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Veeva Systems e Hyntelo ne analizz


L’evento “AI for Life Science Excellence”, svoltosi a Milano lo scorso 2 aprile e organizzato da Veeva Systems e dal suo AI partner Hyntelo, ha riunito esperti del settore farmaceutico, accademici e rappresentanti istituzionali per discutere dell’impatto trasformativo dell’intelligenza artificiale (AI) nella sanità e nella ricerca. Dalla personalizzazione delle cure all’ottimizzazione dei trial clinici, emerge un quadro in cui la tecnologia non è più un’opzione futuribile, ma uno strumento operativo già integrato in molti processi critici.

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Moderato da Patrizio Armeni, Associate Professor of Practice SDA Bocconi; e Coordinatore del Digital Transformation Hub, l’incontro ha visto la partecipazione di vari esperti del settore, tra cui Nicoletta Luppi (MSD Italia), Alessandra Gelera (Assolombarda), Marco Scatigna (Centro Cardiologico Monzino) e Andrea Pagliai (Digital Medicine & Health del Gemelli), oltre ai rappresentanti delle aziende organizzatrici, Francesca Maggi (Veeva Systems) e Giacomo Filippo Porzio (Hyntelo).

Veeva è un’azienda leader globale nello sviluppo di soluzioni aziendali in cloud per l’industria del life science. Puntando sull’innovazione, l’eccellenza del prodotto e il successo del cliente, l’azienda ha più di 1.000 clienti, che vanno dalle più grandi aziende farmaceutiche del mondo fino alle biotech emergenti.

Francesca Maggi ha dichiarato “«ogni giorno Veeva con le sue soluzioni supporta milioni di utenti in tutto il mondo, e l’introduzione dell’intelligenza artificiale direttamente all’interno delle nostre applicazioni comporterà notevoli vantaggi in termini non solo di esecuzione ma anche di strategia e coordinamento tra i vari team. Questo evento voleva essere l’opportunità di iniziare a creare una community che possa confrontarsi su questi temi e identificare opportunità e sfide del panorama attuale.»

«Immaginiamo – prosegue Maggi- di voler sfruttare l’intelligenza artificiale con dati sparsi, inconsistenti e divisi in silos. L’AI ha bisogno di più che semplici dati: necessita di dati puliti, standardizzati e connessi.

Per sfruttare veramente l’AI per il processo decisionale e l’analisi predittiva, i dati devono essere raccolti e strutturati. Le soluzioni cloud di Veeva assicurano che i dati siano coerenti, accurati e pronti ad alimentare approfondimenti basati sull’AI, fornendo ai nostri clienti un notevole vantaggio competitivo iniziale.»

Vediamo in sintesi i temi principali dell’evento.

Impatto sui pazienti: dalla telemedicina ai wearable

Porzio, Co-Founder & CEO di Hyntelo ha aperto la riflessione tracciando un parallelo storico: come l’elettricità rivoluzionò il ‘900, l’AI sta ridefinendo ogni aspetto delle Scienze della Vita oggi. 

I dati presentati rivelano una svolta epocale nel rapporto paziente-tecnologia. Secondo l’analisi condotta dall’Osservatorio del Politecnico di Milano nel novembre scorso su un campione di mille cittadini, è emerso che

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  • il 72% preferisce accedere ai servizi sanitari via digitale
  • l’80% è interessato al telemonitoraggio
  • il 22% già usa ChatGPT per temi medici. I principali argomenti riguardano prevenzione e stili di vita (23%), patologie (19%), farmaci (15%), strutture sanitarie (12%), sintomi/autodiagnosi (12%)

Se da un lato la diffusione dell’AI è rapidissima, dall’altro resta il rischio legato all’accuratezza delle risposte. 

Come cambia il lavoro degli informatori scientifici

Nel campo dell’informazione scientifica, l’intelligenza artificiale sta iniziando a cambiare il modo di lavorare degli informatori farmaceutici. Secondo una stima di McKinsey, l’adozione dell’AI generativa può aumentare la produttività dei team del 10-15% e incidere sull’aumento del fatturato dell’1-2%. Le applicazioni più efficaci riguardano la selezione dei medici da visitare, la personalizzazione della comunicazione e l’ottimizzazione delle interazioni sul campo.

Una ricerca italiana recentissima, condotta da Hyntelo insieme al sito informatori.it su oltre 200 professionisti, racconta una realtà interessante: più del 65% degli informatori utilizza già assistenti virtuali, e più della metà fa uso di ChatGPT o di strumenti di traduzione automatica. Tuttavia, solo uno su tre ha ricevuto questi strumenti dall’azienda. 

