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Il risparmio dei fondi pensione per sostenere la crescita delle Pmi


Convogliare le risorse dei fondi pensione verso il sostegno alle piccole e medie imprese, investendo a lungo termine nelle quote e favorendo l’approdo in Borsa di chi non è già sul listino. Nelle aule del Parlamento si lavora per aumentare la quota di risorse che dai fondi previdenziali fluiscono verso il sostegno alle pmi. Non è quindi soltanto una questione di aumentare l’appetito della previdenza complementare, che il governo è inteso a favorire. Il tema è al centro delle audizioni tenute negli ultimi messi dalla commissione bicamerale Enti previdenziali e ieri è stato uno dei fili convegno delle discussioni del convegnoduttori organizzato a Montecitorio da Assonext, l’associazione delle pmi quotate, per favorire la crescita dell’Egm, il segmento di Borsa Italiana, con meno vincoli, sul quale si quotano le pmi e che rappresenta uno scenario e un primo approccio ai listini.

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IL CONFRONTO

Uno dei problemi sollevati negli ultimi mesi è dettato dall’ammontare di risorse finora destinate dai fondi pensione alle azioni delle imprese italiane: meno di 2 miliardi contro i 32,5 miliardi destinati alle azioni estere.

Lo sguardo può allargarsi al ruolo degli investitori istituzionali in generale. Attualmente è emerso durante l’appuntamento, soltanto il 16% dei portafogli dei fondi comuni viene investito in Italia, 87,5 miliardi di euro, sui 546 miliardi di euro complessivi, esportando così capitale all’estero. Inoltre, meno del 3% delle risorse dei fondi pensione, rispetto a una media in altri Paesi Ue che va dal 20% (Germania, Francia e Spagna) al 50% (Svezia).

Per favorire un’inversione di tendenza occorre «svegliare i fondi pensione», è il concetto emerso. Una delle soluzioni di cui si discute è una modifica al regolamento sugli investimenti dei fondi. Il lavoro, tuttavia, deve ancora partire da zero. Già l’ultima legge di bilancio ha previsto che i fondi pensione investano in venture capitale almeno il 5% del paniere degli investimenti qualificati. Entro il 2026 la quota dovrà salire al 10%.

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Lo scorso novembre, nel frattempo, quattro fondi pensione negoziali si sono fatti promotori di un progetto, detto Pmi Italia, e hanno avviato un processo di selezione di un gestore finanziario cui affidare un mandato ad investire in azioni quotate di imprese italiane di media e piccola capitalizzazione.

«Dobbiamo far sì che i risparmi degli italiani, quindi il nostro petrolio, venga canalizzato verso le piccole e medie imprese, direttamente, condotta, ma abbiamo bisogno esattamente di fare questo», ha commentato l’amministratore delegato di Borsa, Fabrizio Testa, «Il rafforzamento delle pmi, soprattutto se fanno il passo di andare in Borsa e di entrare nella parte ‘pubblica’ dell’investimento dell’equity, non soltanto aiuta il Paese a crescere, ma lo aiuta a crescere in un modo diverso».

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