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Aise.it – Agenzia Internazionale Stampa Estero


ROMA – focus/ aise – Il 2024 si è chiuso con un bilancio positivo per l’Asiago DOP, che si conferma il formaggio a Denominazione d’Origine Protetta con la migliore performance nei consumi sul mercato italiano: +8,9% a volume e +6,2% a valore (fonte: Circana), mentre Usa, Svizzera e Germania primi mercati per l’export si confermano i principali mercati d’esportazione. Questi i dati emersi durante l’Assemblea dei Soci del Consorzio Tutela Formaggio Asiago svoltasi il 22 maggio, ad Asiago (Vicenza).
Nel 2024 sono state prodotte 1.505.500 forme di Asiago DOP. L’Asiago Fresco ha registrato una sostanziale stabilità, con 1.286.000 forme, in linea con l’anno precedente (+0,03%). L’Asiago Stagionato, dopo il forte incremento del 2023 (+21,8%), ha raggiunto nel 2024 le 219.500 forme, segnando un fisiologico riassestamento. La domanda, tuttavia, è rimasta superiore alla disponibilità, con scorte mediamente inferiori ai dati storici. Questa dinamica ha avuto un impatto positivo anche sull’inizio del 2025: nei primi tre mesi dell’anno, il formaggio Asiago si conferma l’unico formaggio DOP con crescita a doppia cifra a valore dell’11,4% e un incremento a volume del +4,5%, con un aumento della produzione del +5,8% rispetto allo stesso periodo del 2024 mentre l’export, nel mese di febbraio 2025, segna un +2,5%.
Nel nuovo contesto di incertezza globale, come detto, Usa, Svizzera e Germania si confermano i mercati principali per l’export. Contestualmente il Consorzio sta avviando nuove iniziative di sviluppo in Corea del Sud, Vietnam e Taiwan con un progetto di promozione triennale co-finanziato dalla Ue da 1,5 milioni di euro. L’iniziativa si svolge in collaborazione con FICT – Fédération des Entreprises Françaises de Charcuterie Traiteur, che riunisce oltre 300 produttori di salumi e gastronomia di alta qualità. Il piano di sviluppo prevede anche il rafforzamento della presenza sul mercato interno europeo che, con i suoi 450 milioni di consumatori, regole armonizzate e tutela delle Indicazioni Geografiche, continua a rappresentare una delle principali opportunità di crescita per l’export del formaggio Asiago DOP.
CNA ha partecipato al 13° Business Forum Italia-Mongolia, promosso dall’associazione per lo Sviluppo delle donne mongole in Europa, e alla cerimonia di premiazione “Donna dell’anno” per celebrare il 55° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Mongolia e Italia.
Le iniziative si sono tenute nella Sala Baldini e sulla Terrazza Caffarelli a Roma. Un appuntamento che, spiega la Confederazione, “mira a promuovere futuri accordi commerciali e collaborazioni tra i due Paesi in una vasta gamma di potenziali collaborazioni in diversi settori, tra cui l’industria creativa come arte, cultura e moda, nonché varie aree manifatturiere di reciproco interesse. L’evento sostiene un’importante causa benefica di sensibilizzazione sulla violenza domestica e sui problemi di salute mentale associati”.
Per la Confederazione sono intervenuti all’iniziativa Paola Ligabue, vice presidente CNA Impresa Donna, e Antonio Franceschini, responsabile di CNA Federmoda e responsabile dell’Ufficio Promozione e Mercato internazionale.
“CNA rappresenta circa 62.700 attività economiche a guida femminile. CNA Impresa Donna è l’articolazione del Sistema associativo che si dedica all’empowerment del lavoro imprenditoriale femminile, ed ogni anno cresciamo in numeri”, ha sottolineato Ligabue. “Molte delle imprese che rappresentiamo esportano o guardano oltre i confini del nostro Paese per individuare possibilità di sviluppo. Come CNA Impresa Donna crediamo molto nella conoscenza e nel dialogo come prima opportunità di crescita. Oggi iniziamo un percorso nuovo, che può essere preludio di azioni future. Condividere esperienze, conoscenze e competenze può essere una buona prassi per arrivare ad individuare possibili percorsi e progetti comuni”.
