Il Bollettino Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro segnala un aumento del 7% della domanda di lavoro rispetto al 2024. Il Sud è l’area più dinamica, ma quasi metà dei profili richiesti resta difficile da trovare
Nel mese di maggio 2025, le imprese italiane prevedono 528mila nuove assunzioni, con una domanda complessiva che sfiora 1,7 milioni di ingressi nel trimestre maggio-luglio. Si tratta di un incremento significativo rispetto all’anno precedente: +35mila posti (+7%) su base mensile e +70mila (+4,4%) sullo stesso trimestre del 2024. Con 161mila contratti previsti a maggio, l’area del Sud e Isole si conferma la più vivace in termini di crescita occupazionale. Seguono Nord-Ovest, Nord-Est e Centro.
A delineare il quadro occupazionale è il Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro, nell’ambito del Programma nazionale “Giovani, donne e lavoro”, cofinanziato dall’Unione europea.
Servizi in forte espansione, industria in lieve calo
Il traino principale della crescita è rappresentato dal settore dei servizi, con 394mila assunzioni a maggio e oltre 1,2 milioni nel trimestre, in aumento del 10,4% rispetto al 2024. Spicca la filiera turistica, che da sola assorbe 147mila profili a maggio e 446mila entro luglio. Seguono commercio (71mila mensili, 229mila nel trimestre) e servizi alla persona (58mila e 200mila).
All’opposto, l’industria prevede un lieve calo delle assunzioni, con 134mila ingressi previsti a maggio (-2%) e 412mila nel trimestre. In particolare, il manifatturiero registra una leggera flessione: 84mila posti a maggio (-2,2%) e 263mila sul trimestre (+0,3%).
Nel settore industriale, la domanda si concentra soprattutto su meccatronica, metallurgia e agroalimentare. A maggio sono previsti 19mila contratti in meccatronica, 15mila in metallurgia e 14mila in agroalimentare, con rispettivamente 58mila, 46mila e 55mila ingressi nel trimestre maggio-luglio. Le costruzioni mostrano segnali più incerti: 51mila assunzioni a maggio (-1,5%) e quasi 150mila nel trimestre (+1,2%).
Difficoltà di reperimento: 1 profilo su 2 introvabile
Le imprese continuano a incontrare notevoli difficoltà nel reperire i profili richiesti, con 248mila posizioni, pari al 47% del totale, che risultano di difficile copertura soprattutto a causa della carenza di candidati. Tra i ruoli maggiormente introvabili figurano gli ingegneri, per i quali il mismatch raggiunge il 62,8%, e gli specialisti nelle scienze gestionali e bancarie, con il 45,3%. Ancora più marcate sono le difficoltà per i tecnici ingegneristici, con il 69,9% di posizioni difficili da coprire, e per i tecnici della salute, al 66,5%. Anche gli operatori nel campo estetico e il personale sanitario qualificato risultano spesso introvabili, rispettivamente al 69,3% e al 56%. Tra gli operai specializzati, meccanici, manutentori, operai edili e saldatori registrano i livelli più alti di difficoltà, con percentuali che oscillano tra il 70,8% e il 72,6%. Le problematiche maggiori emergono nel Nord Est, dove quasi la metà delle posizioni aperte resta scoperta (49,4%), seguita dal Nord Ovest e dal Centro con il 47,7%, mentre al Sud e nelle Isole la quota si attesta al 44%.
Tra le forme contrattuali prevale il tempo determinato, che riguarda 327mila assunzioni (61,8% del totale), seguito dai contratti a tempo indeterminato (89mila, 16,8%).
Il ruolo della manodopera straniera
Le imprese italiane prevedono di ricorrere a manodopera straniera per il 18,4% delle assunzioni complessive. L’utilizzo di lavoratori immigrati è particolarmente diffuso nei servizi di supporto alle imprese e alle persone, dove rappresenta il 32,5% delle assunzioni previste, seguito dai settori del trasporto e della logistica con il 26,7%, dall’agroalimentare con il 22,6%, dalla metallurgia con il 21,6% e dalle costruzioni con il 20,4%.
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