Sentito il direttore Nicola Sciclone in commissione politiche europee. Il presidente Francesco Gazzetti (Pd): “Impatto economico, programmazione e articolazione dei fondi, traiettoria demografica: grande apprezzamento per questo momento di confronto, quantità e qualità delle informazioni fornite. Saranno la base per ulteriori linee di approfondimento”
Comunicato n. 0551
Firenze – La commissione Europa, presieduta da Francesco Gazzetti (Pd) ha tenuto ieri (lunedì 26 maggio 2025), un’audizione del direttore dell’Irpet, Nicola Sciclone, in merito agli effetti dei programmi europei Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e Fesr (Fondo sociale europeo) 2014-2020 e sulle ripercussioni dei dazi sulla crescita economica.
Sul tema in costante aggiornamento dei dazi imposti dall’amministrazione Usa, “c’è di che essere oggettivamente molto preoccupati – ha detto Sciclone –. Siamo in una fase di totale incertezza e l’incertezza frena sviluppo. La Toscana è molto esposta sul mercato americano, ha un avanzo commerciale di circa 2miliardi di euro tra export e import con gli Usa. Gli Stati Uniti assorbono il 16 per cento circa delle nostre esportazioni”. Tra i settori più esposti, farmaceutica (37 per cento delle esportazioni in Usa), elettromeccanica (17 per cento), moda (16 per cento), industria alimentare (10 per cento) e gioielleria (5 per cento). “Circa seimila imprese toscana esportano, di queste intorno a tremila hanno nel mercato americano più del 50 per cento delle loro esportazioni. Se calcoliamo l’esposizione oltre il 50 per cento sul fatturato, le imprese sono poco più di trecento”. L’esito prevedibile è un “abbassamento delle previsioni di crescita del prossimo biennio”.
Effetto programmi Fesr e Fse. I due fondi dell’Unione europea puntano a sostenere lo sviluppo economico e sociale delle Regioni. Nel settennato 2014-20 ammontavano, per la Toscana, a circa 700milioni ciascuno (nel settennato in corso sono aumentati a circa un miliardo ciascuno). Il vero obiettivo di questi fondi è garantire due obiettivi di medio-lungo periodo: per il Fondo sociale europeo, diminuire la povertà e aumentare l’occupabilità, per il Fondo europeo di sviluppo regionale, aumentare produttività. Il Fesr ha avuto un effetto leva su altre fonti di investimento, dà un contributo importante alla dinamica regionale degli investimenti. Il Pil della Toscana “è tra i 136 e i 138miliardi annui – ha spiegato Sciclione –, gli effetti di fondi che hanno messo a disposizione 700milioni in sette anni sono i seguenti: il Fesr ha generato nei sette anni un miliardo e 200milioni di prodotto interno lordo in Toscana e 800milioni per effetti indiretti fuori dalla Toscana, con un aumento del Pil dello 0,1 per cento in media annua. In termini di occupazione, il contributo è dello 0,2 per cento”. Per quanto riguarda il Fondo sociale europeo, “più 0,1 per cento di Pil in media annua e più 0,2 per cento in termini di occupazione. I settori maggiormente avvantaggiati sono quelli ad alta intensità di lavoro, servizi della PA e servizi in generale legati ai processi di formazione e attivazione di lavoro”.
Tra alcuni aspetti specifici presi in esame, l’Istituto toscano per la programmazione economica si è concentrato sugli effetti del Fesr sulla produttività e l’occupazione delle imprese che hanno avviato progetti orientati a favorire la digitalizzazione, l’automazione e le diverse forme di innovazione. Sul piano dell’occupazione, “si osservano effetti positivi statisticamente positivi”, anche se “deboli”, sull’occupazione qualificata, “in particolare tra i laureati e gli operai specializzati”. Dal punto di vista della produttività, “non emergono effetti generalizzati nel periodo considerato”.
L’analisi proposta da Irpet è stata effettuata su tre linee: oltre alla valutazione di impatto macroeconomico, valutazioni di impatto di singole misure (se queste producono gli effetti attesi), e un’analisi sull’utenza e sul contesto.
L’Irpet ha svolto anche un’analisi sulla traiettoria demografica, transizione digitale transizione energetica. “Mancheranno lavoratori nei prossimi dieci anni – ha detto Sciclone –. In molte aree della Toscana non avremo possibilità di reintegrare forza lavoro, se non con popolazione più adulta o ricorrendo all’immigrazione, dalle altre Regioni o dall’estero”. Le maggiori criticità si osservano in territori marginali o costieri e a Firenze (in assenza di pendolarismo).
