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Aeroporto di Comiso: adesso è necessario organizzarsi con serio un piano industriale


Ragusa -“Se nello scorso autunno avevamo tenuto una conferenza stampa al Pio La Torre con Davide Faraone, Fabrizio Micari e Marianna Buscema, l’avevamo fatto non perché volevamo essere profeti in negativo, quanto perché ci eravamo resi conto che l’aeroporto stava cominciando a vivere un momento di difficoltà. La preoccupazione reale era che questo momento di difficoltà potesse diventare irreversibile. Il nostro allarme è stato lanciato non in maniera populistica quanto per evidenziare che il rischio era quello di non trovare una via d’uscita. In quella occasione, come si ricorderà, invitammo a creare un tavolo tecnico dove ci si confrontasse, e non scontrasse, con la Sac”.

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E’ quanto afferma il coordinatore cittadino di Italia Viva Ragusa, Filippo Angelica, intervenendo sulla questione che sta tenendo banco, più di altre, al momento, vale a dire il futuro dello scalo comisano. “A proposito della Sac – continua Angelica – vorrei ribadire che non bisognerebbe vedere la società etnea come un nemico, è la cosa più sbagliata che il territorio possa fare. Piuttosto, ricordando anche le riflessioni dei giorni scorsi dell’ex sindaco di Modica, Piero Torchi, bisognerebbe partire proprio dall’inizio, anche perché questo aeroporto la Sac l’ha pagato per cui tutte quelle iniziative che tendono a demonizzare la società etnea, insomma, mi sembra che non centrino il bersaglio. Cioè la Sac non può essere valida di giorno, come quando pagò per vincere il bando, e non valida la notte, perché non ci va a genio. Occorre, piuttosto, un’azione concreta, fare in modo che le istituzioni locali formino un fronte comune per interloquire con la Sac in maniera autorevole.

Non so quali siano gli intendimenti del Libero consorzio da questo punto di vista (è un aspetto della vicenda di cui si occuperà la mia coordinatrice provinciale, Marianna Buscema), ma di certo io mi rivolgo all’ambito comunale, prendendo atto di come l’unica iniziativa che finora abbia letto e che risulti attuata dal sindaco di Ragusa è quella di parlare di questa problematica con l’osservatorio turistico. Io non credo che qui bisognerebbe solo parlarne, ma servirebbe, anche per il ruolo che il primo cittadino al momento sta ricoprendo visto che è anche vicepresidente del Libero consorzio, un’iniziativa che consenta di porsi rispetto alla Sac senza polemica bensì, piuttosto, facendosi portavoce della difesa del territorio.

E lo diciamo perché ci pare che il primo cittadino, adesso, appartenga al centrodestra o, almeno, abbia rapporti di un certo tipo con il centrodestra, che gli permettono di intavolare una discussione serena e concreta sul futuro dell’aeroporto”.

“Anche perché – continua Angelica – questa vicenda non sta facendo fare bella figura ad alcuno. Come territorio, non stiamo rappresentando un modello di sviluppo. Bisognerebbe, piuttosto, comprendere qual è l’azione e la prospettiva. Con lo scontro non si risolvono i problemi, né accusando sempre qualcun altro o facendo le vittime. Probabilmente anche facendo i conti con scelte che una certa classe politica ha fatto in passato e rispetto a cui è necessario rimediare. Ci si attende una rimodulazione del piano industriale che riesca a puntare in alto, così come, tra l’altro, era stato evidenziato dall’on. Nello Dipasquale in un recente convegno sulle infrastrutture. Ribadiamo, dunque, che non bisogna fare guerre a nessuno ma, allo stesso tempo, riteniamo che sia necessario cominciare a parlare di aspetti concreti, di proposte concrete e a me pare che, in questo momento, non ve ne siano. Si parla di cargo, si parla di attività collaterali al trasporto di passeggeri, ma sono discussioni che sentiamo fare da circa un decennio.

E poi non dobbiamo fare sentire l’ad di Sac, Nico Torrisi, un nemico quando viene a Comiso, quando viene in provincia di Ragusa. E lo stesso dicasi anche per il commissario della Camcom, Antonio Belcuore, entrambe persone che conosco di persona e che ritengo assolutamente stimabili. Serve, dunque, discutere su basi concrete e inquadrando il vero problema. Ecco perché ritengo che il sindaco di Ragusa, assieme agli altri colleghi, dovrebbe pretendere di potere contare su un piano di lungo corso che assicuri la definizione di determinate prospettive di rilancio per lo scalo comisano o, meglio, per l’aeroporto degli Iblei. Ed è questo l’obiettivo che dovrebbe uscire dai prossimi incontri che il territorio sta promuovendo, definire un piano industriale con le idee estremamente chiare per i prossimi cinque-dieci anni. Solo così possiamo davvero sperare nel rilancio dello scalo. Oggi, più che mai, viene chiesto ai primi cittadini di fare sistema. Forse anche questo è mancato in passato: diciamocelo chiaramente e onestamente”.

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