«Prima ci liberiamo del gas fossile e meglio è. A partire naturalmente da quello di Putin». Maurizio Izzo apre la nuova puntata del podcast di greenreport segnalando l’intervista ad Annalisa Corrado. L’europarlamentare parla di Europa e del pericolo che per semplificare le norme sulla transizione si finisca in una situazione di deregulation: «Il rischio è molto alto e si vede di fatto su tutti i dossier. Fortunatamente c’è stato un patto di maggioranza per arginare il rischio che la semplificazione diventi deregolamentazione». Sul fronte energetico, Corrado dice che è possibile liberarci dalla dipendenza dei combustibili fossili, «è possibile innanzitutto facendo sul serio sulle energie rinnovabili, che rappresentano la soluzione definitiva, e dunque sull’elettrificazione dei consumi. Il resto passa dall’import di gas da altri Paesi, che in molti casi non sono comunque paladini dei diritti umani e civili; ricordiamo che lo stesso Donald Trump sta facendo passare la sua guerra commerciale dal Gnl. Prima ci liberiamo dal gas fossile meglio è, a partire chiaramente da quello di Putin».
Il Green deal serve all’Europa e serve alle imprese, continua Izzo nella segnalazione delle principali notizie della scorsa settimana, che dalla sostenibilità traggono vantaggio. Lo scrive Andrea Pronti, che sulle nostre pagine illustra bene questo fatto. Guai ora a farsi distrarre da Trump, è il messaggio, «se fossi americano – scrive il ricercatore – sarei preoccupato per il mio futuro, anche professionale».
E che la svolta verde faccia bene alle imprese lo certifica l’Istat, continua il direttore responsabile di greenreport con la notizia seguente: «Sono 39mila le imprese manifatturiere con almeno 10 addetti che dichiarano di avere realizzato nel 2021-2022 almeno un’azione volta a migliorare la sostenibilità ambientale della propria attività, pari al 59,0% del totale. Queste imprese impiegano circa 2 milioni di addetti (75,4%) e producono 217 miliardi di valore aggiunto (81,6%) pari al 70,9% del totale della manifattura». Insomma, chiosa Izzo, le imprese ci credono».
Si parla poi del lupo, che in Europa è stato oggetto di un declassamento in quanto a protezione. Protestano le associazioni, che sottolineano come il declassamento porterà anche meno finanziamenti per gli strumenti di protezione degli allevamenti sia per gli indennizzi relativi agli attacchi. «Sicuri che ci sia di che brindare?», domanda retoricamente Izzo.
Che poi chiude così questa puntata del podcast di greenreport: «È stato un piacere presentare nei giorni scorsi il libro di Giulio Berti “Ha sempre fatto caldo!”. Lo abbiamo fatto in occasione degli Ecadays di Pontedera. Giulio è un ricercatore con la passione della divulgazione e riesce, nel libro e anche negli incontri, a smontare con apparente facilità le montagne di menzogne che circolano sul cambiamento climatico. Il libro è utile e vi consiglio di regalarlo a chi dice che ha sempre fatto caldo».
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