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«Serve un’Europa più forte e che colmi il ritardo nell’intelligenza artificiale»


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Nell’assemblea per gli 80 anni di Confindustria Piacenza al Municipale c’è stato un collegamento negli Stati Uniti con Daron Acemoglu, docente del Massachussetts Institute of Technology (Mit) di Boston e premio Nobel per l’Economia 2024. Numerose le domande che gli ha posto il giornalista Andrea Bignami, relative all’attuale caotica situazione che sta subendo l’economia mondiale caratterizzata da un ritorno al protezionismo e da dazi dopo la globalizzazione. «I dazi – ha detto servono a centralizzare il potere di Trump ed hanno generato un periodo di forte turbolenza in tutto il mondo. L’Italia può considerarsi relativamente al sicuro perché fa parte dell’Unione Europea che però deve diventare più forte, coesa ed indipendente, riducendo il peso della dipendenza dagli Stati Uniti dove molti posti di lavoro sono scomparsi a causa delle forti importazioni; ma una volta cancellato, è difficile che ritorni. Ma non ci sarà un picco di posti di lavoro nel manifatturiero grazie ai dazi. Anche per le imprese sarà difficile produrre venendo meno la possibilità di collaborare con le altre imprese dall’estero, avere ricambi e le altre componenti esternalizzate. L’unica chiave per comprendere la situazione è il disegno di Trump di accentrare sempre di più il potere nelle sue mani».

Il premio Nobel ha poi spostato il suo intervento sul tema dell’intelligenza artificiale: «Non stiamo ancora capendo come riuscire a poter fare profitto con questo strumento. Stiamo pagando il prezzo di domande non create sulle opportunità che può offrire. Tutti affermano il loro forte interesse ma è necessario- ha sostenuto- indirizzarsi alle nuove tecnologie con uno sguardo di lungo periodo. Formarsi e creare competenze. Si parla molto dell’Ia, ma non si capisce come poterla utilizzare. Secondo Acemoglu l’intelligenza artificiale non avrà un effetto negativo soltanto sui posti di lavoro, ma servirà a crearne altri. Non diventerà però la padrona del mondo perché è creata dagli uomini e sono loro a doverla governare. L’Europa è in ritardo».

Prima dell’intervento del premio Nobel hanno portato il loro saluto il prefetto Paolo Ponta che ha sottolineato come «tutte le aziende non possano prescindere dalla persona umana, il dipendente e l’imprenditore. Quando ci si è dimenticato di questo, abbiamo visto delle storture nell’economia, con il capitalismo sfrenato e, con i dazi, il tentativo di limitare il libero commercio. Ed ha sottolineato che Piacenza con i diversi protocolli siglati è in controtendenza: abbiamo un tessuto di imprese che ha puntato tutto sull’eccellenza e promozione umana, con una leale collaborazione tra i datori di lavoro e i dipendenti, così come con il territorio». Il sindaco Katia Tarasconi ha sottolineato «l’importanza di condividere la rotta da seguire, perché senza una strategia condivisa non si va da nessuna parte. Le sfide che ci troviamo davanti sono importanti e richiedono collaborazione tra le parti. Se ci sono imprese c’è il lavoro. Diritti e opportunità viaggiano insieme. Ma serve anche una strategia nazionale, per città di medie dimensioni come la nostra, che rischia di restare esclusa dalle opportunità di finanziamento e di crescita. Servono infrastrutture efficienti, incentivi stabili, risposte rapide, certezza delle regole». Per la presidente della Provincia Monica Patelli «è giusto essere fieri di una realtà come la vostra» ed ha chiesto che «alle Province venga restituito il ruolo di punto di riferimento per lo sviluppo del territorio, a supporto degli sforzi delle imprese».

Nella successiva tavola rotonda il ministro Tommaso Foti per gli Affari Europei e Pnrr in collegamento da Roma per urgenti impegni istituzionali proprio legati al Pnrr, ha detto che «proprio dalla Cabina di regia è arrivato il via libera alla proposta di revisione tecnica del Pnrr che dovrà essere sottoposta all’esame del Parlamento e della Commissione europea. Il suo buon esito dipende da tutti i soggetti, soprattutto dalle Regioni (una buona parte ha mantenuto gli impegni) e dagli enti locali. Piacenza, dai dati che ho in possesso, riuscirà a raggiungere gli obiettivi previsti dal Pnrr. La dimostrazione per i più refrattari che se ci si rimbocca le maniche è possibile raggiungere gli obiettivi. Stiamo lavorando – ha chiarito Foti – su numerose misure che riguardano la semplificazione amministrativa; abbiamo in atto una serie di azioni che dovrebbero essere introdotte nella seconda parte dell’anno per semplificare il rapporto con le imprese».

Il ministro ha anche detto che «il pacchetto di misure di Industria 5.0 non sta decollando e quindi andrà ripensato, perché non si può entrare a piedi uniti in un’azienda chiedendole di continuare a produrre documenti su documenti. O viriamo su misure semplici, che consentano di far partire l’intervento, altrimenti c’è un pregiudizio ideologico nei confronti dell’impresa e il green new deal è un esempio. In pratica l’appesantimento burocratico per avere accesso a investimenti e finanziamenti è frutto di un retaggio ideologico che finisce per penalizzare le aziende, costrette a spendere più tempo nel produrre la documentazione necessaria, rispetto al fare il proprio lavoro: produrre». La presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Annalisa Sassi ha ricordato che «il provvedimento “Industria 4.0” ha funzionato; quello successivo no causa un’eccessiva burocrazia. Le nostre imprese sono attori sociali in cui si mette a terra l’evoluzione industriale, la creatività e la competenza. E’ molto importante che diamo loro tutta la libertà e energia per lavorare». Un concetto condiviso dal Presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale per il quale «serve un cambio di passo radicale sul tema delle politiche energetiche: occorre razionalizzare a livello europeo».

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Infine l’amministratore delegato di Iveco Defence e Astra SpA, Claudio Catalano ha ricordato che «Astra e nata a Piacenza, qui continuiamo a investire e a crescere. Dopo la pesante crisi dell’automotive del 2007, nell’arco di 10 anni l’azienda è cambiata totalmente, grazie anche all’attaccamento dei dipendenti. Negli ultimi 5 anni abbiamo seguito sogni, praticato disciplina e adottato investimenti. In questa provincia c’è un forte attaccamento al lavoro e alle imprese, un grande senso di appartenenza e volontà di fare sempre meglio».

Alla fine della giornata, prima della cena, organizzata nell’ex chiesa di Sant’Agostino, Confindustria ha festeggiato e celebrato con una targa le dodici aziende piacentine che fondarono l’associazione nel 1945 e, ottant’anni dopo, sono ancora attive. Si tratta di Cella Gaetano, Cementirossi, Buzzi Unicem, Petrol Accord, Daf Al, Carlo Manzella, Impresa Cogni, Doppel Farmaceutici, Frappoli Luigi, Costruzioni e Impianti, Safta Gualapack, Casalini.



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