Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Moody’s declassa il debito Usa: implicazioni economiche e tensioni politiche dietro la decisione


Il downgrade del rating sul debito sovrano degli Stati Uniti da parte di Moody’s, annunciato nel 2025, rappresenta un evento significativo per l’economia globale. Per la prima volta dal 1994, anche l’ultima agenzia che manteneva un giudizio di massimo livello ha ridotto il rating Usa da Aaa ad Aa1, aprendo nuovi scenari di incertezza. La decisione arriva in un contesto di deficit federali cronici e di blocchi politici prolungati, elementi che hanno contribuito alla retrocessione della valutazione sul credito americano.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Il contesto politico e fiscale dietro il downgrade di Moody’s

Moody’s motiva il declassamento del rating statunitense indicando l’aumento costante del deficit federale, che dovrebbe raggiungere il 6,4% del Pil nel 2024 e arrivare fino al 9% entro il 2035. Il Congresso, diviso e incapace di approvare riforme fiscali efficaci, è considerato uno dei principali responsabili di questa situazione. Da anni si registrano tentativi falliti di riforma del bilancio federale, che lasciano aperte profonde criticità nella gestione delle finanze pubbliche.

La scelta di confermare e persino estendere i tagli fiscali avviati nel 2017, in particolare quelli su redditi elevati, sta aggravando il bilancio. Moody’s calcola che tali misure faranno lievitare il deficit di 4.000 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Accanto a questo, le spese militari e per il welfare supereranno nel 2024 quota 1.300 miliardi di dollari, contribuendo a far crescere il debito pubblico. I costi per interessi sul debito sono aumentati del 25% ogni anno dal 2022 e, secondo Moody’s, assorbiranno il 22% delle entrate federali entro il 2035.

Segnali di preoccupazione nei mercati finanziari e attenzione globale

Il declassamento ha provocato un’espansione dello spread tra i Treasury Usa a 10 anni e i Bund tedeschi, salito fino a 220 punti base, livello più alto dal 2022. Questo divario esprime una crescente diffidenza degli investitori nei confronti dei titoli di stato americani. Le conseguenze non sono limitate al mercato Usa: economie molto legate al dollaro, come Giappone e Cina, si trovano in posizione delicata. Tokyo detiene oltre 1.100 miliardi di dollari in Treasury, mentre Pechino supera gli 800 miliardi.

Moody’s sottolinea il rischio di un possibile effetto domino, qualora il deterioramento della situazione fiscale americana impedisca interventi correttivi. Al momento l’outlook è stabile, quindi non si prevedono ulteriori revisioni immediate, ma l’assenza di un piano serio per controllare il deficit può portare a peggioramenti nel rating. Inoltre, la leadership del dollaro come valuta di riserva internazionale potrebbe essere a rischio se la fiducia dovesse diminuire nel tempo.

Fattori strutturali e geopolitici che pesano sul bilancio Usa

Il report di Moody’s evidenzia che la crisi fiscale americana si innesta in un quadro più ampio di tensioni geopolitiche. La rivalità con la Cina cresce, e con essa le spese militari necessarie a sostenere la NATO e le operazioni internazionali. Le stime indicano un aumento della spesa militare a 800 miliardi di dollari entro il 2030, un carico significativo che pesa su un bilancio già molto compromesso.

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

Le tensioni internazionali e regionali aggiungono uno strato di incertezza, che si riflette soprattutto nei mercati finanziari. La Federal Reserve ha segnalato nuovi possibili aumenti dei tassi di interesse per contenere la cosiddetta inflazione da debito. Le previsioni indicano un costo di rifinanziamento del 5,7% entro il 2025, quasi il triplo rispetto al 2,3% del 2020. Questo incremento aumenterà la pressione sui conti pubblici e sulle attività di famiglie e imprese, che dovranno far fronte a mutui e finanziamenti più costosi.

Proposte di Moody’s e ostacoli politici nel tentativo di risanamento

L’agenzia ha indicato alcune misure per arginare la crisi fiscale Usa. Tra queste, il rialzo delle imposte sui redditi più alti, attualmente fissate al 37%, rispetto a una media Oecd del 42%. Moody’s suggerisce anche tagli significativi alle spese sanitarie, che rappresentano una voce da 7.000 miliardi di dollari nel prossimo decennio. Tuttavia, l’ultima proposta bipartisan in questa direzione è stata bloccata da fazioni progressiste, contrarie a ridurre i fondi per il programma Medicaid.

Nel breve periodo, le autorità dovranno emettere titoli di stato a tassi più alti. Questo farà aumentare i costi per il Tesoro e, di riflesso, per il mercato. I mutui, per esempio, dovrebbero vedere una crescita dello 0,5% entro la fine del 2025. Un aggravio che pesa su consumatori e imprese, già sotto pressione per l’inflazione e per le dinamiche economiche globali.

Il downgrade di Moody’s segna una svolta nel giudizio sul debito Usa, portando alla luce le difficoltà di un paese la cui posizione finanziaria si sta indebolendo progressivamente. Le tensioni politiche interne, i costi crescenti e il deterioramento dei conti pubblici si riflettono negli investimenti e nelle relazioni internazionali. Di fronte a questo scenario, il futuro della finanza americana resta in bilico.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Conto e carta

difficile da pignorare