Il prezzo di rame e alluminio sta segnando un’importante risalita. JP Morgan, una delle principali banche d’affari mondiali, ha pubblicato il 15 maggio 2025 una previsione che mette in allerta non solo gli analisti finanziari, ma anche le imprese italiane attive nei settori chiave della manifattura, dell’automotive e della tecnologia.
C’è infatti il rischio che le cifre al rialzo si traducano in rincari per il settore auto e quello tech.
Cosa dicono le previsioni sui prezzi di rame e alluminio
Secondo la nota di JP Morgan, nella seconda metà del 2025 il prezzo medio del rame si attesterà sui 9.225 dollari a tonnellata metrica, mentre quello dell’alluminio salirà a 2.325 dollari a tonnellata. Una media che fotografa una fase di crescente pressione sui mercati delle materie prime e che riflette, in larga parte, il miglioramento delle prospettive economiche globali, in particolare grazie a un inaspettato disgelo commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Infatti, le due potenze hanno recentemente raggiunto la tregua sui dazi con la sospensione di 90 giorni delle tariffe doganali recipreca. L’intesa discussa a Ginevra ha contribuito ad allontanare lo spettro della recessione globale. Questo allentamento delle tensioni ha già portato a un anticipo degli acquisti da parte dei buyer cinesi, che, approfittando della finestra temporale favorevole, stanno facendo scorte di rame e alluminio, spingendo i prezzi verso l’alto.
Impatto sull’Italia: auto e strumenti di elettronica più cari
Per l’Italia, importatore netto di metalli industriali, l’impatto può essere rilevante. Il settore dell’auto, che contribuisce in modo significativo al Pil e all’export nazionale, utilizza alluminio in quantità crescenti per realizzare componenti leggeri e resistenti, utili per rispettare le normative ambientali europee in materia di emissioni.
Basti pensare che a livello globale il comparto automobilistico rappresenta circa il 25% della domanda di alluminio. Un rincaro delle quotazioni potrebbe avere effetti immediati su tutta la filiera, dai produttori di componentistica ai consumatori finali. I costruttori si troverebbero infatti costretti ad aumentare i listini, rallentando ulteriormente un mercato già provato da tassi d’interesse elevati e incertezza economica.
Ma non è tutto, perché anche il settore dell’elettronica di consumo e delle tecnologie digitali, dalla produzione di smartphone e computer fino ai sistemi fotovoltaici e di ricarica elettrica, è fortemente dipendente dal rame per la realizzazione di circuiti elettrici e cablaggi. Quindi, anche l’aumento del costo del rame ha un effetto diretto sui prezzi di produzione e, di conseguenza, sugli scaffali dei negozi.
Le conseguenze e le prospettive future
Il rialzo dei prezzi di rame e alluminio non è solo una questione per trader e analisti: tocca da vicino la vita quotidiana e le principali potenze mondiali, nonché industriali, sotto diversi aspetti. Che si tratti del prezzo di un’auto, di un nuovo smartphone o dei progetti di digitalizzazione del Paese, il costo delle materie prime incide profondamente sulle scelte di consumo e sull’economia nazionale.
Per questo, sarà fondamentale monitorare attentamente l’evolversi della situazione internazionale e adottare misure tempestive per mitigare i rischi. La corsa dei metalli, se non affrontata con visione e strumenti adeguati, rischia di trasformarsi in un boomerang per l’economia.
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