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Regione Lombardia hub per la salute ginecologica delle donne


Si è tenuto ieri presso la sede della Regione Lombardia il convegno “Le malattie invisibili ginecologiche: diagnosi, prevenzione delle complicanze, presa in carico e gestione del paziente“, un’importante occasione di confronto su patologie spesso sottovalutate o misconosciute, ma che impattano profondamente sulla qualità di vita delle pazienti.

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Durante l’evento, organizzato da Eventitaly di Elena Albanese con il contributo non condizionante di Zambon, è intervenuto il Dott. Mario Melazzini, Direttore Generale Welfare della Regione Lombardia, portando il saluto istituzionale e quello dell’Assessore al Welfare Guido Bertolaso, impossibilitato a partecipare.

Melazzini ha voluto innanzitutto ringraziare i pazienti e le associazioni che danno voce e visibilità a problematiche troppo spesso ignorate: “Le cosiddette malattie invisibili sono in realtà l’emblema di bisogni non riconosciuti, non sempre compresi o correttamente inquadrati dalla sanità tradizionale. La risposta non può che essere multidisciplinare, centrata sulla persona”.

Nel suo intervento ha sottolineato come patologie quali endometriosi, vulvodinia, neuropatia del pudendo e dolore pelvico cronico, cistite interstiziale, siano paradigmatiche di questa invisibilità clinica e sociale. “Tra le invisibili – ha detto – l’endometriosi è forse la più ‘visibile’, ma è solo la punta dell’iceberg. La Regione ha avviato un’importante rete di centri hub e spoke per la diagnosi e trattamento dell’endometriosi, con 10 centri specializzati e 27 territoriali. Ora è tempo di ampliare l’orizzonte”.

Grande apprezzamento è stato espresso per la proposta di legge regionale, volta a strutturare una rete regionale dedicata alle malattie ginecologiche invisibili. “Questo disegno normativo – ha sottolineato Melazzini – punta a riconoscere ufficialmente bisogni oggi in gran parte a carico delle pazienti, garantendo presa in carico pubblica, percorsi di diagnosi precoce, sostegno psicologico, e soprattutto l’integrazione ospedale-territorio”.

Un passaggio chiave sarà la creazione di un Osservatorio regionale che promuova l’elaborazione di linee guida diagnostico-terapeutiche, con un approccio transdisciplinare e transculturale, capace di ascoltare e rispondere ai bisogni concreti delle donne lombarde.

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Melazzini ha infine garantito il pieno supporto della Direzione Generale Welfare all’iter legislativo e ai futuri sviluppi attuativi, sottolineando: “Abbiamo la possibilità, anche grazie all’equilibrio di bilancio raggiunto dalla Regione, di investire concretamente per garantire diritti e cure a chi finora è rimasto invisibile. È nostro dovere istituzionale, ma anche un gesto di civiltà”.

Durante i lavori è intervenuta anche la Consigliera regionale Claudia Carzeri, che ha illustrato l’evoluzione normativa e politica legata al tema: “All’inizio di questa legislatura, ho promosso due importanti interventi in ambito sanitario: uno riguardante la vulvodinia, la neuropatia del pudendo e l’endometriosi, e l’altro sulla diastasi dei retti addominali. Quest’ultima, pur comportando gravi complicanze, non è ancora riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale”.

Carzeri ha ripercorso l’iter della proposta normativa, evidenziando come il lavoro della Commissione Sanità, da lei coordinato con colleghe di maggioranza e opposizione, abbia portato all’elaborazione di una risoluzione per sollecitare il Governo a finanziare l’intervento chirurgico per la diastasi, oltre all’inserimento di un ordine del giorno nella legge sulle liste d’attesa.

Con il progetto di legge sulla vulvodinia, la neuropatia del pudendo e l’endometriosi – ha proseguito –abbiamo avviato un ciclo di audizioni che ci ha permesso di comprendere la necessità di ampliare il testo, includendo tutte le patologie connesse al pavimento pelvico, anche quelle meno note ma ugualmente invalidanti”. Il nuovo testo del PDL 43, che sarà licenziato a breve dalla Commissione, punta a creare un vero e proprio Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per il dolore pelvico cronico e le sue complicanze.

Tra gli obiettivi principali: una presa in carico tempestiva, la creazione di centri di riferimento specializzati e di una rete territoriale efficace, la formazione dei medici di base e il riconoscimento delle esenzioni per le pazienti. Centrale anche il coinvolgimento delle associazioni dei pazienti, “attori indispensabili per rappresentare bisogni e proposte concrete”.

Carzeri ha concluso: “È la prima volta che in Italia si affronta con questa serietà il tema delle malattie invisibili del pavimento pelvico. Grazie al lavoro condiviso con istituzioni, associazioni e professionisti, oggi possiamo finalmente dire che siamo vicini a una svolta concreta, non solo normativa ma culturale”.





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