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Questa banca italiana è sempre più nei guai


Sempre peggio per la banca che è stata commissariata da Bankitalia alla fine di marzo di quest’anno, dopo che fino a qualche mese prima l’allora amministratore delegato Paolo Fiorentino aveva cercato di dare rassicurazioni sulla sua gestione e sulla trasparenza delle sue operazioni.

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A far luce sui guai dell’istituto di credito è l’articolo pubblicato oggi dal quotidiano “Domani” dal titolo che dice molto: “Prestiti e amici, Banca Progetto trema”.

Il riferimento è a quel documento “riservatissimo” con cui Via Nazionale ha disposto il commissariamento dell’istituto di credito. E’ in questo documento che compaiono “i nomi delle società e delle aziende” che avrebbero ricevuto “ finanziamenti sospetti” da Banca Progetto. Finanziamenti che, così come ha messo in evidenza la Banca d’Italia, hanno presentato diffuse e gravi anomalie.

Tra questi, comparirebbero anche “ finanziamenti ai fondatori di Stardust ”, la cosiddetta fabbrica degli influencer, così come viene definita.

Per la precisione, i prestiti sarebbero stati erogati, secondo Domani, anche alla società romana Atlas Consulting, che fa capo a Simone Giacomini, Antonino Maita e Ettore Dore, per l’appunto i tre manager che hanno portato al successo la Stardust Spa, il cui controllo è stato ceduto tre anni fa, a Gedi, sebbene i tre manager siano rimasti azionisti di minoranza del gruppo.

La rivista parla di un faro che Bankitalia, che concluderà le ispezioni in Banca Progetto a giorni, entro la fine del mese di maggio, ha acceso proprio su Atlas.

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L’altra indagine aperta a Milano

Nel menzionare diversi rapporti che Stardust ha con il mondo della stessa politica italiana, l’articolo di Domani segnala non solo l’inchiesta aperta a Roma, ma anche l’altra indagine portata avanti dalla procura di Milano, oltre a quella già nota condotta dal pubblico ministero Paolo Storari.

Ovvero, l’altra avviata dal “pm Roberto Pellicano, che indagherebbe per associazione per delinquere e riciclaggio ”. Nel far riferimento alla presenza di gravi “irregolarità”, Domani sottolinea come Bankitalia abbia scritto che, “nonostante i ripetuti solleciti e richiami” relativi anche alla “necessità di gestire la crescita del portafoglio dei crediti deteriorati”, i vertici di Banca Progetto e “i responsabili delle funzioni di controllo hanno minimizzato il progressivo deterioramento della situazione tecnica della banca ”.

Praticamente, secondo le fonti sentite dal quotidiano, diversi sarebbero stati “i prestiti e i favori” concessi da Banca Progetto, che avrebbe erogato “ crediti milionari senza le necessarie garanzie da parte delle aziende beneficiarie ”.

Lo scandalo che ha travolto Banca Progetto è esploso ufficialmente lo scorso 21 marzo 2025 quando si è appreso che la Banca d’Italia, con provvedimento del 18 marzo 2025, ha disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo di Banca Progetto SpA, sottoponendo la stessa alla procedura di amministrazione straordinaria. Praticamente, commissariando l’istituto di credito.

Via Nazionale ha reso noto in quella occasione di aver nominato Lodovico Mazzolin e Livia Casale commissari straordinari della banca, Domenico Posca, Nicola Marotta e Francesco De Santis componenti del comitato di sorveglianza e Nicola Marotta Presidente del Comitato di sorveglianza.

Tra i motivi del commissariamento di Banca Progetto, come ha annunciato con una nota ad hoc la stessa banca, “l’obiettivo di assicurare un adeguato presidio dell’operatività della banca e di ripristinare condizioni di sana e prudente gestione ”.


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Alla fine di ottobre dello scorso anno, l’allora CEO Paolo Fiorentino aveva indetto una conferenza stampa per commentare il caso di Banca Progetto, esploso con il diffondersi di alcuni rumor da parte di alcune agenzie di stampa, relativi alla decisione, presa dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, di disporre l’amministrazione giudiziaria per Banca Progetto.

Niente commissariamento, aveva rassicurato subito Fiorentino, ribadendo quanto era stato reso noto dalla stessa banca qualche ora prima per mezzo di un comunicato, in cui si leggeva che l’istituto, “anche con riferimento ad alcune erronee notizie di stampa diffuse in data odierna, ritiene doveroso precisare che l’istituto non è commissariato e che né la Banca, né i suoi esponenti e dipendenti, sono oggetto di indagine”.

Non siamo soggetti indagati, non abbiamo avvisi di garanzia . I nominativi di cui si fa riferimento nel documento della procura non sono nostri clienti. La banca è saldamente sotto il controllo del cda e della struttura manageriale. Andiamo avanti dritti per la nostra strada, con la massima diponibilità nei confronti della procura. Siamo totalmente estranei alla vicenda, siamo stati spiacevolmente coinvolti, non c’è commissariamento ”, aveva detto Fiorentino.

Si apprendeva poi che lo stesso Fiorentino, nel dicembre del 2024, veniva condannato a 4 anni di reclusione e a 250 mila euro di multa nell’ambito del processo sul caso della Banca Carige di cui era stato AD, con l’accusa relativa alla presunta mancata comunicazione al mercato della necessità di svalutare i crediti non performing per centinaia di milioni di euro.

Alla fine di febbraio, Paolo Fiorentino si è poi dimesso da amministratore delegato di Banca Progetto presentandosi in CDA con dimissioni irrevocabili. Un mese dopo, la notizia bomba del commissariamento della banca, di cui si dovrebbe a questo punto conoscere di più tra qualche giorno, quando Bankitalia concluderà la sua attività ispettiva.


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