FERMO – Un pomeriggio intenso quello di Roberto Cardinali che si è confrontato a lungo con Francesco Acquaroli. Da un lato quindi il presidente di Confindustria Marche, imprenditore fermano, dall’lator il governatore. Nel mentre, a Bologna, il numero uno Orsili trovava un proficuo dialogo con la premier Giorgia Meloni. Confindustria torna quindi al centro dele politiche economiche del paese, più livelli.
I TEMI NAZIONALI
Stop ai contratti pirata e spinta per aumentare i salari legandoli alla produttività, interventi sull’energia per svincolare il prezzo da quello del gas, potenziamento dell’Ires premiale e di Industry 5.0, nuove regole per rimettere al centro la produttività e limitare la burocrazia, aiuti finalizzati alle filiere, come l’automotive, per favorire ristrutturazioni e rafforzamento del capitale sociale: sono questi alcuni dei punti su cui il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini ha costruito l’intervento all’assemblea annuale chiedendo, all’Ue e al governo, un piano industriale straordinario.
Dall’Europa si attende un nuovo Patto di Stabilità e Crescita, ma anche una riduzione della burocrazia e dei costi della politica legata alla sostenibilità. Al Governo chiede di usare le risorse no messe a terra del Pnrr per favorire investimenti produttivi. E poi non aiuti assistenziali ma misure per favorire aggregazioni, ristrutturazioni e rafforzamento del capitale aziendale. Infine l’energia con il disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e incentivi concreti per l’innovazione.
IL DIALOGO REGIONALE
Dopo il Protocollo di Intesa sottoscritto con l’associazione nell’aprile 2023, un nuovo tavolo di confronto in cerca di quella concertazione necessaria nei momenti più complicati. “Il dialogo e la collaborazione rappresentano strumenti importanti per affrontare le criticità e trovare soluzioni condivise. Abbiamo fatto della concertazione un tratto distintivo della nostra amministrazione, perché la sfida del rilancio si vince se la affrontiamo tutti insieme” sottolinea Acquaroli.
“Abbiamo lavorato per invertire la tendenza, nonostante Covid, geopolitica, emergenze come sisma e alluvioni e inflazione. Innanzitutto, unica Regione nel centro Italia, non abbiamo aumentato la pressione fiscale. Abbiamo inoltre garantito il completo cofinanziamento della programmazione europea, lanciato bandi per imprese e cittadini e siamo tra le prime regioni in Italia per impiego dei fondi” ribadisce Acquaroli che rivendica i numeri del Pil: è cresciuto del 15% tra il 2019 e il 2023 e le esportazioni del 14,8% tra 2019 e 2024, trainate dal settore manifatturiero così come l’export, che cresce di 2 miliardi rispetto al 2019.
E Cardinali? “Il confronto costante e costruttivo tra istituzioni e imprese è condizione fondamentale per definire una politica industriale regionale efficace e lungimirante, essenziale per una regione che è e deve restare ai primi posti per occupati e valore creato dalla nostra manifattura. Con un’industria forte, crescono anche artigianato, servizi, turismo e territori”.
I punti messi sul tavolo sono stati tanti: il rafforzamento della politica industriale regionale con la definizione del Testo Unico per l’Industria; i piani regionali strategici (Piano Infrastrutture 2030, PPR e PTR, Piano Rifiuti, Piano Energetico e Clima), Legge Aree Idonee per le rinnovabili in grado di garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territori; gli strumenti di sostegno alle imprese con bandi per investimenti energetici, internazionalizzazione e innovazione, oltre a un focus sulle esigenze del settore edile, della sanità e del credito.
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