L’industria italiana chiede al Governo un chiaro indirizzo politico per incentivare l’elettrificazione. Questo è quanto emerge dal nuovo report “E-mobility Industry survey – La transizione della filiera della mobilità e il ruolo delle politiche industriali” promosso da MOTUS-E, ANFIA, ANIE Federazione, ANCMA e dell’Università di Ferrara che sarà presentato nei dettagli nel corso del mese di gennaio 2022. Uno studio che arriva in un momento in cui si discute molto della decisione dello stop alle vendite delle endotermiche in Italia dal 2035.
I PRIMI RISULTATI
L’indagine ha coinvolto 122 imprese su scala nazionale che operano sia nella filiera della mobilità tradizionale e sia in quella elettrica. I primi dati del rapporto mettono in evidenza che le aziende chiedono un chiaro indirizzo politico (30% delle risposte), liquidità per gli investimenti (29%) e competenze (13%). Il report, dunque, permette di scattare una fotografia della fase di transizione dell’industria automotive italiana.
L’indagine mette nero su bianco le priorità delle aziende, ma anche le diverse velocità di risposta alla sfida industriale e culturale dell’elettrificazione della mobilità all’interno della filiera.
Dal report emerge anche che per il 65% degli operatori della componentistica la mobilità elettrica non è ancora una priorità, mentre il 40% degli operatori che si stanno ri-specializzando più rapidamente sono OEM (Original Equipment Manufacturers).
Il report, inoltre, approfondisce e analizza la domanda di formazione delle imprese, la necessità di realizzare linee produttive per il mercato della mobilità elettrica e gli ostacoli che le aziende incontrano nell’accedere agli strumenti pubblici di sostegno ed evidenzia la centralità delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione come requisiti indispensabili per affrontare la transizione: il 94% dei costruttori di veicoli finiti sta già investendo in questa direzione.
Questa nuova indagine permette dunque di quantificare l’effettiva portata delle trasformazioni in corso e delle opportunità e criticità connesse. Partendo da questi risultati, il report propone alcune raccomandazioni per il mondo politico che dovrà guidare la fase di transizione.
- Istituzione di un tavolo di lavoro che si occupi seriamente dell’analisi e della valutazione degli strumenti di politica industriale e di supporto alle imprese
- Apertura di una collaborazione e dialogo con l’Agenzia delle Entrate e Invitalia per la condivisione dei dati consuntivi sull’andamento delle misure, per capire quali vengono utilizzate di più e quali sono più efficaci
- Aumento del contributo per ricerca & sviluppo (soprattutto di base), innovazione e formazione 4.0
- Potenziare i dottorati industriali per l’inserimento di figure altamente specializzate
- Defiscalizzazione dell’assunzione di personale esperto (under 35)
- Ripensare agli attuali meccanismi di supporto
- Utilizzo della formazione ITS (formazione tecnica postdiploma non universitaria) per l’upskillling e incentivazione fiscale per il reskilling dei lavoratori
- Supporto informativo per accompagnare le piccole e medie imprese per accedere ai fondi
- Estensione territoriale dei perimetri dei Contratti di sviluppo
- Introduzione di strumenti fiscali per agevolare le aggregazioni tra imprese e la crescita dimensionale delle aziende
- Estensione temporale dei finanziamenti ottenuti a 15 anni
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