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Dazi e guerra, l’Istat vede grigio. Rallenta il Pil mondiale


Le misure commerciali Usa annunciate da Trump continuano a generare un clima di persistente incertezza

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L’Istat vede grigio. Da un lato i dazi Usa voluti da Donald Trump dall’altro i fronti di guerra aperti lasciano spazio a previsioni non rosee. L’Istituto di statistica – nella sua nota di aggiornamento – parla di “economia mondiale in rallentamento” per quest’anno e di “prospettive di crescita al ribasso“.

Dazi Usa, scenario incerto

“Lo scenario internazionale continua a essere caratterizzato da un rallentamento dell’attività economica e da un’elevata e persistente incertezza – rileva l’Istat – alimentata dagli annunci sulle misure di politica commerciale da parte della nuova amministrazione statunitense“. Questo scenario globale – prosegue l’Istat – “ha cominciato a penalizzare le decisioni di consumatori e imprese. Gli annunci ufficiali sulle misure di politica commerciale da parte della nuova amministrazione americana, nelle ultime settimane, sono stati oggetto di frequenti modifiche. Al momento, è estremamente difficile prevedere gli esiti finali delle negoziazioni sui dazi tra gli Stati Uniti e gli altri principali Paesi. Permangono forti tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina e in Medio Oriente“.

Le stime sul Pil

In tale contesto, le più recenti previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) stimano una decelerazione del Pil mondiale quest’anno (da +3,3% del 2024 a +2,8% del 2025), con una moderata ripresa nel 2026 (+3,0%) “. Nel primo trimestre “a fronte di una buona tenuta dell’economia in Cina e nell’area euro, il Pil degli Stati Uniti ha segnato una lieve variazione negativa, principalmente dovuta a un forte aumento delle importazioni“. Secondo la stima preliminare nei primi tre mesi dell’anno il Pil italiano è cresciuto dello 0,3%, risultato migliore di Francia e Germania, ma inferiore alla Spagna”.

Usa, deficit commerciale

“Il deficit commerciale Usa ha toccato un nuovo minimo a marzo di -161 miliardi di dollari (-148 miliardi a febbraio) – spiega l’Istat – l’attesa per l’annunciato inasprimento dei dazi a partire da aprile ha infatti spinto le imprese americane ad anticipare gli acquisti dall’estero”. A febbraio il commercio internazionale di merci in volume è rimasto invariato rispetto al mese precedente, dopo la crescita dello 0,7% a gennaio. Sul fronte delle importazioni, gli Stati Uniti hanno mostrato una lieve diminuzione congiunturale dell’import di merci in volume (-0,4%) dopo il forte aumento del mese precedente (+12,2%). Per quel che riguarda le esportazioni, a febbraio si riscontra soprattutto un incremento per il Giappone (+7,4%), che ha più che compensato il calo del 3,1% di inizio anno.

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In calo fiducia imprese

“Il clima di fiducia delle imprese ha mostrato la terza flessione consecutiva ad aprile, coinvolgendo tutti e quattro i principali settori economici – rileva ancora l’Istat – in diminuzione, nello stesso mese, anche la fiducia dei consumatori, con un peggioramento particolarmente marcato delle opinioni sulla situazione economica dell’Italia”.

Per l’Italia la produzione industriale a +0,1%

A marzo 2025 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,1% rispetto a febbraio. Nella media del primo trimestre il livello della produzione aumenta dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile presenta aumenti congiunturali nei comparti dei beni strumentali (+2,2%) e dei beni intermedi (+1,1%); variazioni negative registrano invece, i beni di consumo (-1,3%) e l’energia (-1,9%). Al netto degli effetti di calendario, a marzo 2025 l’indice generale diminuisce in termini tendenziali dell’1,8% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a marzo 2024). Si registra un aumento esclusivamente per l’energia (+4,5%).

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