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Giovannini lancia l’allarme: “Sulla sostenibilità rischiamo un passo indietro”


Oltre 1.300 eventi organizzati a maggio su tutto il territorio nazionale da imprese, associazioni, scuole e università. Altri eventi trasmessi in diretta streaming che hanno raggiunto 3,5 milioni di persone, con 10 milioni di impression e 1,5 milioni di visualizzazioni. Sono i numeri emersi dal nono Festival dello Sviluppo sostenibile organizzato dall’Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), illustrati oggi alla Camera dei Deputati durante l’incontro “L’ora della verità per lo sviluppo sostenibile a dieci anni dall’Agenda 2030, dagli Accordi di Parigi e dalla Laudato si’”.

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L’edizione ha evidenziato come la società italiana sia fortemente impegnata per l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nonostante tensioni geopolitiche, guerre in corso e conflitti commerciali. Le imprese manifatturiere con un profilo di sostenibilità “alto” hanno avuto infatti una crescita addizionale del valore aggiunto pari al 16,7% rispetto a quelle non sostenibili, a parità di altre condizioni. Per il 92% delle imprese familiari e per l’89% delle non familiari integrare la sostenibilità comporta benefici. Per questo, la sostenibilità è uno degli obiettivi prioritari delle imprese nel prossimo futuro. Solo il 21% delle imprese indica il rafforzamento delle normative climatiche come un rischio, mentre più del 50% di quelle manifatturiere ha già investito nell’efficientamento energetico.

Purtroppo però, a causa di politiche pubbliche insufficienti e contraddittorie, l’Italia rischia di non approfittare delle opportunità offerte dalla transizione ecologica e digitale, e di quelle che l’Ue ha messo in campo col Green Deal, i cui obiettivi sono stati confermati recentemente, pur con gli aggiustamenti proposti dalla Commissione Ue col Clean Industrial Deal e per le semplificazioni. “Dobbiamo trovare un equilibrio tra obiettivi climatici e sostenibilità ambientale, sociale, economica”, sostiene il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’Asvis, lancia però l’allarme: “Dopo lo straordinario impulso degli anni scorsi, l’Unione europea rischia di tornare indietro sulle politiche legate alla sostenibilità. Questo sarebbe un grave errore, e i dati presentati nel corso del Festival, come quelli contenuti nel ‘Rapporto di Primavera’, lo dimostrano”.

Gli scenari al 2035 e al 2050 elaborati insieme a Oxford Economics – sostiene il direttore scientifico – sono chiari: un’azione tempestiva e strutturata verso la neutralità climatica basata sull’innovazione può far crescere il PIL italiano dell’8,4% entro il 2050. “In questa fase di trasformazione globale – aggiunge Marcella Mallen, presidente dell’Asvis – risiede anche una straordinaria opportunità: costruire un modello di sviluppo fondato sulla giustizia, sulla scienza, sull’innovazione e su una rinnovata responsabilità verso le nuove generazioni”.

Sul raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, Pierluigi Stefanini, presidente dell’Asvis, chiede di fare in fretta: “La politica deve imprimere un’accelerazione decisa e concreta, come il Governo si è impegnato a fare 18 mesi fa e, di nuovo, otto mesi fa nel corso dell’Assemblea Generale dell’Onu”. L’Europa mantiene la barra dritta, intanto. Secondo la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Teresa Ribera, l’Unione “mantiene il suo impegno sia per l’Agenda 2030 che per l’Accordo di Parigi sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ci restano solamente cinque anni per realizzarli con successo“.

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