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Chief Technology Officer, architetti del cambiamento nell’era dell’AI


Il Chief Technology Officer è sempre più al centro della strategia aziendale in uno scenario complesso e in continuo mutamento. La sua funzione si intreccia profondamente con l’evoluzione tecnologica, la trasformazione digitale e le sfide di business che le imprese devono affrontare oggi.

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Chi è davvero il Chief Technology Officer nell’era dell’intelligenza artificiale

Tra i leader apicali di un’organizzazione, il CTO è colui che ha la grande responsabilità di accompagnare l’azienda nella sua trasformazione digitale a supporto del business. La sua capacità di definire la strategia di innovazione, e la relativa architettura tecnologica di riferimento, è alla base di qualsiasi miglioramento sul piano operativo, con ricadute importanti sulla riduzione dei costi e sullo sviluppo di prodotti innovativi. Inoltre, con tecnologie d’avanguardia e competenze di eccellenza svolge un ruolo cruciale nella gestione dei rischi cyber e nella protezione dei dati aziendali.

Al CTO si chiede di essere agile, veloce, dare immediata risposta a nuove richieste di mercato con soluzioni sicure, resilienti e conformi. Oggi si chiede a loro anche di innovare con l’AI, sviluppando nuovi modelli utili per lo specifico business dell’azienda in cui però la governance e la protezione – dei dati e dei modelli stessi sono fondamentali per rispettare la data privacy, l’IP e creare fiducia negli utilizzatori.

Quando il CTO diventa un architetto del cambiamento

Un errore di addestramento dell’AI, per un CTO potrebbe essere fatale. Il suo coraggio di innovare per rispondere a un contesto incerto e complesso lo rende simile a un “Braveheart” che fronteggia le sfide del futuro.

Volendo definire un profilo, la figura del CTO si compone di quattro anime fondamentali. È innanzitutto un esperto delle operazioni, che conoscendo i processi di business decisionali può intervenire con l’adozione di strumenti di BPM e di decision management flessibili per automatizzare i processi e abilitare soluzioni innovative. Naturalmente è anche esperto di prodotto e di tecnologia, che nell’ambito di architetture hybrid e multi-cloud agili e flessibili, adotta di strumenti di gestione della complessità, delle performance e dei costi.

È inoltre stratega della tecnologia e del modello di business, in quanto supporta e, in alcuni casi anche guida, l’organizzazione nella ridefinizione del proprio modello di impresa, lavorando a stretto contatto con il management esecutivo per promuovere la crescita attraverso l’innovazione. È infine il Chief Architect della trasformazione tecnologica, che stabilisce la direzione architetturale complessiva dell’azienda, lavorando in stretta collaborazione con il CIO e il CDO per sostenere lo sviluppo di un futuro portafoglio di prodotti e soluzioni.

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Perché le PMI faticano a trovare il Chief Technology Officer giusto

In una grande azienda oggi non è più possibile prescindere dal ruolo del CTO, ma nelle piccole e medie imprese, la persona che assume il ruolo nominale di Chief Technology Officer spesso non possiede tutte le competenze necessarie per gestire la continua evoluzione delle tecnologie che emergono sul mercato. Un esempio è la sempre più ampia diffusione dell’intelligenza artificiale generativa e l’impatto significativo che avrà su una vasta gamma di attività aziendali. Il CTO ha veramente inteso l’entità di questo cambiamento? E, ancora più importante, è preparato a gestire la transizione e a motivare i team che dovranno affrontarla?

Come il Chief Technology Officer costruisce un’organizzazione del futuro

Oggi la sfida di un CTO è quella di disegnare un’organizzazione ad alte prestazioni e orientata al futuro basata su 4 pilastri importanti:

  • L’infrastruttura tecnologica, che non può che essere di Hybrid Cloud per consentire che i dati e i diversi workload (i.e. database, transazioni, SAP, applicazioni custom, servizi cloud, e altro) risiedano nella giusta infrastruttura (on premise, su cloud privato o pubblico e di qualunque provider) fornendo in modo seamless servizi resilienti.
  • Un’architettura di dati aziendali affidabile, governabile e flessibile che possa abilitare velocemente modelli di AI sicuri e affidabili. Perché non esiste un’AI utile alle imprese se non la si alimenta con i dati di business, con un approccio integrato e multimodel che usa il miglior modello per lo specifico caso d’uso.
  • L’automazione di processi e applicazioni aziendali, per generare servizi che abilitano il business e strumenti di supporto alle decisioni.
  • Una cultura dell’innovazione, capace di alimentare le competenze più evolute e necessarie alle imprese di oggi, con percorsi di formazione continua e strumenti di collaborazione, fondamentali per coinvolgere le persone nella gestione del cambiamento portato dalla trasformazione tecnologica.

Quanto vale davvero un CTO per l’azienda

È chiaro che il valore che la figura del CTO apporta all’azienda in cui opera è molto alto. La sua opera contribuisce in modo significativo allo sviluppo e alla resilienza del business, e la sua abilità nel riconoscere opportunità per l’implementazione di nuove tecnologie è fondamentale per qualsiasi avanzamento operativo. Il tutto con effetti rilevanti sulla riduzione dei costi e sullo sviluppo di prodotti innovativi. Inoltre, come già sottolineato, con le competenze adeguate può assumere un ruolo cruciale nella gestione dei rischi informatici e nella protezione dei dati aziendali.

Inoltre, il CTO è essenziale per garantire che l’azienda rimanga competitiva in un mercato in continua evoluzione, grazie alla sua capacità di anticipare le tendenze tecnologiche e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti, vitali per il successo a lungo termine.

Il suo obiettivo non è solo quello di ridurre i costi operativi e di ottimizzazione degli ambienti IT, ma anche quello di favorire la creazione di soluzioni innovative come quelle di intelligenza artificiale, anche generativa.

Dove trova l’equilibrio il CTO di successo

E cosa ancora più importante ha la necessità di individuare, in un mercato del lavoro ancora limitato, le competenze adeguate, così come quella di trattenere le proprie risorse e di svilupparne ulteriormente le loro capacità.

Non esiste un modo univoco di fare innovazione nelle aziende ma sicuramente si può affermare che il CTO riesce nella sua sfida di “digital reinvention” dell’azienda quando trova l’adeguato equilibrio tra eccellenza operativa attuale e adozione di tecnologie orientate al futuro.



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