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quali sono le esigenze di mercato nel 2025


La creatività non è più solo un talento, ma una leva strategica che plasma nuove professioni e ridefinisce i confini tra umano e digitale. LinkedIn e le principali piattaforme internazionali raccontano di un mercato del lavoro in fermento, dove le professioni creative più richieste sono spesso quelle che sanno dialogare con l’innovazione tecnologica. Quali sono i lavori creativi del futuro in Italia e nel mondo?

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Creatività e soft skills: un mercato del lavoro in evoluzione

Il panorama mondiale dei lavori creativi è in costante evoluzione, influenzato dall’avanzata inesorabile dell’intelligenza artificiale (IA) e dalle mutevoli esigenze del mercato del lavoro. Secondo le recenti analisi di LinkedIn, stiamo assistendo a una ridefinizione delle competenze richieste e all’emergere di professioni innovative che fondono creatività umana e capacità computazionali.

Riflettori puntati su skills trasversali, come pensiero critico, capacità di innovare processi e flessibilità cognitiva. Lo conferma un recente studio pubblicato dal World Economic Forum. Si stima che, entro il 2027, oltre il 40% delle competenze più richieste sarà legato alla capacità di risolvere problemi complessi in modo creativo.

Secondo il rapporto LIONS sullo Stato della Creatività 2025, brand disposti a correre rischi e a sfruttare la creatività saranno meglio posizionati nella crescita commerciale. Le aziende nel mondo stanno destinando sempre più risorse alla creatività, soprattutto attraverso investimenti in innovazione digitale, IA e design.

Lavori creativi emergenti (Foto di Ketut Subiyanto da Pexels).

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IA e innovazione: i lavori creativi del domani

Nel 2025, si prevede un significativo investimento nell’IA da parte delle aziende italiane (43%), in linea con la tendenza globale che vede l’IA generativa come tecnologia prioritaria per tre dirigenti su quattro, con una maggiore adozione negli Stati Uniti (84%) rispetto all’Europa (64%).

La rivoluzione tecnologica incontra il mercato del lavoro creativo. Tra i ruoli in ascesa, il prompt engineer, specializzato nella creazione di istruzioni efficaci per modelli di IA generativa, e l’AI artist, che sfrutta l’IA per esplorare nuove forme espressive e produrre opere d’arte digitali uniche.

Spiccano figure come il consulente di etica dell’intelligenza artificiale, chiamato a guidare le aziende verso scelte responsabili, e lo specialista in sostenibilità digitale, che unisce competenze tecniche e attenzione verso l’impatto delle tecnologie. Non mancano i narratori di realtà aumentata, storyteller che reinventano il modo di vivere il quotidiano, e i virtual reality experience designer, richiesti da brand che investono in mondi digitali più sofisticati.

Nuove frontiere professionali: prospettive e opportunità in Italia

Il mercato del lavoro italiano punta sempre di più sui lavori creativi. Secondo l’ISTAT, nel 2022 il settore culturale e creativo italiano rappresentava il 3,5% dell’occupazione totale. Più di 843.000 addetti lavorano nelle circa 342.000 imprese creative e culturali. Si tratta di 30 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 4,1% del totale economico nazionale.

Nel 2023, le imprese culturali e creative hanno programmato oltre 302.000 nuovi contratti di lavoro, senza contare le 445.000 assunzioni nel turismo a vocazione culturale. Inoltre, secondo le previsioni di UnionCamere e Fondazione Symbola, entro il 2030 nasceranno centinaia di migliaia di nuovi posti nel settore dei videogiochi (+10,5%), nella valorizzazione del patrimonio artistico-culturale (+6,9%) e nel design/architettura (+6,6%).

L’innovazione digitale e la necessità di raccontare storie nuove stanno cambiando la mappa dei lavori creativi. Tra i ruoli più richiesti oggi, nel Bel Paese, content creator, copywriter, art director e social media manager. Inoltre, la Guida alle Professioni Creative 2025 elenca ben 70 professioni in crescita, dalla moda al restauro, dal cinema alla musica, dal teatro alla scenografia.

Riguardo al rapporto con l’IA, l’82% dei professionisti italiani del settore dichiara di utilizzarla o di avere l’intenzione di farlo. Il 74% afferma che aiuta a lavorare meglio, offrendo tempo per attività più strategiche e creative. Le stime di Dell Technologies e Institute for the Future evidenziano che l’85% dei lavori che esisteranno nel 2030 non sono ancora stati inventati. Una certezza è che la tecnologia sarà la protagonista del mercato del lavoro di domani.





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