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Dalla Zes Unica alla task force per gli investimenti, la politica economica è la grande protagonista all’Ars


Le attività politiche all’Ars entrano nel vivo. La settimana ormai alle spalle è stata segnata del ritorno a pieno ritmo dei lavori, sia tra i banchi dell’aula che in quelli delle varie Commissioni. A Sala d’Ercole il clima non è stato dei migliori e la maggioranza di centrodestra ha vacillato nel corso delle sedute di martedì e mercoledì. Le acque non si sono ancora del tutto calmate e le giornate di oggi e domani potrebbero rivelarsi momenti chiave per la vita del governo e la strada che intende intraprendere.

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Maggio, infatti, sarà in larga parte dedicato alle politiche economiche. Dalla task force per l’attrazione e la promozione degli investimenti fino alla Zes Unica, gli argomenti certamente non mancheranno. Dei prossimi step ne abbiamo parlato con l’assessore regionale all’Economia Alessandro Dagnino.

Tra i punti all’ordine del giorno in II Commissione Bilancio, presieduta da Dario Daidone, figura infatti l’esame per il parere allo schema di decreto assessoriale sulle modalità attuative per la costituzione e l’operatività della task force per l’attrazione e la promozione degli investimenti. Non si tratta di una novità. La misura era già presente all’interno del Defr e del Nadefr e prevista nell’ultima Legge di Stabilità.

La norma istituisce l’Agenzia per l’attrazione degli investimenti, una forma di ente pubblico non economico con diverse funzioni, come quelle di agevolare e attrarre investimenti nazionali e internazionali nel territorio della Regione Siciliana, contribuendo al rilancio del Pil e alla creazione di nuove opportunità di lavoro, attraverso strategie ben definite per dialogare con gli investitori, offrendo supporto e assistenza tecnica qualificata agli stessi e promuovendo una rete di collaborazione e raccordo tra enti pubblici e privati, associazioni di categoria, camere di commercio e altri soggetti interessati alla promozione di opportunità di investimento. Per accelerarne l’entrata in vigore, però, si è pensato di insediare un organismo all’interno dell’Irfis, evitando così la costituzione di un nuovo ente e costi maggiori, puntando su quindi su un’organizzazione già esistente. Sarà composto da un team di cinque persone con lo scopo cercare e attrarre gli investitori fuori il territorio regionale, presentando loro varie opportunità, agevolazioni e le aree dove poter investire.

E’ una misura rilevante nell’ambito della politica economica del governo – spiegato l’assessore Dagnino – è una legge portata avanti con la Legge di Stabilità e adesso siamo pronti. Confidiamo in un veloce avvio della attività perché la ricerca di investimenti è di grande importanza soprattutto in termini di occupazione. Secondo i dati del rapporto Svimez e come ha evidenziato anche il presidente Schifani, bisogna promuovere la media e grande imprese, al fiano di consolidate iniziative per promuovere la piccola e micro impresa“.

Ha invece completato l’iter in Commissione il ddl sulla Zes Unica (CLICCA QUI). Il governatore siciliano Renato Schifani e il presidente della III Commissione Attività produttive Gaspare Vitrano hanno spinto affinché il testo arrivi il prima possibile in aula per l’approvazione. Filtra ottimismo, ma l’attuale stato di salute della maggioranza potrebbe comportare qualche ostacolo imprevisto. Il disegno di legge nasce da una facoltà prevista all’interno della norma nazionale, che a partire dal 1° gennaio 2024 ha previsto l’introduzione della Zes Unica. Secondo l’articolo 14, infatti, “ciascuna regione interessata può presentare al ministro per gli Affari europei, Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, al ministro per la Pubblica amministrazione e al ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa una o più proposte di protocollo o di convenzione per l’individuazione di ulteriori procedure semplificate e regimi procedimentali speciali”. In tale range di possibilità si è così mossa la Regione, individuando ulteriori procedure semplificate e regimi procedimentali speciali all’interno di specifiche aree del territorio siciliano, denominate a burocrazia semplificata e a legalità controllata.

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Da una parte – ha precisato Dagnino – è previsto l’intervento sostitutivo del presidente della Regione nel caso in cui esistano casi di inerzia procedimentale imputabili all’amministrazione regionale. Abbiamo così previsto una norma di legge, un’esperienza già eseguita in altri ordinamenti, in modo da poter andare al di là delle semplificazioni. Un’altra dimensione riguarda proprio le semplificazioni. In un territorio come al Sicilia possono rappresentare un minore controllo sulle attività economiche. Come contraltare sono previsti dei controlli specifici sul territorio. Ecco perché si è voluto circoscrivere la Zes Unica ad aree dove è possibile eseguire specifici controlli di legalità“.

L’assessore regionale all’Economia ha sottolineato come si tratti di un modo per “attrarre l’impresa sana. L’impresa che ha bisogno di troppi contributi è un’impresa che potrebbe nascondere il rischio di non poter stare sulle proprie gambe. Mentre un’impresa che cerca solo semplificazioni vuol dire che è più sicura del fatto suo e gli interessa solo velocizzare e non essere sostenuta. Quando si fece la Zes siciliana – ha spiegato infine Dagnino – ci fu una lunga gestazione proprio a causa dell’esigenza di identificare le aree. Per evitare ciò, per l’attuazione della norma si è pensato di istituire, in maniera oggettiva, per legge, le fasce di allargamento, stabilite da un parametro quantitativo, per passando poi al futuro l’esercizio di eventuali poteri discrezionali per l’identificazione. Il criterio oggettivo ci consente di partire subito poi ci potrebbero essere dei correttivi con un decreto di giunta“.



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