Per quanto riguarda la transizione digitale, “il tasso delle aziende toscane è sopra la media nazionale e significativamente sotto la media delle Regioni del centro-nord, in ragione di un sistema produttivo caratterizzato più altrove dalla prevalenza di piccole imprese, molte delle quali a carattere artigiano, e specializzate nei settori cosiddetti tradizionali, come la moda. Sarà importante far emergere i vantaggi e le potenzialità della digitalizzazione”.
Quanto al posizionamento dell’economia toscana sul tema della transizione energetica, “la Toscana dipende fortemente dall’esterno per soddisfare la propria domanda energetica – ha affermato il direttore dell’Irpet –. Soltanto il 17 per cento degli input energetici ha origine interna, principalmente da fonti rinnovabili come geotermia, biomasse, fotovoltaico ed eolico. Le rimanenti risorse provengono per un altro 17 per cento da altre regioni italiane, e per ben il 66 per cento dall’estero, in larga parte sotto forma di gas naturale, petrolio e carbone. In termini di fonti primarie utilizzate, il gas naturale costituisce quasi la metà degli input, mentre il petrolio e i suoi derivati rappresentano poco più di un terzo. Le fonti rinnovabili coprono il restante 18 per cento, che rimane quindi una quota minoritaria ma significativa. Quanto saremmo in grado di produrre in autonomia? Il nostro grado di autosufficienza è del 25 per cento”.
Molte le considerazioni dei commissari. “Il quadro dimostra una certa capacità di tenuta della Toscana come sistema, sia privato che pubblico, ma è abbastanza drammatico per l’incertezza internazionale – osserva Valentina Mercanti (Pd) –. Mi chiedo se ci sono stime sul futuro ora che si vanno esaurendo i fondi del Pnrr. Quanto alla questione demografica, un tema sottovalutato è, a mio giudizio, quello degli anziani: rischiamo di avere a breve un sistema che rischia di saltare”.
La vicepresidente della commissione Europa, Anna Paris (Pd), sulla base del quadro fornito da Irpet sull’impatto del Fesr, ha rilevato che “ho l’impressione che nel precedente settennato l’attività di ricerca e sviluppo avrebbe dovuto forse essere più mirata, perché ha guardato poco alle aree interne. Mi auguro che la politica messa in atto per l’attuale settennato del Fesr ci porti a ulteriori risultati. Le imprese, nel frattempo, oggi non possono fare programmazione per l’incertezza legata ai dazi e alla situazione internazionale. La nostra realtà produttiva può avere grossi problemi dalla politica dei dazi. Provengo dalla provincia di Siena, che vive su farmaceutica e agroalimentare, dove la preoccupazione e l’allarme sono altissimi”.
Il vicepresidente Giovanni Galli (Lega) ha osservato come “rispetto alle valutazione sull’efficacia dei fondi europei, siano considerate non solo le programmazioni, ma anche l’efficacia dei bandi, visto che nei bilanci delle agenzie regionali preposte alla gestione di queste ingenti risorse risultano evidenti e consolidati ritardi nelle erogazioni”. Galli ha anche evidenziato come sarebbe auspicabile una comparazione sull’efficacia dei due miliardi spesi per la tranvia nell’area fiorentina rispetto alla necessità di sviluppo di un sistema ferro tranviario sulla costa labronica, pisana e lucchese. L’approccio delle analisi di Irpet, così come illustrate sono certamente utili – ha aggiunto Galli –, ma oggi è sempre più necessario per il decisore politico impostare le analisi su valutazioni reali e non ispirate a ipotesi statistiche o controfattuali, che si caratterizzano per postulati arbitrari e discrezionali dei valutatori”.
Francesco Gazzetti ha espresso “grande apprezzamento per questo momento di confronto e la quantità e qualità delle informazioni che ci sono state fornite da Irpet. La questione dei dazi è da considerare in itinere, auspichiamo che il lavoro che il Governo sta portando avanti ci aiuti a rappresentare anche le preoccupazioni della Toscana, dove i settori della farmaceutica e soprattutto della moda, che già sta attraversando un momento non semplice, potrebbero risentire di ulteriori difficoltà. Sulle questioni dell’economia Toscana e della traiettoria demografica sarà utile andare avanti con la ricerca e l’approfondimento, vista la crescente rilevanza. Lavoreremo per porre questi temi anche all’attenzione della prossima Commissione, preparando un dossier con tutte le informazioni che abbiamo raccolto in questi anni. Quello della programmazione e dell’articolazione dei fondi europei, che in Toscana rappresenta un elemento di vanto ed orgoglio, è un infatti punto fondamentale che merita di essere posto al centro delle riflessioni e delle azioni per l’oggi e per il domani”. Il presidente, ringraziando per il prezioso contributo tutte le commissarie e commissari, ha preannunciato ulteriori approfondimenti che verranno richiesti ad Irpet sulla base proprio delle indicazioni emerse dagli interventi dei componenti della commissione Europa.
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