“L’agroalimentare rappresenta una delle eccellenze del nostro sistema produttivo, capace di unire tradizione e qualità, cultura e territorio, ma anche di confrontarsi con le sfide della contemporaneità: la transizione ecologica, la sicurezza alimentare, la digitalizzazione e la crescente competitività internazionale. In questo scenario, la capacità di innovare, sia nei prodotti che nei processi, si configura come una leva fondamentale per garantire la competitività delle nostre imprese, per creare valore lungo tutta la filiera e per rispondere meglio di altri ai bisogni dei consumatori in Italia e nel mondo intero”.
Così Paolo Mascarino, presidente Federalimentare, in occasione del “1° Rapporto sulla Trasformazione Tecnologica della Filiera Agroalimentare. Il Contributo della Startup Economy”, promosso da Federalimentare, sostenuto da Confagricoltura e realizzato dal Centro di Ricerca Luiss-X.ITE, con la collaborazione degli esperti di Linfa AgriFoodTech Fund Ti.
“In questa direzione è importante riconoscere e valorizzare i passi avanti già compiuti. Il primo, mi riferisco in particolare alla recente costituzione della Rete per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico che abbiamo battezzato RE.RITT promossa dal Cluster Agrifood CLAN, di cui sono presidente e presentata a Milano lo scorso 5 maggio con il pieno e convinto sostegno del Ministero dell’Università e della Ricerca.
Una iniziativa che rappresenta un primo concreto strumento di coordinamento tra il mondo della ricerca, le istituzioni e l’industria agroalimentare. La rete ha il potenziale per diventare un nodo centrale del nostro ecosistema dell’innovazione. E’ ora fondamentale sostenerne l’operatività, rafforzarne il ruolo e garantirne l’integrazione con le politiche nazionali e regionali per lo sviluppo del settore.
Il secondo punto che desidero evidenziare è particolarmente significativo per la giornata di oggi: viene infatti presentato il primo rapporto sulla trasformazione tecnologica della filiera agroalimentare, promosso e curato dal Centro di ricerca Luiss X.Ite. Si tratta di uno strumento fondamentale per mappare, raccogliere e rendere visibili a tutti le sperimentazioni in corso da parte delle start up italiane e dei centri di innovazione.
L’osservatorio sarà una piattaforma strategica per facilitare la conoscenza condivisa, mettere in rete le soluzioni più promettenti e incentivare il dialogo tra innovatori, imprese e istituzioni.
Il terzo punto riguarda la promozione del finanziamento pubblico, della ricerca del settore agroalimentare, anche attraverso una più efficace partecipazione dell’Italia ai programmi europei. A questo proposito stiamo già lavorando per costruire una partnership europea finalizzata ad accedere ai fondi Horizon Europe dedicati all’agroalimentare.
Senza una piattaforma non possiamo accedere a questi fondi. È un passaggio cruciale per potenziare la nostra proiezione internazionale e rafforzare la competitività del settore su scala globale. In parallelo sono stati avviati contatti con il Ministero dell’Università e della Ricerca per costruire una collaborazione strutturata che rafforzi il cofinanziamento nazionale e la sinergia con la politica europea. Affinché le imprese investano in ricerca è fondamentale che esista un contesto favorevole, stabile e prevedibile in cui il sostegno pubblico agisca da moltiplicatore degli investimenti privati.
Sono convinto che il futuro dell’agroalimentare italiano passi attraverso una visione lungimirante, capace di valorizzare la nostra tradizione attraverso l’innovazione, coordinamento, conoscenza condivisa e sostegno alla ricerca di cui abbiamo parlato sono i tre pilastri su cui possiamo costruire un sistema agroalimentare più competitivo, più sostenibile e più vicino alle esigenze dei cittadini.”
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