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Bauli compra Olivieri 1882 e punta al miliardo di fatturato


Il Gruppo Bauli ha rilevato il controllo di Olivieri 1882, maison veneta della pasticceria di alta gamma. L’operazione, di cui non è stato reso noto il valore, porta il gigante veronese dentro il mondo raffinato dei lievitati artigianali.

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Da un lato, una multinazionale da centinaia di milioni di euro; dall’altro, un laboratorio che ha fatto del panettone la propria fede. Due strutture molto diverse, accomunate da una stessa idea di rigore produttivo e coerenza identitaria. Da una parte l’industria, dall’altra l’artigianato: ma il linguaggio è simile, e la direzione non è in conflitto.

Bauli rileva Olivieri 1882 e punta al segmento alto del mercato

Bauli ha definito l’operazione “strategica”, come da copione. La mossa serve a consolidare la presenza nella fascia alta del mercato, quella dove il panettone non è solo un dolce ma un simbolo di status e margini più generosi.

Fabio Di Giammarco, amministratore delegato del Gruppo Bauli, ha preferito il registro rassicurante: Olivieri 1882 non verrà snaturato, dice, ma accompagnato nella crescita. D’altronde, questo è il solito lessico industriale, visione condivisa, sinergie, rispetto dell’identità, che però nasconde una dinamica interessante: Bauli entra con il peso della sua macchina industriale, ma lascia la vetrina a chi sa lavorare la pasta madre. E una promessa d’autonomia compresa.

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La narrativa industriale: rassicurazioni e retorica del rispetto

Dal canto suo, anche la famiglia fondatrice vede nell’operazione un acceleratore per la crescita. “L’ingresso di Bauli nel capitale di Olivieri 1882 rappresenta una scelta strategica e di visione”, ha commentato Nicola Olivieri, Ceo e maestro pasticcere di quinta generazione dell’azienda vicentina.

“Abbiamo scelto Bauli perché partner con un eccellente centro di ricerca e sviluppo e un know-how organizzativo internazionale, oltre che realtà storica e leader di mercato. Questa combinazione ci offre una struttura in grado di portare l’eccellenza artigianale italiana a un livello ancora più alto, accelerando il nostro percorso di espansione globale”.

Nicola e Andrea Olivieri, i fratelli alla guida dell’azienda, resteranno al timone dell’impresa anche dopo l’ingresso nel Gruppo Bauli, garantendo continuità nella gestione.

I fratelli Olivieri restano alla guida: continuità annunciata

Bauli S.p.A. è uno dei nomi storici dell’industria dolciaria italiana, fondato a Verona nel 1922, e noto al grande pubblico per pandoro e panettone. Oggi il Gruppo conta circa 1.300 dipendenti e 7 stabilimenti produttivi, ed è il principale operatore nazionale nel comparto dei dolci da ricorrenza, dove detiene oltre un terzo del mercato natalizio e pasquale.

Negli ultimi anni Bauli ha ampliato il proprio portafoglio con marchi come Motta, Alemagna, Doria e Bistefani, raggiungendo ricavi annuali nell’ordine dei 600 milioni di euro.

Un piano da un miliardo per la crescita internazionale

In prospettiva, l’azienda scaligera ha delineato un ambizioso piano di crescita internazionale. L’obiettivo è quasi raddoppiare i ricavi entro il 2030, investendo circa 200 milioni di euro per raggiungere il traguardo di 1 miliardo di fatturato, con almeno il 40% dei ricavi provenienti dai mercati esteri (rispetto al 20% attuale).

Per realizzare questa visione, Bauli punta sia sulla crescita organica sia su operazioni di M&A: “Raggiungeremo il miliardo di ricavi per metà con acquisizioni e per metà per crescita interna”, ha dichiarato il presidente Michele Bauli presentando la strategia al 2030.

L’acquisizione di Olivieri 1882 si inserisce in questo percorso di espansione nel segmento premium, portando in dote al Gruppo un brand artigianale di successo da valorizzare sui mercati globali.

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