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Campania, Caputo: “60 milioni di euro per olivicoltura, florovivaismo e zootecnia”


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Un piano ambizioso da 60 milioni di euro punta a rivoluzionare l’agricoltura in Campania, rafforzando tre settori chiave: olivicolo, florovivaistico e zootecnico da pascolo. È quanto annunciato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Caputo, che ha ufficializzato la pubblicazione del nuovo bando nell’ambito del Csr Campania 2023-2027, finanziato dal fondo europeo Feasr. “Parte il bando da 60 milioni di euro, destinato alle filiere strategiche della nostra regione. Questa è un’opportunità fondamentale per rafforzare e valorizzare settori chiave come quello olivicolo, florovivaistico e zootecnico da pascolo. Continuiamo a lavorare con impegno per costruire un futuro sostenibile e competitivo per l’agricoltura campana”, ha dichiarato l’assessore Caputo.

Tre filiere e una sfida sistemica – L’intervento individua tre comparti ritenuti strategici, fortemente rappresentativi del patrimonio agricolo regionale ma afflitti da problemi strutturali e di mercato. Alla base, un sistema produttivo estremamente frammentato, composto per il 99% da microimprese, spesso escluse dai circuiti dell’innovazione e prive di coordinamento lungo la filiera. Una condizione che ostacola la competitività e penalizza le produzioni locali. Il nuovo bando mira proprio a sanare queste fragilità, finanziando Progetti Complessi di Filiera per un massimo di 4 milioni di euro ciascuno, con contributi a fondo perduto che variano tra il 60% e il 100%. I beneficiari potranno essere partenariati ampi e articolati: aziende agricole, imprese di trasformazione, consorzi di tutela, cooperative, enti di ricerca e formazione, ma anche soggetti non destinatari di risorse, purché funzionali al raggiungimento degli obiettivi comuni. Centrale sarà la figura del soggetto capofila, responsabile del progetto nei confronti della Regione, della sua esecuzione e del coordinamento tra i partner.

Una progettazione integrata, per un’agricoltura moderna – I progetti potranno comprendere una vasta gamma di interventi: dal miglioramento strutturale delle aziende alla partecipazione a regimi di qualità, dalla consulenza all’innovazione tecnologica, fino ad azioni promozionali e attività dimostrative. L’idea è costruire un modello di sviluppo unitario, che affronti in modo integrato le sfide ambientali, produttive e commerciali. “Per la prima volta – ha spiegato Caputo – un beneficiario potrà proporre un progetto che integra più azioni coordinate, seguendo un’idea di sviluppo unitaria e strategica per la propria impresa. Il progetto verrà presentato, valutato e approvato in modo unitario, anche se potrà coinvolgere più beneficiari. È un cambio di paradigma”. Anche le procedure amministrative si evolvono: l’istruttoria iniziale valuterà esclusivamente il merito progettuale e solo in una fase successiva saranno richiesti i documenti amministrativi. Inoltre, sarà adottato un sistema di costi standard semplificati per rendere più fluide sia la progettazione sia la rendicontazione.

Le tipologie di intervento – Il bando finanzierà: investimenti materiali e immateriali nelle aziende agricole (es. macchinari, attrezzature, software, consulenze); investimenti per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli; partecipazione ai regimi di qualità e attività promozionali; progetti di ricerca e sviluppo, con particolare attenzione all’innovazione e alla sostenibilità.

Verso una nuova governance del settore – “Il Progetto Complesso di Filiera – ha aggiunto l’assessore – rappresenta una leva strategica di grande valore per il settore agroalimentare regionale. Potrà essere replicato su altre filiere, favorendo la cooperazione tra gli attori e sostenendo investimenti che migliorino la competitività, l’innovazione e la sostenibilità”. “Questo bando – ha concluso Caputo – costituisce una sfida fondamentale per l’Assessorato all’Agricoltura e il comparto agricolo campano. Un’opportunità che ci permette di adottare un modo nuovo di gestire i fondi europei, con un’ottica olistica e unitaria. Richiede capacità progettuali innovative e un approccio più efficace nella valutazione dei progetti, in linea con gli obiettivi dell’impresa agricola moderna”.

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