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La Gaza Humanitarian Foundation, le società private e la gestione degli aiuti


Una dottoressa palestinese perde 9 dei suoi 10 figli per un bombardamento israeliano, uno dei tanti su Gaza. La fame, la disperazione, i volti che hanno pianto tutte le loro lacrime, la popolazione allo stremo e l’assalto ai forni. Questa la foto della Striscia di Gaza. Ma intanto si parla del famoso nuovo piano statunitense per la distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza che dovrebbe partire domani, domenica 25 maggio.

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Un piano prevede che una società americana riceva le forniture al valico di Kerem Shalom e le trasporti all’interno della Striscia fino a quattro punti di distribuzione (tre nel sud e uno vicino al corridoio di Netzarim). La distribuzione sarà gestita da aziende internazionali, con la sicurezza garantita dall’esercito israeliano, che però non parteciperà direttamente alla consegna. Ogni punto dovrebbe servire circa 300.000 persone, coprendo fino a 1,2 milioni di palestinesi (circa il 60% della popolazione di Gaza). I residenti, dopo registrazione e controlli per escludere membri di Hamas, riceveranno pacchi alimentari da 70 kg, sufficienti per cinque persone per dieci giorni. L’obiettivo è evitare che gli aiuti finiscano nelle mani di Hamas, un problema citato da Israele per giustificare i precedenti blocchi.

Ma chi si occupa della gestione e distribuzione degli aiuti? L’ONU e le organizzazioni umanitarie sono molto perplesse su questa operazione. E intanto la radio israeliana GLZRadio riporta che il nuovo meccanismo di distribuzione degli aiuti, attraverso aziende private americane e quattro diversi centri di distribuzione, subirà un ritardo e non inizierà a funzionare domani come inizialmente previsto. Fonti della sicurezza affermano che il rinvio è di diversi giorni a causa di difficoltà logistiche e che il meccanismo dovrebbe iniziare a funzionare entro la fine della prossima settimana.

Gaza Humanitarian Foundation (Rainews.it)

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Intanto prima di tutto è importante capire cosa è la Gaza Humanitarian Foundation che gestirà la distribuzione degli aiuti umanitari.

La GHF è guidata da Jake Wood, un ex marine statunitense e fondatore di Team Rubicon, un’organizzazione di soccorso in caso di disastri naturali composta principalmente da veterani militari. Wood ha esperienza di combattimento in Iraq e Afghanistan ed è noto per il suo libro di memorie “Once a Warrior”. La sua nomina è stata confermata in diverse fonti, e Wood stesso ha rilasciato interviste (come quella a CNN il 17 maggio 2025) difendendo il piano della GHF come un modo per fornire aiuti nonostante le critiche.

Inizialmente, la GHF aveva annunciato la partecipazione di David Beasley, ex direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale (WFP) delle Nazioni Unite, e Nate Mook, ex CEO di World Central Kitchen, come membri del consiglio o consulenti senior. Tuttavia, entrambi hanno dichiarato a CNN di non essere attualmente coinvolti, smentendo le affermazioni iniziali della GHF. Questo ha sollevato dubbi sulla credibilità delle dichiarazioni della fondazione. La proposta della GHF, ottenuta dall’Associated Press, menziona un team di leadership di 10 membri, che include ex ufficiali militari americani, executives aziendali e funzionari di organizzazioni umanitarie. Almeno due di questi hanno legami con società di sicurezza private.

punto di distribuzione alimentare nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale

punto di distribuzione alimentare nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale (AFP)

Struttura operativa della Fondazione 

La GHF è registrata come una fondazione di beneficenza (Stiftung) a Ginevra, Svizzera, nel febbraio 2025, secondo il registro commerciale di Ginevra (CHE-347.279.288). La sua sede era inizialmente a Place de Longemalle 1, 1204 Ginevra, ma l’indirizzo è stato rimosso dai registri a marzo 2025.

La GHF si presenta come un’organizzazione “indipendente” e “neutrale”, ma opera in stretta coordinazione con il governo israeliano, che approva i punti di ingresso degli aiuti (principalmente il porto di Ashdod e il valico di Kerem Shalom).  Al momento non ci sono dettagli pubblici precisi su chi finanzia la GHF. La fondazione non ha un sito web ufficiale né contatti pubblici oltre un indirizzo postale, e le sue comunicazioni sono limitate a dichiarazioni circolanti online e un documento di 14 pagine visionato da BBC e NPR.

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Una fonte anonima familiare con il piano ha dichiarato a Reuters che la GHF ha ricevuto impegni per oltre 100 milioni di dollari, ma non è stato specificato da chi. L’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee, ha menzionato che alcuni donatori hanno “già impegnato fondi” ma preferiscono rimanere anonimi. Ha anche suggerito che il presidente Trump abbia cercato finanziamenti da paesi del Golfo (come Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti) durante il suo viaggio. Non ci sono, però, conferme ufficiali di impegni da parte di Qatar, Arabia Saudita o altri.

Secondo Geneva Solutions, le transazioni finanziarie della GHF sarebbero gestite attraverso Goldman Sachs, suggerendo il coinvolgimento di grandi istituzioni finanziarie.

sede di Goldman Sachs

sede di Goldman Sachs (wikipedia/Quantumquark )

Critiche da ONU e ONG

Le Nazioni Unite, guidate dal capo degli aiuti umanitari Tom Fletcher, hanno respinto il piano della GHF, definendolo una “foglia di fico per ulteriori violenze e sfollamenti” e un tentativo di “militarizzare” e “politicizzare” gli aiuti. L’ONU sostiene che il sistema esistente, gestito da UNRWA e altre agenzie, è efficace e aderisce ai principi umanitari di neutralità, imparzialità e indipendenza.

