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Academy Euro-Mediterranea, cinque partner per il sapere che unisce i Paesi


Una Academy Euro-Mediterranea per guardare al Sud più a Sud con maggiore convinzione. Da ieri è una realtà ed vede coinvolte le due Università del Sud e diverse strutture universitarie africane. «Un grande investimento sul capitale umano», lo ha definito il direttore del Mattino, Roberto Napoletano, siglato al forum “Verso Sud” da Matteo Lorito, rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Francesco Cupertino, rettore del Politecnico di Bari, Sameh Farid, presidente dell’Università di Nuova Giza in Egitto, Mostapha Bousmina, presidente dell’Università Euromed di Fez in Marocco, e Amr Ezzat Salama, segretario generale dell’Associazione delle Università Arabe.

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La formazione è essenziale, e una formazione moderna è la base per costruire la futura classe dirigente euromediterranea. «Stiamo vivendo – ha sottolineato Nasser Kamel – un momento importante anche per la sponda Sud del Mediterraneo. Per troppo tempo la formazione è stata trascurata, ora stiamo costruendo un hub di eccellenza».

I fili di questa iniziativa prendono il largo partendo da Napoli. Matteo Lorito, rettore dell’ateneo federiciano, ha parlato di una grande ambizione che si realizza: «Grazie al Pnrr siamo in grado di mettere a disposizione questa importante iniziativa. Un vantaggio formativo eccezionale, laboratori avanzatissimi, più professori giovani, più startup, più tecniche innovative per l’insegnamento, più interdisciplinarità e così via. Miriamo a formare i giovani e a dotarli di un titolo riconosciuto dal Piano Mattei».

Agrifood, energia, cybersecurity, medicina, infrastrutture e tanto altro. Giovani africani da noi, nostri giovani in Africa. Le ambizioni della nuova Academy sono tante, diventare un Erasmus che guarda a Sud oltre l’Europa. «La cooperazione accademica – ha detto Sameh Farid – porterà valori aggiunti al Piano Mattei. Il Mezzogiorno italiano prolunga i confini e abbraccia l’Africa con la formazione. Una visione fondamentale se si pensa che nel 2050 la sola popolazione subsahariana supererà i 900mila residenti. Africa ha bisogno dell’Europa ma è anche l’Europa che ha bis Bisogno dell’Africa. E in questo scambio l’Italia ha una posizione geografica particolarmente vantaggiosa per accompagnare questi scambi».

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Il Mediterraneo come spazio per crescere tutti insieme. Il segretario generale dell’Associazione delle Università arabe Salam fa toccare con mano la convenienza europea in questa interlocuzione con l’Africa. «Il 60% della popolazione araba ha meno di 30 anni. Un terreno fertilissimo per un’istruzione che migliori la qualità della vita ed eviti fenomeni di disoccupazione giovanile. L’Academy è una iniziativa in linea con la necessità di dare a tutti un lavoro dignitoso. Bisogna dare spazio all’innovazione e puntare sul capitale umano prima che sul petrolio o il gas».

Un nuovo modello di integrazione per avere nuovi posti di lavoro. Mostapha Bousmina dell’Università Euromed di Fez ha sottolineato che «bisogna favorire la mobilità di studenti e ricercatori. L’interscambio è fondamentale per avere giovani sempre più motivati e preparati. Ma anche la ricerca deve avere un suo spazio». Gli stessi percorsi formativi vanno aggiornati e calibrati sulle future tecnologie.

Prima della firma dell’atto costitutivo della nuova Academy, è stato Francesco Cupertino, rettore del Politecnico di Bari, a fare il punto su un’iniziativa che guarda anche al fondamentale aspetto demografico. «Dobbiamo essere consapevoli che aiutare l’interscambio è la formazione dei giovani è un passo importantissimo. Nel 2050 – ha sottolineato – un ragazzo da questo versante del Mediterraneo avrà cento dirimpettai della stessa età. Dobbiamo creare con l’Africa lo stesso senso di comunità che in Europa ha l’Erasmus. Così si abbatteranno muri e diffidenze, così avremo una comunità ampia che si riconosce». La nuova Academy deve essere aperta ad altre Università. «Bisogna partire – ha insistito Lorito – e ora partiamo, convinti come diamo che Agritech ed energia green favoriranno gli sforzi che si stanno facendo per arginare i cambiamenti climatici».

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