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Dolomiti energia, investimenti per 2,1 miliardi: «Ci faremo trovare pronti per la quotazione in borsa»


di
Matteo Sannicolò

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Il piano strategico della società per i prossimi cinque anni. La presidente e l’amministratore delegato: «Stiamo aggiornando i processi aziendali per renderli coerenti se la società decidesse di affrontare il percorso della quotazione»

Investimenti pari a 2,1 miliardi di euro per confermarsi «leader» delle rinnovabili in Italia. Il Gruppo Dolomiti Energia ha presentato ufficialmente il piano strategico 2025-2030, aprendo lo sguardo a potenziali nuove partnership, nuove assunzioni e nuovi impianti sul territorio. Non solo: «Se ci fosse la possibilità ci faremo trovare pronti anche per quanto riguarda una eventuale quotazione in borsa», annunciano Silvia Arlanch e Stefano Granella, rispettivamente presidente e amministratore delegato del Gruppo. «Stiamo aspettando di capire cosa succederà in merito al rinnovo delle concessioni idroelettriche — premettono —. Stiamo aggiornando tutti i processi aziendali per renderli coerenti se, un domani, la società decidesse di affrontare il percorso della quotazione». Aspettando ulteriori sviluppi per quanto riguarda la partita sul rinnovo delle concessioni idroelettriche (in scadenza nel 2029), Dolomiti Energia guarda «oltre» e pensa ai prossimi sei anni.

La filiera energetica integrata

Il piano strategico, approvato lunedì dal cda, è stato definito «ambizioso e coraggioso» dai vertici del Gruppo. Non potrebbe essere altrimenti considerando le cifre poste come obiettivo da raggiungere. Tra queste, un piano investimenti pari a oltre 2 miliardi di euro e un Ebitda (margine operativo lordo) di circa 600 milioni di euro. Fondi suddivisi in due principali aree di intervento. La prima è la «filiera energetica integrata», per la quale sono destinati 1,3 miliardi di euro volti al processo di decarbonizzazione e alla crescita dell’energia rinnovabile. «Da un lato — spiega Granella — il Gruppo valorizza i propri asset rinnovabili, dall’altro i clienti beneficiano di energia pulita a prezzo stabile nel tempo, potendo loro stessi contribuire attivamente alla transizione energetica».




















































Le infrastrutture di rete

La seconda aree di intervento è quella relativa alle infrastrutture di rete. In questo senso, il Gruppo mette a disposizione 800 milioni di euro per la distribuzione elettrica, del gas e dell’acqua. Nel complesso, i 2,1 miliardi di euro totali di investimento sono così suddivisi: il 35% per l’eolico e il fotovoltaico, il 30% nel mondo delle reti, il 20% per la digitalizzazione e il 10% per l’ambito idroelettrico, nel quale si investirà in sistemi di pompaggio e impianti di accumulo. Una tecnologia sulla quale Dolomiti Energia ha «un’esperienza storica», essendo «uno dei pochi Gruppi italiani ad avere già in esercizio due centrali idroelettriche di pompaggio», ossia quella di Riva del Garda e di Santa Massenza.

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I nuovi impianti

Per il futuro, invece: «Abbiamo tre impianti di pompaggio in iter autorizzativo, uno in Trentino e due nel sud Italia — prosegue Granella —. Parliamo di circa 1,5 miliardi di investimenti, ma nel Piano sono inseriti solo i costi di progettazione e sviluppo, perché sono impianti che potrebbero entrare in esercizio fra il 2032 e il 2035». Il progetto sul nuovo impianto di pompaggio in Trentino prevede di utilizzare l’acqua del lago di Santa Giustina, in val di Non, potenziando la vasca presente attualmente per fini irrigui. Per quanto riguarda il contesto ambientale, Dolomiti Energia valuterà la possibilità di «chiudere il ciclo dei rifiuti tramite impianti di trattamento»: «Per il momento abbiamo ipotizzato impianti piccoli per gestire vetro, carta e plastica», racconta ancora Granella, chiarendo anche un secondo aspetto: «Nel Piano strategico non è fattorizzato il termovalorizzatore di cui si sta parlando a livello provinciale: aspettiamo di capire come procede il dibattito e il percorso autorizzativo dell’impianto».

Il personale

Attualmente, il Gruppo conta complessivamente 720 mila clienti, di cui il 50% in Trentino e l’altra metà nel resto d’Italia. Un altro obiettivo è quello di rafforzare l’organico del personale, passando dai 1.600 dipendenti attuali agli oltre 2.000 che prevede il Piano strategico per il 2030.

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20 maggio 2025

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