La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!

 

Partite IVA, sanatoria abbinata al concordato anche per il biennio 2025-2026


Torna in campo la sanatoria abbinata al concordato preventivo biennale. Dalla Commissione Finanze della Camera arriva la richiesta al Governo di prevedere il ravvedimento speciale anche per le adesioni relative al biennio 2025-2026

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

Partite IVA, concordato preventivo con sanatoria retroattiva anche per il biennio 2025-2026.

A richiedere la riedizione del ravvedimento speciale abbinato al patto con il Fisco è la Commissione Finanze del Senato, nel parere sullo schema di decreto correttivo elaborato il 7 maggio 2025.

Si tratta della pace fiscale ultra agevolata, che ha affiancato al concordato un condono per gli anni dal 2018 al 2022. Dalla Commissione arriva quindi la proposta di estenderlo anche alla “nuova stagione” della misura, ampliandone gli effetti al 2023.

Una proposta alla quale si affianca quella formulata in Commissione al Senato di limitare l’incremento di reddito al 10 per cento per ciascun periodo d’imposta, di modo da rendere più attrattivo il concordato preventivo biennale.

Opportunità uniche acquisto in asta

 ribassi fino al 70%

 

Partite IVA, sanatoria abbinata al concordato anche per il biennio 2025-2026

Lo schema di decreto correttivo in materia di concordato preventivo biennale, adempimenti e contenzioso approvato il 13 marzo in Consiglio dei Ministri, termina l’iter di discussione da parte delle Commissioni competenti di Camera e Senato.

Come tutti i decreti legati alla riforma fiscale, il testo dovrà quindi tornare nelle mani del Governo per il via libera definitivo, e non è escluso che vi siano novità importanti per rendere più appetibile lo strumento di compliance nato lo scorso anno.

Come detto, in Commissione Finanze della Camera è tornata la richiesta di abbinare al concordato una sanatoria, quella già prevista per il biennio 2024-2025 e che ha preso il nome di ravvedimento speciale.

Una proposta sulla quale la scelta finale spetterà al Governo e al MEF, ma che in ogni caso riaccende l’attenzione sulle vie per rendere più tangibili i vantaggi del patto con il Fisco.

Nello specifico, nel parere elaborato il 7 maggio si chiede di:

“prevedere, anche per i soggetti che aderiranno al concordato preventivo per il biennio 2025-2026, la possibilità di potersi avvalere del ravvedimento speciale per gli anni pregressi, di cui all’articolo 2-quater del decreto-legge n. 113 del 2024, prevedendo altresì di estenderne gli effetti all’anno di imposta 2023”.

Si tratterebbe quindi di un’ estensione delle regole già messe nero su bianco, con l’inclusione dell’annualità 2023 tra quelle sanabili.

Cos’è il ravvedimento speciale abbinato al concordato: una sanatoria a costo ultra-ridotto

Il ravvedimento speciale, introdotto con l’articolo 2-quater del decreto Omnibus n. 113/2024, ha accompagnato la stagione del patto con il Fisco per il biennio 2024-2025 e consente di regolarizzare omissioni dichiarative pagando un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, delle relative addizionali e dell’IRAP.

Si applica in relazione alle violazioni commesse per i periodi d’imposta dal 2018 al 2022, e consente di mettersi in regola mediante il versamento di un’imposta flat, con aliquota ultra-ridotta e con base imponibile determinata forfettariamente.

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

La base imponibile per il calcolo dell’imposta dovuta è determinata sulla base del punteggio ISA, considerando la differenza tra il reddito d’impresa o di lavoro autonomo già dichiarato in ciascuna annualità e l’incremento dello stesso determinato nelle seguenti misure:

  • 5% per i soggetti con punteggio ISA pari a 10;
  • 10% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore ad 8 e inferiore a 10;
  • 20% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 6 e inferiore a 8;
  • 30% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 4 e inferiore a 6;
  • 40% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 3 e inferiore a 4;
  • 50% per i soggetti con punteggio ISA inferiore a 3.

Alla base imponibile forfettaria si applicherà la flat tax pari al:

  • 10%, in caso di punteggio ISA nel periodo d’imposta pari o superiore a 8;
  • 12%, in caso di punteggio ISA da 6 e fino a 7,99;
  • 15%, in caso di punteggio ISA inferiore a 6.

Regole di calcolo ancora più agevolate sono previste per gli anni 2020 e 2021: le imposte sostitutive dovute sono ulteriormente sono ridotte del 30%.

Per quanto riguarda l’IRAP invece, la flat tax da applicare è invece pari al 3,9 per cento.

Uno slalom di regole particolareggiate sulle quali è ulteriormente intervenuto il DL Fiscale 155/2024 collegato alla Legge di Bilancio 2025.

Per i soggetti ISA con ricavi o compensi fino a 5.164,569 che hanno dichiarato una causa di esclusione dall’applicazione degli ISA negli anni del Covid:

  • i redditi dichiarati andranno rivalutati del 25%;
  • l’imposta sostitutiva dovuta è pari al 12,5%, con ulteriore riduzione del 30% in presenza di cause di non regolare svolgimento dell’attività.

Un dedalo di particolarità che la Commissione Finanze della Camera chiede di riproporre anche per il biennio 2025-2026, estendendo come detto agli anni ravvedibili anche il 2023.

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

Concordato preventivo biennale 2025-2026, un tetto del 10 per cento all’aumento del reddito

Alle proposte della Camera si affiancano quelle della Commissione Finanze e Tesoro del Senato.

Anche in questo caso le soluzioni per rendere più appetibile la proposta di adesione vengono riprese dal passato, pur se in relazione a richieste non accolte dal Governo per lo scorso biennio.

Come evidenziato nello stesso parere datato 7 maggio, la Commissione aveva proposto – in fase di prima attuazione – di prevedere, nella procedura di elaborazione e definizione della proposta di concordato, che l’eventuale incremento del reddito e della produzione netta rispetto a quello dell’anno di riferimento preso a base fosse limitato ad una percentuale fino al massimo del 10 per cento.

Anche per il concordato 2025-2026 il Senato chiede quindi di limitare la possibilità di incremento del reddito, rispetto all’annualità precedente, con il fine di eliminare fattori di incertezza che finora hanno frenato il successo pieno dell’iniziativa.

Il Senato evidenzia però un’ulteriore criticità, relative alla previsione dell’applicazione dell’IRPEF del 43 per cento sugli incrementi reddituali superiori a 85.000 euro. Una novità che, escludendo la possibilità di tassare gli aumenti di reddito applicando la flat tax, porterà a un calo delle adesioni per il prossimo biennio.

Questo perché, sostiene la Commissione, l’Agenzia proponendo uno scostamento superiore a 85 mila euro, potrà determinare autonomamente proprio le condizioni per applicare l’aliquota marginale massima.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

La richiesta è quindi di eliminare il riferimento alla tassazione più gravosa o, in alternativa, di incrementare la soglia a 100.000 euro.

L’ultima parola spetta ora al MEF: nel testo definitivo del correttivo, atteso ormai a breve, sarà possibile accogliere o meno i pareri delle Commissioni, che assumono natura non vincolante.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.