I bisogni principali che emergono riguardano il desiderio di essere costantemente aggiornati su normative, farmaci e studi scientifici, di automatizzare la redazione di report e sintesi, e di poter personalizzare i messaggi e i materiali destinati ai medici.

Impatto strategico dell’AI nelle aziende farmaceutiche

Anche le aziende farmaceutiche stanno investendo molto. Porzio, ha evidenziato come l’intelligenza artificiale generativa potrebbe creare un impatto economico di decine di miliardi di dollari lungo tutta la filiera: dalla ricerca e sviluppo clinico fino alle attività commerciali e di Medical Affairs. In pratica, si parla di strumenti AI che supportano la gestione dei trial clinici, l’analisi avanzata dei dati, la scrittura di contenuti scientifici, l’ottimizzazione della logistica e dell’inventario in tempo reale, la creazione di materiali promozionali personalizzati e l’estrazione di insight strategici sui medici o sulla letteratura scientifica.

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L’intelligenza artificiale sta rapidamente diventando un alleato prezioso per pazienti, medici, informatori e aziende farmaceutiche. Sta cambiando il modo in cui viviamo il benessere, curiamo i pazienti, comunichiamo con i clinici e sviluppiamo nuovi farmaci. E, come mostrano le evidenze sul campo, in molti casi sta già funzionando.

Riorientare il valore: la trasformazione dei Medical Affairs con l’intelligenza artificiale

Marco Scatigna, Clinical Trials Unit Head Cardiologic Centre Monzino and Member of the Scientific Committee ha descritto come l’intelligenza artificiale stia rivoluzionando il processo di sviluppo dei farmaci, da sempre lungo, costoso e ad alto tasso di insuccesso. 

Scatigna ha spiegato che l’AI può intervenire nelle quattro fasi dello sviluppo clinico: pianificazione dello studio, identificazione dei pazienti, retention dei partecipanti e analisi dei risultati.

Nella fase di pianificazione, l’AI può analizzare migliaia di protocolli già esistenti, supportando il clinico nella definizione dei criteri di inclusione/esclusione e nella stesura degli endpoint; nella fase di arruolamento, l’AI può evitare errori comuni nella selezione dei pazienti e migliorare il tasso di partecipazione; può inoltre aiutare anche nella motivazione dei pazienti a restare nello studio e, infine, nell’elaborazione dei dati durante l’analisi finale.

Scatigna ha sottolineato che il valore dell’AI non risiede nel sostituire il lavoro del medico, ma nel supportarlo nelle fasi più tecniche, ripetitive o ad alto rischio di errore, aumentando così efficacia, velocità e sostenibilità dei trial. Questo si traduce in un grande beneficio economico e clinico, riducendo costi e tempi, e portando più rapidamente ai pazienti i farmaci innovativi di cui hanno bisogno.

Dall’hype alla realtà: come integrare davvero l’intelligenza artificiale nella sanità

Andrea Pagliai, CEO Advisor Gemelli Digital Medicine & Health — GDMH, ha offerto una visione ampia e concreta sull’introduzione dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario, partendo dalla sua doppia esperienza in ambito ospedaliero e consulenziale. Secondo lui, il vero ostacolo non è la tecnologia in sé – che esiste ed è già applicabile – ma il contesto in cui dovrebbe essere implementata. Le sfide principali riguardano infatti i modelli organizzativi, le normative, la gestione dei dati e soprattutto l’adattamento delle competenze professionali.

Pagliai ha sottolineato che molte soluzioni considerate “futuristiche” sono già realtà, e che la difficoltà è integrarle efficacemente nella pratica clinica. Un esempio concreto: alcune soluzioni sistemiche basate su AI hanno portato a una riduzione del 40% dei rientri ospedalieri post-operatori. Questo non solo migliora gli esiti per i pazienti, ma ha un impatto positivo anche sull’efficienza e sui costi del sistema sanitario.

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Pagliai insiste sulla necessità di affrontare l’AI come un investimento e non come un costo, perché consente un uso più efficiente delle risorse, migliora la qualità delle decisioni cliniche, riduce errori e ottimizza le terapie.

Dati, AI e cultura del cambiamento: ruolo delle imprese nella Sanità che evolve

Alessandra Gelera, Coordinatrice Filiera Life Science di Assolombarda, oltre che Senior Head of Public Affairs, Health Economics & Market Access Country Head at Boston Scientific, ha raccontato il percorso intrapreso da Assolombarda per promuovere la trasformazione digitale nel settore Life Science. Coordinando una filiera composta da 240 realtà molto eterogenee (dal farmaceutico alla sanità privata, dall’ICT al sociale), Gelera ha individuato nel digitale – e in particolare nell’intelligenza artificiale – il punto di convergenza capace di unire competenze diverse e stimolare sinergie.

