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È stato ufficialmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 15 maggio 2025 il decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, adottato di concerto con il Ministero delle imprese e del made in Italy, che rende pienamente operativo il Fondo nazionale per il Made in Italy (FNMI). Il provvedimento, firmato lo scorso 25 febbraio 2025, attua quanto previsto dall’articolo 4 della Legge 27 dicembre 2023, n. 206, e disciplina le modalità di accesso, funzionamento e impiego delle risorse del Fondo.
Il FNMI ha una dotazione pubblica iniziale pari a 1 miliardo di euro per il biennio, con l’obiettivo di mobilitare ulteriori 1 miliardo di euro da parte di investitori privati e internazionali, consolidando così un potente strumento pubblico-privato a sostegno della competitività industriale italiana.
Il Fondo nasce con la finalità strategica di sostenere la crescita, il rafforzamento e il rilancio delle filiere produttive nazionali, oltre che il potenziamento dell’accesso a materie prime critiche, funzionali alla transizione energetica, alla trasformazione tecnologica e allo sviluppo di modelli di economia circolare.
Possono accedere agli interventi previsti dal FNMI le imprese costituite in forma di società di capitali, comprese le cooperative, con sede legale in Italia, a esclusione di quelle operanti nei settori bancario, finanziario e assicurativo.
Settori strategici di intervento
Il decreto MEF del 25 febbraio 2025 individua due grandi ambiti di intervento strategico sui quali il Fondo nazionale per il Made in Italy concentrerà le proprie risorse e politiche di investimento, al fine di rafforzare la competitività del sistema produttivo nazionale e sostenere le trasformazioni economiche, energetiche e industriali in atto.
1. Materie prime critiche
Il primo ambito di intervento è rappresentato dalla filiera delle materie prime critiche, considerata cruciale per la sicurezza industriale ed energetica del Paese, nonché per la realizzazione degli obiettivi di transizione ecologica e digitale. Il Fondo potrà intervenire in tutte le fasi della catena del valore, comprendendo:
- l’estrazione di materie prime strategiche sul territorio nazionale o in partnership internazionali;
- la lavorazione e trasformazione industriale delle risorse estratte;
- l’approvvigionamento da mercati esteri o da forniture integrate;
- il riciclo e il riuso di materiali, in un’ottica di economia circolare e riduzione della dipendenza da fonti esterne;
- la distribuzione all’interno del tessuto produttivo nazionale.
Tale area è strettamente connessa alla crescente esigenza dell’Unione europea di ridurre la propria vulnerabilità in termini di approvvigionamento di risorse strategiche, in particolare nel campo delle tecnologie verdi, delle batterie, delle energie rinnovabili, dell’automotive elettrico e della microelettronica.
2. Filiere ad alta intensità tecnologica e competitività
Il secondo ambito riguarda il sostegno a filiere industriali di eccellenza, caratterizzate da alta intensità tecnologica, capacità innovativa e rilevante competitività sui mercati internazionali. La selezione di queste filiere avverrà sulla base di criteri definiti dal Comitato tecnico strategico del Fondo e in coerenza con le linee guida di politica industriale nazionale. Tra i fattori valutati rientrano:
- il livello di spesa in ricerca e sviluppo (R&S);
- l’impatto dei megatrend globali (digitale, intelligenza artificiale, green economy);
- la posizione dell’Italia nei mercati globali, in termini di quota di export e valore aggiunto;
- la capacità del settore di generare occupazione qualificata e valore economico stabile nel tempo.
Tra le filiere potenzialmente oggetto di intervento rientrano comparti come: aerospazio, farmaceutica, biotecnologie, meccatronica avanzata, semiconduttori, tecnologie per la transizione energetica e manifattura di precisione.
Comitato Tecnico Strategico
Per garantire una governance efficace e orientata agli obiettivi strategici del Fondo nazionale per il Made in Italy, il decreto istituisce presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy un Comitato Tecnico Strategico, organo di indirizzo, supervisione e coordinamento delle attività del Fondo.
Il Comitato è incaricato di definire gli obiettivi prioritari, i settori e le filiere strategiche d’intervento, nonché gli indirizzi generali di investimento. Sovrintende inoltre all’attuazione delle strategie da parte dei soggetti gestori, valutando la coerenza e l’impatto degli investimenti, e formula pareri e raccomandazioni su operazioni di investimento, disinvestimento e rendiconti semestrali. Tra le sue funzioni rientra anche la promozione dell’attrazione di capitali pubblici e privati, inclusi investitori internazionali.
