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Subappalti, si cambia: Meloni boccia Salvini per le morti sul lavoro


Non è un gran periodo per Matteo Salvini, costretto a rinculare su due leggi spot che aveva firmato non solo in quanto inutili ma perché considerate, dati alla mano, dannose. Il vicepremier è noto per le sue marce indietro, ma quelle delle ultime 48 sono abiure che fanno male: dopo il codice della strada, sarà smontata anche la sua riforma dei subappalti. Ad avvisarlo al telefono è stata la premier in persona che aveva bisogno di recarsi all’incontro con i sindacati con qualcosa in mano. E infatti durante la riunione il governo ha comunicato la disponibilità ad aggiornare il codice degli appalti del titolare dei Trasporti, che estendeva quelli a cascata, «con l’obiettivo di rafforzare i controlli e le responsabilità con particolare riguardo alla sicurezza dei lavoratori».

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SALVINI, SEBBENE INVITATO, non c’era al vertice con le parti sociali (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu, Cse), assente pure il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. In giornata non farà pervenire nessun commento sulle modifiche a quel codice che aveva difeso strenuamente fino a poche settimane fa, nonostante i dati che indicavano come la stragrande maggioranza delle morti sul lavoro avvenisse in regime di subappalto. Lo ha invece passato a farsi fotografare mentre inaugura cantieri. Nella sala Verde di Palazzo Chigi con Giorgia Meloni c’erano invece l’altro vicepremier, il forzista Antonio Tajani (che non mancherà di sottolineare nella sua dichiarazione post vertice la modifica alla riforma Salvini), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il presidente dell’Inail Fabrizio D’Ascenzo. E i ministri interessati: Adolfo Urso (Attività produttive), Tommaso Foti (Affari Europei e Pnrr) e Marina Calderone, titolare del Lavoro.

LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, poco incline alle conferenze stampa, agli incontri con sindacati e con le Camere, ma propensa alla propaganda, apre il vertice dicendosi da sempre «convinta del confronto e del dialogo con i corpi intermedi della società» perché «la politica non ha tutte le risposte». Si dimostra consapevole della portata delle morti bianche nel nostro paese (tre al giorno, secondo l’Inail) e disposta a «prevenire le troppe tragedie che continuano a ripetersi, spesso con le stesse dinamiche e le stesse cause». Elenca quindi il piano dell’esecutivo da lei guidato per arginare gli incidenti sul lavoro che però, esclusa la clamorosa modifica del codice salviano, non contiene altre novità: il meccanismo a cui la destra aggancia la sicurezza è sempre quello premiale. Oltre a risorse per la formazione per dipendenti e datori di lavoro, sono previsti infatti incentivi alle imprese che investono in prevenzione, potenziando il meccanismo del cosiddetto bonus-malus relativo al calcolo dei premi Inail.

E SI PROSEGUE sulla strada della patente a punti, che Calderone vuole estendere ad altri settori, oltre l’edilizia, e su quella dei Pcto (ex alternanza scuola lavoro): «Confermo la nostra volontà di tenere in protezione il mondo della scuola rendendo stabile e strutturale l’assicurazione Inail per il personale docente e non docente, e anche per tutti gli studenti. Vogliamo essere più incisivi anche in quell’attività che viene svolta nei percorsi di alternanza scuola-lavoro», ha dichiarato la ministra. Anche il vertice con i sindacati è occasione per una nomina: l’ex governatore della Campania Stefano Caldoro (socialista di centrodestra andato verso Fdi) è stato incaricato di gestire le relazioni con le parti sociali. I fondi disponibili per gli interventi (poi scelti da un tavolo tecnico) sono circa 1,2 miliardi: 650 milioni reperiti con l’Inail che si sommano ai 600 milioni già previsti dai bandi Isi 2024. Il resto, ha spiegato Foti, sarà recuperato dalla revisione del Pnrr.

I SINDACATI REGISTRANO le aperture del governo e descrivono il vertice come «collaborativo». «Per la prima volta, su tutta una serie di temi che abbiamo posto, hanno formalmente dichiarato la disponibilità a confrontarsi ed entrare nel merito, non era mai successo – ha commentato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini –. Che le risposte siano quelle che chiediamo noi è tutto da vedere». E ha sottolineato come uno dei 4 quesiti sul lavoro della Cgil riguardi l’abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. «Tra le altre cose, affronta proprio il tema di come si supera la logica del subappalto a cascata e di come si qualifica l’impresa che decide di appaltare. Ho detto con una battuta al governo – ha raccontato Landini – che se vogliamo risolvere il problema immediatamente c’è un referendum», il prossimo l’8 e il 9 giugno. «È andata bene perché sono state accolte due nostre richieste: istituire un tavolo alla presidenza del Consiglio e utilizzare i residui del bilancio Inail per destinarli alla sicurezza. Poi, ovviamente, bisogna entrare nel merito», ha affermato il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Mentre per Antonio Di Franco, che rappresenta il sindacato degli edili della Cgil, Fillea, è mancata «l’ammissione da parte del governo che la patente a crediti così come è non realizza effetti».

QUANTO A SALVINI, «il subappalto a cascata, con i livelli di corruzione in Italia e 200 miliardi di economia sommersa, ha fatto ridere l’Europa – ha detto Di Franco – vedremo se questa disponibilità produrrà risposte: siamo a 3 morti al giorno e a livelli di sfruttamento dei lavoratori in continuo aumento»

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