Maggio 2025 segna un momento di grande incertezza per UBS, colosso bancario svizzero che, dopo l’acquisizione d’emergenza di Credit Suisse nel 2023, si trova ora ad affrontare nuove sfide regolamentari che potrebbero cambiare profondamente il suo profilo di rischio.
Il caso UBS e l’inasprimento delle regole
L’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS nel 2023 è stata una manovra straordinaria orchestrata dal governo svizzero per evitare una crisi sistemica che avrebbe potuto travolgere l’intero settore finanziario elvetico e, potenzialmente, europeo.
In quell’occasione, UBS è diventata l’unica banca svizzera di importanza sistemica globale (“too big to fail”), assumendo un ruolo chiave non solo nel sistema bancario nazionale ma anche nei meccanismi di stabilità finanziaria globale.
Ma proprio questa nuova centralità ha portato con sé una maggiore attenzione da parte delle autorità di regolamentazione, che oggi temono che una concentrazione eccessiva di rischi su un solo attore possa mettere in pericolo l’intero sistema economico svizzero.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, la Confederazione Elvetica starebbe infatti valutando un inasprimento significativo delle regole sul capitale minimo richiesto per UBS, con l’obiettivo di rafforzarne la capacità di assorbimento delle perdite.
Nel dettaglio, il disegno di legge, che dovrebbe essere pubblicato in forma preliminare a giugno, potrebbe obbligare UBS a detenere fino a 25 miliardi di dollari in capitale aggiuntivo. Ancora più rilevante, le nuove norme potrebbero imporre alla banca di coprire fino al 100% delle potenziali perdite delle sue filiali estere, un livello di copertura senza precedenti per una banca globale.
La nuova proposta legislativa è quindi una risposta alla lezione appresa con il crollo di Credit Suisse: nessuna banca può più permettersi margini di errore. Ma cosa comporta, di fatto, questa nuova imposizione?
Le conseguenze sulle azioni
Un eventuale aumento dei requisiti patrimoniali potrebbe avere impatti rilevanti sulla strategia operativa e finanziaria di UBS. Accantonare fino a 25 miliardi di dollari di capitale significa ridurre la leva operativa e allocare risorse che, in alternativa, potrebbero essere impiegate per generare rendimento: prestiti, investimenti, operazioni strategiche o distribuzione di dividendi.
In termini pratici, questo potrebbe tradursi in:
- una diminuzione della redditività;
- una ridotta capacità di crescita internazionale;
- un potenziale rallentamento nella distribuzione di dividendi o buyback.
Il tutto penalizzerebbe gli azionisti. Di conseguenza, ci sarebbe anche una maggiore cautela nell’espansione in mercati emergenti, spesso più redditizi ma anche più rischiosi.
I rischi per gli investitori UBS
Per gli investitori, l’ipotesi di nuove norme così stringenti rappresenta un doppio rischio: da un lato, vi è la possibilità di una riduzione dei ritorni sull’investimento (ROE), e dall’altro un aumento percepito del rischio regolamentare. Questo potrebbe avere effetti concreti sulla quotazione delle azioni UBS, che rischiano di perdere appeal sul mercato rispetto a concorrenti esteri meno soggetti a vincoli.
Inoltre, se la banca dovesse scegliere di compensare l’effetto dei nuovi requisiti patrimoniali aumentando il livello di rischio operativo (per esempio, spingendosi in aree a maggiore rendimento ma anche più volatili), gli investitori potrebbero ritrovarsi esposti a scenari più instabili.
UBS non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla proposta, ma l’amministratore delegato Sergio Ermotti ha più volte espresso il timore che un eccesso di regolamentazione possa penalizzare la competitività della Svizzera come piazza finanziaria globale. Secondo Ermotti, una fuga di investitori internazionali o clienti istituzionali verso banche di altre giurisdizioni meno restrittive sarebbe uno scenario da non sottovalutare.
Per gli investitori, sarà quindi cruciale monitorare l’evoluzione della proposta normativa e il suo iter parlamentare, nonché le contromisure adottate da UBS (riduzioni di costi, riallocazione di capitale, revisione della strategia internazionale) e le reazioni del mercato azionario e degli analisti internazionali, che potrebbero rivedere target price e rating su UBS.
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