Le agenzie umanitarie, tra cui UNICEF e il Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC), hanno dichiarato che non collaboreranno con la GHF, citando il rischio di compromettere la loro neutralità e la sicurezza degli operatori umanitari. Critici come Chris Gunness, ex portavoce di UNRWA, hanno definito il piano “aid-washing”, accusandolo di essere un tentativo di Israele di controllare la distribuzione degli aiuti e distruggere l’infrastruttura di UNRWA.

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Amnesty International Svizzera ha espresso preoccupazioni che la GHF possa “contribuire a crimini internazionali” violando i principi del diritto umanitario internazionale.

son merosi 9 cosa è unrwa

son merosi 9 cosa è unrwa (rainews)

La fondazione si avvale di due società di sicurezza private americane: Safe Reach Solutions (pianificazione logistica, guidata da Philip F. Reilly, ex CIA) e UG Solutions (sicurezza operativa, guidata da Jameson Govoni, ex Green Beret). Queste società gestiscono la sicurezza e la logistica dei “Secure Distribution Sites” (SDS) per la distribuzione degli aiuti.

La Safe Reach Solutions LLC è una società registrata nel Wyoming, USA, fondata nel novembre 2024, poco prima delle negoziazioni per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. È descritta come una società di pianificazione strategica e logistica, specializzata in ambienti complessi e ad alto rischio. È una società di comodo (shell company) collegata a Two Ocean Trust, LLC, una società di gestione patrimoniale con sede in Wyoming. La registrazione della società è avvenuta un giorno dopo la creazione del suo sito web, suggerendo una costituzione rapida per scopi specifici. La società è guidata da Philip F. Reilly, ex capo del Centro per le Attività Speciali della CIA (Special Activities Center). Reilly ha anche lavorato per Constellis, un contractor militare privato noto per essere il successore di Blackwater, la compagnia militare privata più importante al mondo, coinvolta in ben 195 scontri a fuoco (per l’83% promossi dai suoi uomini). Un altro dipendente senior è Joe L’Etoile, che si è unito a gennaio 2025.

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Attività e servizi:

  • la società si occupa di pianificazione logistica e strategica per organizzazioni operanti in aree di crisi, zone di guerra e ambienti complessi. Offre soluzioni per ottimizzare la catena di approvvigionamento, garantire trasporti sicuri e gestire operazioni in regioni ad alto rischio. L’azienda enfatizza sicurezza, integrità e risultati, lavorando con governi, ONG, imprese e comunità locali. La sicurezza è vista come un elemento chiave per il successo delle operazioni, senza ricorso a dimostrazioni di forza, ma attraverso trasparenza e pratiche etiche.

E’ una delle tre società di sicurezza private (insieme a UG Solutions e una società egiziana non identificata) incaricate di gestire i checkpoint nel Corridoio Netzarim a Gaza, nell’ambito di un accordo di cessate il fuoco iniziato il 21 gennaio 2025. Le attività includono l’ispezione dei veicoli per prevenire il trasferimento di armi e facilitare il ritorno dei palestinesi sfollati nel nord di Gaza. L’operazione è finanziata principalmente da Qatar, con il coordinamento di Stati Uniti ed Egitto, senza fondi diretti da Israele. 

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Homepage Srs (Srs)

UG Solutions è una società con sede in North Carolina, USA, fondata nel gennaio 2022. È specializzata in soluzioni di sicurezza integrate e opera sia in ambienti ad alto rischio che in contesti commerciali.

La società è gestita da Jameson Govoni, un ex soldato delle Forze Speciali degli Stati Uniti (Green Beret). Govoni è anche il fondatore di Alcohol Armor, una società creata nello stesso periodo di UG Solutions, e della Sentinel Foundation, un’organizzazione di contrasto al traffico di esseri umani con un marchio legato alle operazioni speciali. Govoni si è descritto come “un degenerato di Boston” che “si è unito all’esercito il più velocemente possibile per infliggere dolore alle persone che ci hanno inflitto dolore” in un video successivamente messo offline.

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UG Solutions impiega circa 100 persone armate, principalmente americani, tra cui veterani di unità d’élite e alcuni parlanti arabo. Molti di questi hanno esperienza come ex operativi della CIA o delle forze speciali. L’azienda offre servizi di sicurezza per leader industriali, protezione di beni e distribuzione di aiuti umanitari in ambienti ad alto rischio. Si distingue per un impegno dichiarato a reinvestire nei propri dipendenti, offrendo compensazioni competitive e opportunità di crescita. È coinvolta in operazioni di sicurezza sul campo, come la gestione di checkpoint e la protezione di infrastrutture critiche. A Gaza, UG Solutions si occupa principalmente della sicurezza operativa durante le ispezioni dei veicoli.

Secondo un memo di UG Solutions, il personale impiegato a Gaza riceve salari giornalieri di 1.100 dollari per gli operatori e 1.250 dollari per i paramedici, con un anticipo di 10.000 dollari entro cinque giorni dall’arrivo. Le armi potenzialmente utilizzate includono fucili d’assalto, pistole Glock e coltelli.

Recentemente, UG Solutions ha pubblicato offerte di lavoro per coordinatori e ufficiali di collegamento umanitario in Medio Oriente, richiedendo fluenza in arabo o esperienza significativa nella regione, oltre a un minimo di sette anni di esperienza con organizzazioni umanitarie, ONG o agenzie ONU. I candidati devono essere cittadini americani e capaci di operare in contesti sensibili.

 

Homepage UG Solution

Homepage UG Solution (UG Solution)

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