazione, che continua a sottrarre forze giovani e qualificate al mercato italiano. Tra il 2013 e il 2022 oltre 350.000 giovani hanno lasciato il Paese secondo i dati Istat.

La flat tax rende più conveniente restare o tornare, partendo da un incentivo concreto sulle imposte da pagare. È un tentativo di rispondere al fenomeno di fuga dei talenti legati alla ricerca di condizioni economiche migliori altrove. Inoltre il disegno di legge punta a favorire anche il rientro di chi ha lasciato il paese. Per questi giovani il limite di età passa a 35 anni e la soglia di reddito per applicare la flat tax sale a 100.000 euro, così da rendere l’offerta più flessibile e capillare.

Proposta della lega per contratti stabili e incentivi all’assunzione giovanile

Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha spiegato che l’obiettivo è superare stage e tirocini, offrendo contratti a tempo indeterminato per i giovani sotto i 30 anni. L’intento è aggiungere maggiore sicurezza e stabilità in un mercato spesso precario. La proposta prevede un incentivo con decontribuzione totale per tre anni sulle nuove assunzioni e la possibilità per le imprese, nei primi due anni, di recedere pagando un indennizzo pari a tre mensilità.

La misura nasce per contrastare l’alta disoccupazione giovanile e per sostenere l’inserimento concreto nel mondo del lavoro, passando dalle figure temporanee a rapporti stabili. La decontribuzione totale per tre anni è pensata come spinta decisiva per le imprese a scegliere contratti a lungo termine, mentre l’indennizzo riduce il rischio percepito dalle aziende in fase di assunzione. Questi modelli salariali coinvolgono una platea significativa di giovani under 30 e puntano a garantire una stabilità che può incidere positivamente anche sulla capacità di pianificare il futuro.

Riallineamento dei salari con il costo della vita e defiscalizzazione nei rinnovi

Sul fronte dei salari il ddl interviene per ridurre i ritardi nei rinnovi dei Contratti collettivi nazionali, che hanno impatto diretto su aumenti retributivi. Si prevede una defiscalizzazione per i rinnovi eseguiti nei tempi previsti e l’introduzione di un legame del salario all’andamento dell’Ipca, cioè l’indice dei prezzi al consumo armonizzato.

Contabilità

Buste paga

 

Questo sistema esiste già in alcuni contratti, come quello dei metalmeccanici, ma il progetto punta a estenderlo. La soglia massima di incremento legata all’inflazione sarebbe del 2%, evitando così richieste automatiche e incontrollate di aumento. Non si torna alla scala mobile, che aumentava automaticamente i salari, ma si incentiva la contrattazione che risponda più rapidamente e in modo equilibrato ai cambiamenti del costo della vita.

Nuovi strumenti per premi legati al costo della vita nelle diverse aree del paese

Un altro punto previsto dal ddl riguarda il “trattamento economico accessorio” nella contrattazione di secondo livello. L’idea è introdurre una defiscalizzazione nata per riconoscere contributi che salgono o scendono in base al costo della vita locale. Ad esempio chi lavora a Milano potrebbe ricevere un contributo maggiore per l’alloggio rispetto a chi opera in province con costi più bassi.

Non si tratta di gabbie salariali, ma di adattare i premi per compensare differenze reali nelle spese. Anche queste modifiche saranno previste per i nuovi contratti, per ragioni di contenimento economico. Il governo sta lavorando a stime più precise dei costi complessivi e alle coperture inevitabili per ogni novità proposta.

Coperture finanziarie e compatibilità del disegno di legge

Sostenere finanziariamente queste misure non richiede debiti rilevanti ma un riuso mirato delle risorse già esistenti. La decontribuzione si collegherà a fondi attivi per incentivi sulle assunzioni, mentre per la flat tax in corso di definizione restano i calcoli sul peso fiscale. Durigon ha insistito sul fatto che si tratta di un investimento che serve a fermare la perdita dei giovani formati nel Paese.

Il disegno di legge evita di incrementare la spesa pubblica attiva per contratti già esistenti, puntando invece a onorare nuovi rapporti di lavoro con condizioni agevolate. Le coperture verranno definite nel dettaglio solo a disegno di legge pronto per la presentazione parlamentare. Non si prospettano quindi innalzamenti difficili da gestire per il bilancio pubblico e le misure rientrano nel quadro di incentivo alla crescita occupazionale.

Prospettive parlamentari e dibattito sul salario minimo

Il disegno di legge sarà sottoposto alla discussione in Parlamento, dove però si confrontano posizioni diverse sulle politiche salariali. L’opposizione richiede l’introduzione di un salario minimo legale, mentre la Lega ritiene che questa strada danneggi i salari mediani e la contrattazione collettiva.

Secondo il sottosegretario Durigon la soluzione migliore resta il rafforzamento dei rinnovi contrattuali e degli incentivi, senza interventi imposti dal legislatore che potrebbero paralizzare il confronto sociale. Il tema resta centrale per sostenere i redditi in un contesto che vede la crescita del costo della vita e la necessità di adeguamenti puntuali e contemperati.

La sfida dei prossimi mesi sarà riuscire a far confluire le diverse sensibilità politiche in un quadro normativo condiviso, che concili la crescita dei salari e la tenuta delle imprese in un’economia italiana ancora alle prese con molte incognite quotidiane.

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