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Foti: “La revisione del Pnrr non ferma i cantieri”


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Tommaso Foti assicura che la nuova revisione del Pnrr non ne riduce l’ambizione. “Non c’è un cantiere che si ferma, una tratta che non vada avanti, un intervento che sia sospeso”, ha detto presentando il provvedimento alla Camera. Il ministro degli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr ha sottolineato che “nessun progetto verrà lasciato indietro, a cominciare da quelli sulle ferrovie che, sebbene difficili da completare entro la scadenza del 2026, verranno riscadenzati e rifinanziati in altro modo”. Il ministro ha precisato che le modifiche apportate non rappresentano un’anomalia, ma sono previste dal regolamento europeo. L’obiettivo è rimodulare le risorse già previste, per tener conto di situazioni impreviste che rendono alcuni interventi irrealizzabili entro il prossimo anno. Come quello del Terzo Valico dei Giovi, che a causa dei problemi geologici “non imputabili al governo”, sottolineato Foti, si è dovuto fermare. Ora è ripartito, in sicurezza, ma la scadenza di giugno 2026 non sarà rispettata. Per questo si cerca di attingere ad altre fonti. Il ministro ha ricordato che già nel piano originario del 2021 era prevista una sinergia tra le risorse del Pnrr e quelle stanziate dal contratto con Ferrovie dello Stato, per un totale di 24,5 miliardi di euro Pnrr a fronte di opere dal costo complessivo di 51,4 miliardi.

E ha chiarito che non vi sarà alcuno spostamento di fondi dalle regioni del Sud verso quelle del Nord: “All’Alta velocità del Nord restano 8,6 miliardi, come previsto. Mentre la linea Napoli-Bari vede un incremento da a 1,254 miliardi 2,188, e la Palermo-Catania passa da 799 milioni a 1,280 miliardi”. Non ci sarà nemmeno un impiego del fondi verso scopi militari, anche perché le regole non lo consentono. Sui fondi dirottati dalle colonnine di ricarica agli incentivi per le auto elettriche, Foti ha voluto “fare chiarezza”. L’Italia ha un parco auto elettriche piuttosto piccolo, a fronte di un tasso di colonnine ogni 100 auto superiore a Francia e Germania. Per questo il Governo ha pensato di “riequilibrare” puntando sugli incentivi per 39mila auto elettriche che abbatterebbero anche 58mila tonnellate di co2. A sostegno della linea del Governo, la Camera ha approvato una risoluzione di maggioranza che chiede di mantenere inalterata l’ambizione originaria del Pnrr. Le risorse eventualmente liberate dovranno essere reindirizzate verso misure già previste, ma caratterizzate da un’elevata domanda: Transizione 5.0, decarbonizzazione, autonomia energetica, occupazione giovanile, formazione e innovazione. Il testo impegna inoltre l’Esecutivo a rispettare gli obiettivi trasversali del piano: parità di genere, crescita dell’occupazione giovanile, riequilibrio territoriale, e pieno sostegno al Mezzogiorno, a cui deve continuare a essere destinato almeno il 40 per cento delle risorse. Infine, per gli interventi eventualmente esclusi dalla revisione del Piano, si chiede al Governo di trovare strumenti alternativi per garantirne il completamento.

Aggiornato il 22 maggio 2025 alle ore 14:43



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