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CNA lancia l’allarme, servono misure strutturali per sostenere un settore in trasformazione


C’è un tempo in cui le crisi servono a far luce sulle trasformazioni già in atto. Quello dell’edilizia è uno di quei settori in cui il cambiamento non fa notizia, ma detta la direzione. Nonostante il rallentamento causato dal ridimensionamento dei bonus edilizi, il comparto delle costruzioni in Umbria mostra ancora segnali di tenuta. Ma non basta. Serve visione politica, programmazione e strumenti operativi adeguati. È il messaggio che CNA Umbria ha voluto lanciare con la presentazione del nuovo Osservatorio regionale, curato da Cresme Ricerche.

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Il settore delle costruzioni ha trainato la ripresa post-Covid e ora è a un bivio“, ha spiegato Roberto Giannangeli, direttore di CNA Umbria. “Il mercato è cambiato e continuerà a cambiare: serve accompagnare questa evoluzione con misure nuove, orientate alla qualità, alla rigenerazione urbana e all’efficienza energetica, senza consumo di suolo“. Una posizione, quella dell’associazione, che si è già concretizzata nel sostegno alla decisione del Comune di Perugia di bloccare l’ampliamento dell’Ipercoop, in un’area già congestionata.

Dai bonus edilizi alla frenata degli investimenti: il mercato si ridimensiona, ma l’Umbria resiste grazie a ricostruzione post-sisma e fondi PNRR

I dati dell’Osservatorio, illustrati dal direttore di Cresme Lorenzo Bellicini, fotografano una transizione in corso: negli ultimi cinque anni, il recupero del patrimonio edilizio ha rappresentato circa il 73% del mercato nazionale, pari a 292 miliardi di euro. Un valore influenzato in modo decisivo dai bonus edilizi, oggi in forte riduzione. Il taglio agli incentivi si è già fatto sentire: nel 2024 gli investimenti attivati sono calati del 40% rispetto ai due anni precedenti.

In Umbria, secondo CNA Costruzioni, tra il 2021 e il 2024 i bonus casa hanno generato circa 5 miliardi di euro di investimenti, di cui 2,3 miliardi riconducibili al Superbonus. Ma la stretta fiscale ha già lasciato segni visibili. Nell’ultimo trimestre del 2024, i dati della Cassa edile di Perugia hanno registrato un calo di imprese, occupati e massa salari, tendenza confermata nel primo trimestre 2025. “Ci aspettiamo una riduzione complessiva del 7%ha spiegato Emanuele Bertini, presidente regionale del comparto ma la domanda tiene, grazie alla ricostruzione post-sisma e agli appalti pubblici legati al PNRR, che hanno portato in Umbria circa 3 miliardi di euro“.

Transizione energetica, rigenerazione urbana e grandi opere: le priorità per il rilancio del settore edile secondo CNA Umbria

Il futuro del comparto, però, si gioca su un campo più ampio. Pasquale Trottolini, responsabile regionale CNA per le costruzioni, ha delineato le priorità: aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili, ridurre i consumi e le emissioni, puntare sull’efficienza degli edifici. Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) impone all’Italia di raddoppiare la produzione da rinnovabili entro il 2030. In Umbria, ciò significa passare da 234 a 1.756 MW di energia verde prodotta.

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È un obiettivo che coinvolge direttamente il settore delle costruzioni“, sottolinea Trottolini. “Perché gran parte dei risparmi energetici dovrà arrivare proprio dagli edifici, residenziali e industriali. Ed è su questo fronte che CNA propone misure strutturali, come la revisione e stabilizzazione dei bonus casa, la reintroduzione dello sconto in fattura per le famiglie più fragili, e il completamento delle grandi opere infrastrutturali: E78, Nodo di Perugia, Tre Valli Umbre e il collegamento con l’alta velocità“.

Ma servono anche risorse europee ben orientate. CNA chiede che la Regione Umbria indirizzi la riprogrammazione dei fondi FESR e FEASR verso la rigenerazione dei centri storici, la riqualificazione delle aree industriali e commerciali, il sostegno alla nascita di Comunità Energetiche Rinnovabili, la prevenzione del dissesto idrogeologico e l’adeguamento assicurativo contro eventi catastrofali, che diventerà obbligatorio entro fine anno.

Il tempo delle promesse generiche è finitoha concluso Giannangeli –. Abbiamo bisogno di politiche concrete, costruite attorno ai problemi reali delle imprese. A partire dalla carenza di manodopera qualificata, che oggi rappresenta una delle principali criticità. Serve un’alleanza tra istituzioni, imprese e cittadini per costruire un futuro sostenibile, competitivo e inclusivo per l’Umbria“.



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