Addio a Sebastião Salgado, il fotografo che fece rinascere la foresta atlantica brasiliana

Il mondo saluta con commozione Sebastião Salgado, maestro indiscusso della fotografia e instancabile difensore dell’ambiente. Scomparso oggi, a 81 anni, Salgado lascia un’eredità straordinaria che va ben oltre le sue celebri immagini: un impegno concreto e visionario per la rinascita della Mata Atlântica, la foresta atlantica brasiliana

Indimenticabile protagonista del petit-déjeuner organizzato dal Press Club di Monaco presso lo Yacht Club il 21 marzo 2012, Salgado aveva condiviso con il pubblico monegasco la sua seconda vita, quella di “faziendero ecologista”, come amava definirsi con ironia. Insieme alla moglie Lélia Deluiz Wanick, Salgado ci aveva raccontato di aver avviato da oltre un decennio un ambizioso progetto di riforestazione nel cuore del Minas Gerais, sulle terre della fazenda di famiglia, oggi sede dell’Instituto Terra. Dopo la morte del padre e la decadenza delle attività agricole tradizionali, Salgado scelse di convertire il dolore in rinascita: con pazienza e dedizione, lui e Lélia fondarono un vivaio dedicato alla coltivazione di centinaia di specie autoctone, reintroducendole poi in un ecosistema gravemente compromesso. In poco più di dieci anni, l’arida Vale do Rio Doce è tornata a essere una culla di biodiversità, con sorgenti d’acqua riattivate, insetti rari riapparsi e persino il ritorno naturale di un felino simbolo dell’area. “Non era solo riforestazione, era rigenerazione della vita,” ha ricordato Paolo Scinto, referente europeo dell’Instituto Terra e promotore del progetto in Italia. “Riadattare oltre 260 specie autoctone su un suolo esausto è stata una sfida eccezionale. Oggi, grazie alle donazioni di aziende e cittadini sensibili, possiamo dire che quel sogno è diventato realtà”. Il metodo “Salgado”, oggi studiato anche nei sistemi educativi internazionali, è un modello replicabile di sostenibilità e coinvolgimento comunitario. In Italia, diverse regioni hanno già aderito, contribuendo alla crescita di un sistema trasparente, dove ogni risorsa è destinata al progetto, senza sprechi e con l’inclusione attiva di numerose famiglie indigene. Con la scomparsa di Sebastião Salgado, il mondo perde una voce lucida, appassionata e profondamente umana. Ma resta la sua visione, impressa non solo nelle fotografie che hanno fatto la storia, ma negli alberi che oggi tornano a respirare grazie alla sua mano. Un’eredità viva, come la foresta che ha fatto rinascere intorno alla sua fazenda in Brasile. Anche il Sovrano monegasco, SAS il Principe Alberto II di Monaco, in un comunicato stampa inviato in mattinata, ha espresso il suo cordoglio alla famiglia di Salgado.

«È con profonda commozione e grande tristezza che ho appreso della scomparsa di Sebastião SALGADO, avvenuta ieri. Fotografo di fama mondiale, la sua opera magistrale in bianco e nero ha saputo oltrepassare confini e culture, offrendo uno sguardo di rara umanità sulle realtà sociali e ambientali del nostro tempo. Sin dal nostro primo incontro nel Principato, nel 2012, ho avuto l’onore di sostenere i progetti della sua Fondazione “O Instituto Terra”, autentico modello di resilienza ecologica. Le straordinarie iniziative che portava avanti insieme a sua moglie Lélia erano tra le più importanti in Brasile nel campo della riforestazione. Ero felice all’idea di rivederlo in occasione della COP30, dove la sua voce avrebbe, ancora una volta, risuonato con forza. La sua eredità resterà fonte d’ispirazione per le generazioni future. Esprimo a sua moglie, alla sua famiglia e ai suoi cari i miei pensieri e le mie più sincere condoglianze.»

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