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“Sono gli agricoltori i custodi del territorio”


di Cristina Degliesposti

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Un’agricoltura sempre più hi-tech, con grande attenzione alla gestione di un bene prezioso come la risorsa idrica, in un contesto – quello europeo – dove il settore primario emerge come primo difensore dell’ambiente. Nel futuro del comparto agricolo ci sono – e ci devono essere – tutte queste caratteristiche secondo il ministro all’Agricoltura, alla sovranità alimentare e alle foreste Francesco Lollobrigida. Che proprio alla Ue rivolge l’appello più forte: “Smettere di avere un approccio ideologico”, perché “gli agricoltori non sono nemici del territorio”.

Ministro, nell’ultimo decennio abbiamo assistito alla crescita di un’agricoltura sempre più high tech. Qual è l’impegno del Governo nel sostegno alle imprese in un’ottica, anche agricola, di industria 4.0?

“Il Governo Meloni ha sostenuto fin dal primo momento la transizione dell’agricoltura verso modelli innovativi e sostenibili, che tutelino le nostre produzioni e il legame con i territori. Con il Pnrr sono stati destinati 500 milioni di euro all’innovazione e alla meccanizzazione, raggiungendo oltre 11.000 beneficiari. Il Fondo innovazione Ismea, con 250 milioni nel triennio 2023-2025, ha visto nel 2024 una grande risposta con oltre 6.500 domande convalidate. Stiamo investendo concretamente per rendere l’agricoltura italiana sempre più solida e protagonista del futuro”.

Cosa può fare l’Europa per sostenere il comparto primario?

“Sostanzialmente deve fare due cose: smettere di avere un approccio ideologico che vedeva gli agricoltori non come custodi, ma come nemici del territorio. Grazie all’azione del governo Meloni ci stiamo riuscendo. Con il Commissario all’Agricoltura Hansen ho trovato piena sintonia: agricoltori e pescatori sono parte della soluzione, non il problema. In secondo luogo l’Europa deve imparare a proteggere il proprio sistema imprenditoriale e ridurre la burocrazia che spesso penalizza i prodotti d’eccellenza come i nostri. Finalmente si sta facendo un ragionamento serio sul Nutriscore, riconoscendo le criticità che abbiamo sempre sollevato. Se confermato, sarebbe un passo avanti importante per l’Italia”.

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Il comparto agricolo e il mondo produttivo dell’automotive potranno contare su incentivi per trattori e macchine agricole?

“Il sostegno all’innovazione e alla meccanizzazione del settore agricolo è un aspetto centrale della nostra strategia. Il Masaf ha attivato due misure specifiche e sinergiche: il Fondo innovazione Ismea e la misura Pnrr Meccanizzazione Agricola con contributi agli investimenti in macchine e tecnologie innovative. Ulteriori opportunità sono offerte dal Bando Isi Inail e dai crediti di imposta previsti dalla misura Transizione 5.0 e dalla Zes Unica (per il Sud Italia)”.

Nell’ultimo anno i cinghiali e i focolai di peste suina africana hanno minato l’operato di diversi distretti vocati all’allevamento suino. dalla Lombardia all’Emilia-Romagna. Come intervenire per prevenire questa e altre nuove e future epidemie?

“Come Governo siamo intervenuti, tempestivamente per assicurare il controllo della popolazione dei cinghiali, favorire lo sviluppo di sistemi di biosicurezza e sostenere gli allevatori. Il Masaf ha stanziato, a febbraio scorso, 10 milioni di euro per gli indennizzi alle aziende danneggiate dalle misure sanitarie di contenimento. Ulteriori 20 milioni di euro sono stati resi disponibili dal Decreto Agricoltura per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza. Il Commissario straordinario, Giovanni Filippini, nominato lo scorso agosto, ha già raggiunto importanti risultati per il contenimento della peste suina, grazie ad nuova strategia condivisa con la Commissione Ue”.

La risorsa idrica si conferma sempre più un bene prezioso, ma di difficile gestione e conservazione: cosa può fare l’agricoltura per migliorare l’uso e lo stoccaggio dell’acqua e come?

“L’agricoltura può fare molto per migliorare l’uso e lo stoccaggio dell’acqua, puntando su tecnologie efficienti e infrastrutture moderne. Diversi sono stati gli interventi del Governo Meloni dal Decreto Siccità per semplificare le procedure di realizzazione dei nuovi invasi e potenziare le reti irrigue fino alla nomina del Commissario straordinario, Nicola Dell’Acqua. In termini di risorse sono stati finanziati 97 progetti con il Pnrr, portando a un uso più razionale dell’acqua su oltre 83.000 ettari, riducendo le dispersioni e aumentando la capacità di raccolta. Per affrontare la sfida climatica bisogna accompagnare gli agricoltori, unendo sostenibilità ambientale ed economica. Abbiamo, inoltre, investito nelle Tecnologie evolutive avanzate, una tecnica di selezione delle varietà più resistenti e che necessitano di meno acqua”.

Prodotti Dop e Igp, un marchio d’eccellenza soprattutto per i numerosi prodotti made in Italy, ma qual è il significato di marchi simili nel 2025? Sono ancora un’opportunità o vanno ripensati e riattualizzati?

“Nel 2025 i marchi Dop e Igp restano un pilastro strategico per la tutela e la promozione delle eccellenze italiane. Con 891 prodotti riconosciuti, l’Italia è leader in Europa per produzioni di qualità, espressione dell’identità dei territori. Questi marchi sono ancora un’opportunità concreta, rafforzata da campagne promozionali e da una visione europea più attenta alla reciprocità e alla qualità, elementi fondamentali per garantire equità e competitività”.

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