Il Comitato è composto da otto membri effettivi: tre rappresentanti del MIMIT (di cui uno con funzione di presidente), due del MEF, uno del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, uno del MAECI, uno del Dipartimento per la programmazione economica della Presidenza del Consiglio e uno in rappresentanza della Conferenza delle Regioni. Il Comitato può inoltre avvalersi del supporto di un collegio di tre esperti provenienti dal mondo accademico e imprenditoriale, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
Struttura operativa del Fondo
Per rendere pienamente operativi gli interventi previsti, il Fondo nazionale per il Made in Italy (FNMI) si articola in due veicoli di investimento distinti, ciascuno con una funzione specifica e affidato a società di gestione specializzate, in grado di garantire professionalità e coerenza strategica con gli obiettivi pubblici.
1. Fondo di Real Asset (FRA)
Il Fondo di Real Asset sarà orientato alla valorizzazione delle materie prime critiche e al sostegno di investimenti in infrastrutture strategiche, con l’obiettivo di rafforzare la resilienza industriale nazionale e ridurre la dipendenza da approvvigionamenti esteri.
- È un Fondo di investimento alternativo (FIA) di diritto italiano, che potrà essere gestito da Invimit SGR (società partecipata dal MEF).
- Il fondo potrà intervenire in:
- riattivazione di siti estrattivi dismessi;
- apertura di nuove miniere;
- progetti di trasformazione e logistica delle risorse;
- iniziative di economia circolare e riciclo industriale.
- L’accesso sarà aperto a investitori privati e internazionali, in un’ottica di partnership pubblico-privato.
2. Fondo Imprese (FI)
Il Fondo Imprese sarà invece finalizzato a sostenere lo sviluppo e il rafforzamento delle imprese italiane operanti nelle filiere strategiche, promuovendo interventi ad alta intensità tecnologica, competitività e valore aggiunto.
- Anch’esso costituito come Fondo di investimento alternativo (FIA), potrebbe essere affidato alla gestione del Fondo Italiano di Investimento SGR.
- Il fondo potrà intervenire:
- direttamente nel capitale delle imprese target, con partecipazioni anche di maggioranza o minoranza qualificata (fino al 50% in operazioni di private equity);
- indirettamente tramite fondi target diretti e indiretti di private equity.
- Si favorirà il rafforzamento patrimoniale delle imprese, l’innovazione e l’espansione internazionale di settori chiave per l’economia nazionale.
Principi di operatività
Entrambi i veicoli sono progettati per operare secondo logiche di mercato, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, senza generare distorsioni competitive. Le quote di partecipazione sono riservate al Ministero delle imprese e del made in Italy, mentre la durata e il periodo di investimento saranno disciplinati dai regolamenti di gestione di ciascun fondo, ispirati alle migliori prassi operative e finanziarie.
Caratteristiche e operatività del Fondo Imprese
Il Fondo FI può partecipare fino a un massimo del 50% dell’investimento complessivo in operazioni di private equity, includendo:
- la sottoscrizione o acquisto di strumenti di capitale di rischio (quali azioni, quote o strumenti finanziari partecipativi) emessi direttamente dalle imprese target;
- la partecipazione a Fondi Target diretti, ossia fondi che investono a loro volta nelle imprese oggetto di sostegno;
- la partecipazione a Fondi Target indiretti, nell’ambito di una logica di “fondo di fondi” (FoF).
Gli investimenti possono avvenire direttamente da parte del Fondo o per il tramite di veicoli appositamente costituiti. Le operazioni sono orientate a favorire processi di sviluppo, crescita, internazionalizzazione e consolidamento delle imprese beneficiarie, promuovendo l’integrazione verticale e il rafforzamento della competitività globale dei comparti industriali coinvolti. In particolare, il FI mira a facilitare l’espansione produttiva e commerciale in nuovi settori e mercati, accrescendo la presenza strategica delle imprese italiane a livello internazionale.
In caso di investimenti attraverso Fondi Target indiretti, è previsto l’impegno da parte dei gestori di tali fondi ad allocare risorse almeno pari a quelle del Fondo FI a beneficio delle imprese target, al netto dei costi di gestione. Inoltre, tali fondi devono qualificarsi come prodotti finanziari sostenibili ai sensi degli articoli 8 o 9 del Regolamento (UE) 2019/2088, promuovendo così coerenza con gli obiettivi di sostenibilità e trasparenza nel settore finanziario.
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