Microcredito

per le aziende

 

Demografia e stabilità istituzionale: così l’India conquista gli investitori


Le riforme strutturali, che stanno trasformando il tessuto produttivo e sociale. L’innovazione tecnologica, l’espansione delle infrastrutture e un contesto regolatorio più favorevole a chi fa business rispetto al passato. Sono le caratteristiche che fanno dell’India uno dei mercati più promettenti sui quali investire, secondo l’analisi di Bhuvnesh Singh, analista della società di gestione Comgest. “Il Subcontinente sta creando un terreno fertile per imprese e investitori. A questo si aggiunge una politica monetaria accomodante, con interventi mirati a sostenere la liquidità e stimolare la crescita, mentre il calo dei prezzi del petrolio contribuisce a contenere i costi energetici e a migliorare il quadro macroeconomico complessivo”.

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Un puzzle che si completa con la posizione particolare di New Dehli in materia di dazi, dato che il Paese si candida ad attirare imprese occidentali attualmente stanziate in Cina e intenzionate a sfuggire alla morsa delle super-tariffe minacciate (e poi solo momentaneamente sospese) dall’amministrazione Trump verso chi produce a Pechino e dintorni.

Stabilità istituzionale e spinta del mercato interno

L’India negli ultimi anni è stata una delle economie più vivaci a livello globale sia per la stabilità politica (non così comune tra le economie emergenti), sia per il fattore demografico, con il continuo aumento della popolazione che spinge i consumi. Le previsioni indicano che entro la fine del decennio l’India potrebbe diventare la terza economia mondiale. Il mercato interno, alimentato da una classe media in rapida espansione e da una crescente urbanizzazione, è un motore importante della crescita.

Le scelte di investimento

I settori bancario, tecnologico, consumer, infrastrutturale e delle energie rinnovabili sono particolarmente interessanti, in quanto beneficiano direttamente delle dinamiche macroeconomiche positive, sottolinea Singh, che è anche gestore del fondo Comgest Growth India. “L’aumento della domanda interna, la digitalizzazione e la rapida urbanizzazione favoriscono aziende innovative, capaci di adattarsi con agilità alle sfide di un’economia in trasformazione”, sottolinea.

La società di gestione segue l’approccio “quality growth”, che punta a selezionare aziende con vantaggi competitivi solidi e duraturi, in grado di sostenere una crescita stabile e resiliente nel tempo, anche in presenza di eventuali turbolenze economiche.

Qualche nome? L’esperto indica Hdfc Bank, uno dei principali istituti finanziari del Paese, “caratterizzato da un profilo di credito di alta qualità e una gestione prudente”. Quindi Varun Beverage Limited, il principale imbottigliatore di PepsiCo in India e il più grande fuori dagli Stati Uniti. Altri due nomi indicati sono Power Grid Corporation of India, che gestisce la maggior parte della trasmissione elettrica interregionale nel Paese, ed Eternal, attiva nelle consegne di cibo a domicilio. “Nonostante una concorrenza in aumento, l’azienda ha mostrato una crescita dei ricavi superiore alle aspettative e margini in miglioramento”, chiarisce.

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