Il cambiamento, però, non è solo tecnologico ma soprattutto culturale: occorre imparare a misurare l’impatto delle innovazioni, valutando anche gli “eventi evitati” grazie all’uso predittivo dei dati. Oggi mancano competenze analitiche diffuse e infrastrutture regolatorie che permettano di valorizzare le informazioni esistenti. Ma strumenti come i dati sintetici potrebbero aiutare a superare le barriere della privacy e della frammentazione.

In sintesi: l’intelligenza artificiale può predire, pianificare e aiutare a programmare le risorse. Ma serve un sistema sanitario pronto a valorizzarla.

Intelligenza artificiale e farmaceutica: rivoluzione digitale tra innovazione, etica e centralità del paziente

Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratrice Delegata MSD Italia, ha offerto una panoramica sul profondo impatto che l’intelligenza artificiale (AI) sta avendo nel settore farmaceutico. L’AI, spiega, non è solo un’innovazione tecnologica, ma un vero alleato strategico che sta trasformando il modo in cui si scoprono, sviluppano e comunicano i farmaci, migliorando l’efficacia delle terapie e personalizzando il rapporto con medici e pazienti.

Nel campo della ricerca, le tecniche di machine learning permettono di analizzare grandi quantità di dati clinici e genetici per scoprire nuovi farmaci e biomarcatori con maggiore velocità e precisione, riducendo tempi e costi di sviluppo. MSD si distingue come leader in questo ambito, investendo oltre il 50% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, ben oltre i livelli delle big tech.

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A livello operativo, l’AI migliora le attività quotidiane delle affiliate locali, come la comunicazione con i medici, le strategie di marketing e l’engagement sul territorio. Grazie a strumenti avanzati sviluppati con partner tecnologici, il personale può accedere in tempo reale a dati e insight per offrire un supporto scientifico più mirato e di valore.

Luppi ha sottolineato anche le potenzialità della generative AI, che può rivoluzionare la comunicazione scientifica e accelerare la scoperta di nuove soluzioni terapeutiche. Ha tuttavia fatto notare che l’utilizzo di queste tecnologie deve sempre essere etico, controllato e supervisionato da persone competenti. È essenziale garantire la qualità e la rappresentatività dei dati, evitare bias e formare il personale a un uso responsabile dell’AI.

Veeva: Innovazione e AI per il futuro del Life Science

Veeva ha guidato gli interventi come “padrone di casa” dell’evento, rappresentata da Francesca Maggi, Solution Consulting Senior Manager. In qualità di organizzatore, Veeva si propone come partner strategico nel settore Life Science, grazie alla sua piattaforma cloud che copre ogni fase del ciclo di vita del farmaco. L’azienda è impegnata su valori come integrità, successo del cliente, soddisfazione dei dipendenti e velocità operativa, distinguendosi anche come Public Benefit Corporation.

La strategia AI di Veeva si concentra su tre pilastri: l’integrazione di agenti intelligenti per ottimizzare i processi, le Direct Data API per un accesso agevole ai dati CRM e un programma di partnership AI che permette ai clienti di scegliere liberamente le soluzioni AI, garantendo l’integrazione con la piattaforma Veeva.

Durante l’evento, sono stati illustrati due casi d’uso: il CRM Bot, che assiste nel riassumere interazioni e suggerire azioni, e il controllo vocale del CRM, che permette la registrazione e trascrizione di conversazioni mediche con il consenso, salvaguardando la privacy dei dati. 

Takeaways dall’evento 

Durante l’incontro, sono emersi concetti chiave riguardanti l’influenza dell’intelligenza artificiale nel settore farmaceutico. L’AI è riconosciuta per la sua capacità di accelerare il processo di sviluppo dei farmaci e di ridurre significativamente i costi ma per sfruttare appieno il suo potenziale, è necessario un cambio di mentalità e una riorganizzazione dei processi interni. 

Già oggi, l’AI rappresenta un supporto fondamentale sia a livello strategico che operativo nelle aziende farmaceutiche. È  essenziale stabilire e monitorare i KPI per valutare l’efficacia e il ritorno sugli investimenti delle nuove tecnologie. L’intelligenza artificiale, lungi dall’essere una moda passeggera, è oramai una realtà permanente e di crescente importanza.

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