Dopo aver ripercorso le esperienze realizzate da CNA in Mongolia, Franceschini nel suo intervento ha evidenziato come il tema della sostenibilità significhi prestare attenzione sia agli aspetti ambientali sia ai valori sociali ed economici. “La distribuzione del valore economico lungo le filiere produttive è fattore essenziale per la preservazione delle stesse e per il rispetto dei valori sociali”, ha affermato Franceschini che ha ricordato anche l’importanza della responsabilità sociale d’impresa e la necessità di informare adeguatamente il consumatore sulle implicazioni connesse ai processi produttivi all’interno del settore moda.
Flessione congiunturale dell’export nel mese di marzo, dovuta principalmente alla riduzione delle vendite di beni strumentali e di beni di consumo durevoli. È quanto certificato dall’Istat. Dai dati dell’Istituto nazionale di statistica emerge che l’export cresce su base annua, sostenuto soprattutto dalle maggiori vendite di prodotti farmaceutici e mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (tra cui mezzi di navigazione marittima). Questi due settori spiegano la crescita tendenziale dell’export verso gli Stati Uniti (+41,2%); al netto di questi comparti, l’export verso gli Stati Uniti flette del 4,1%.
Sull’altro fronte, l’aumento su base annua dell’import è trainato in particolare dai maggiori acquisti di prodotti farmaceutici dalla Cina.
Nel primo trimestre 2025, la dinamica tendenziale dell’export è positiva (+3,2%; +3,9% al netto dell’energia). Nello stesso periodo, l’avanzo commerciale è pari a +7,8 miliardi di euro (era +12,8 miliardi nel primo trimestre 2024). La diminuzione su base mensile e il rallentamento della crescita su base annua dei prezzi all’import sono dovuti principalmente ai ribassi dei prezzi dei prodotti energetici in entrambe le aree, euro e non euro.
I DATI DELL’ISTAT
A marzo 2025 si stima una flessione congiunturale contenuta delle esportazioni (-1,0%) e una sostanziale stazionarietà delle importazioni (+0,2%). La diminuzione su base mensile dell’export è dovuta alla riduzione delle vendite verso l’area Ue (-5,0%), mentre le esportazioni verso l’area extra UE crescono del 3,3%.
Nel primo trimestre del 2025, rispetto al precedente, l’export cresce del 4,6%, l’import del 4,7%.
A marzo 2025 l’export cresce su base annua del 5,8% in termini monetari e dell’1,9% in volume. La crescita tendenziale dell’export in valore è più sostenuta per i mercati extra UE (+8,2%), rispetto a quelli UE (+3,7%). L’import registra un incremento tendenziale in valore del 7,6%, che riguarda entrambe le aree, UE (+6,8%) ed extra UE (+8,8%); in volume, cresce del 2,9%.
Tra i settori che più contribuiscono alla crescita tendenziale dell’export l’Istat segnala: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+59,8%), mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (+47,5%), metalli di base e prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (+8,1%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+6,6%). Si riducono su base annua le esportazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati (-38,3%), articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti non classificati altrove (n.c.a.) (-15,7%) e autoveicoli (-8,8%).
Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori alla crescita dell’export nazionale sono Stati Uniti (+41,2%), paesi OPEC (+25,0%) e Francia (+4,2%). All’opposto, Turchia (-30,1%) e Cina (-8,3%) forniscono i contributi negativi più ampi.
Nel primo trimestre del 2025, l’export registra un incremento tendenziale del 3,2%, cui contribuiscono soprattutto le maggiori vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+41,9%), mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (+21,2%), metalli di base e prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (+5,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,5%). Apporti negativi, invece, derivano dalle minori esportazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati (-27,0%) e autoveicoli (-12,2%).
Il saldo commerciale a marzo 2025 è pari a +3.657 milioni di euro (era +4.296 milioni nello stesso mese del 2024). Il deficit energetico si attesta a -3.894 milioni, da -3.807 milioni dell’anno prima. L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici si riduce da 8.102 milioni di marzo 2024 a 7.551 milioni di marzo 2025.
Nel mese di marzo 2025 i prezzi all’importazione diminuiscono dell’1,0% su base mensile e crescono dello 0,6% su base annua (da +2,2% di febbraio). (focus\aise) 

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